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Recensione

Pirati dei Caraibi: Ai confini del Mondo

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Avatar di SAH

a cura di SAH

Pubblicato il 29/05/2007 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

6.3

La maledizione della prima luna ha riportato in auge a livello cinematografico il magico mondo dei pirati. La prima trasposizione videoludica venne realizzata da Bethesda e si trattò di un buon gdr che però non mostrava alcuna attinenza con il film originale. La maledizione del forziere fantasma ha consacrato Johnny Depp, alias Jack Sparrow, e la sua ciurma nell’ olimpo cinematografico con incassi da record. Per sfruttare al meglio il successo dei botteghini, Disney Interactive decise di realizzare un titolo solo per console portatili ottenendo risultati assai modesti. In concomitanza con l’uscita del terzo ed ultimo film della saga (ma mai dire mai..), la software house americana sostiene di aver imparato dai propri errori e si presenta ai nastri di partenza con ben sette versioni dello stesso prodotto, ognuna curata e rifinita da un gruppo di sviluppatori differente. Spaziogames è pronta a salpare in compagnia di Elizabeth Swann e della ciurma più pazza del cinema.

All’arrembaggio!Con una decina di giorni di anticipo rispetto all’uscita del gioco completo è stata diffusa sul marketplace di Xbox Live una demo molto interessante che poneva luci ed ombre sulla qualità della versione finale del gioco: il primo livello, ambientato su un’isola-prigione, mostrava una qualità grafica elevata. Soprattutto la qualità degli effetti di rifrazione dell’acqua e il sapiente uso dei pixel shader avevano colto di sorpresa anche i denigratori dei titoli multi-formato. I personaggi principali inoltre godevano di una ottima riproduzione, non solo per quanto riguardava l’abbigliamento ma anche i movimenti del corpo e i gesti delle mani. Anche le versioni PC e PS2 pur non raggiungendo la qualità delle versioni Next-Gen riescono a ricreare brillantemente l’atmosfera piratesca che pervade ogni singola ambientazione. Le maggiori perplessità riguardavano la telecamera e il sistema di combattimento, che risultava ai più troppo meccanico. La versione finale del gioco presenta una gestione della telecamera che, pur risultando piuttosto scomoda sia nelle sessioni platform che durante i combattimenti, si dimostra maggiormente reattiva all’intervento diretto del giocatore. Contrariamente alla maggior parte dei casi, i problemi di visuale si manifestano soprattutto nei combattimenti negli spazi stretti dove lo zoom sul protagonista è fin troppo accentuato non permettendo di prevenire eventuali attacchi nemici. Il sistema di combattimento è rimasto pressoché identico alla demo e ricorda vagamente, per meccaniche, la versione PSP del precedente capitolo. I tasti a disposizione per eseguire combo sono tre: l’attacco di sciabola, il pugno e la presa. L’attacco con l’arma bianca sarà sicuramente la strategia più usata per terminare con successo qualsiasi combattimento. Negli scontri più concitati infatti, l’utilizzo delle altre due opzioni rallenteranno l’azione scoprendo il fianco anche ai miseri pirati di strada che potranno colpire indisturbati. Teoricamente ogni contrattacco può essere evitato grazie ad una icona rossa che apparirà ai piedi del nemico. Esiste poi una seconda tipologia di nemici che non può essere sconfitta con i metodi tradizionali ma sarà necessario eseguire una combo dopo aver caricato l’apposita barra, come si faceva negli arcade-game anni novanta. Infine, in stile cinematografico, il giocatore dovrà affrontare dei duelli cercando di rispondere a tempo ai colpi inflitti dal nemico per poi contrattaccare e dare vita a sua volta ad una serie di combo sperando di mandare a segno i colpi.

Ai confini del mondo… e del giocoLa trama si sviluppa a cavallo tra il secondo e il terzo film riprendendo scene famose agli appassionati ma spesso riadattate ai fini videoludici. Ad esempio per ottenere il cuore di David Jones non bisognerà sfidarlo a carte ma suonare il suo gigantesco organo dopo aver recuperato lo spartito dai due mini-boss. I livelli mettono in luce un’altro limite del prodotto Eurocom: l’estrema linearità non permette la libertà d’azione che un titolo di pirati meriterebbe. Città come Port Royal e Singapore si riducono a semplici viuzze che sfociano in un’area più vasta che presuppone un combattimento particolarmente ostico. Anche i tesori e gli oggetti extra utili non ai fini della trama ma per sbloccare obiettivi, sono collocati in zone adiacenti al percorso principale e basterà un minimo di attenzione per completare un livello al 100%, minando fortemente il fattore rigiocabilità. Nel corso delle undici missioni difficilmente capiterà di incappare in combattimenti troppo ostici o enigmi irrisolvibili, tutto questo si traduce in una longevità che si attesta sulle otto ore di gioco circa. Anche il tanto decantato motore grafico non è esente da difetti che dimostrano un lavoro sommario in fase di beta testing: riteniamo inaccettabile che un gioco del 2007 presenti ancora compenetrazioni dei corpi, fenomeni di bad-clipping e muri invisibili soprattutto in un gioco che per tipologia non si avvicina nemmeno lontanamente a titoli free-roaming. Anche l’interazione con l’ambiente esterno è veramente ridotta al minimo, non sarà infatti possibile interagire se non con gli oggetti che per gli sviluppatori hanno una finalità nello svolgimento dell’azione. Convince invece il doppiaggio che vede, per la maggior parte dei protagonisti, le voci italiane originali del film. Le battute scorrono senza che si abbia mai la sensazione di una lettura forzata e anche la sincronia labiale si dimostra tra le migliori in un videogioco. Anche i commenti dei personaggi non giocanti sono piuttosto numerosi e divertenti e ben si adattano al contesto del gioco.

– Divertente fino alla fine

– Doppiaggio ben realizzato

– Duelli appassionanti

– Corto e difficilmente rigiocabile

– Numerose sbavature grafiche

– Sistema di controllo macchinoso

– Azione di gioco ripetitiva

6.3

Nonostante i tanti difetti su cui qualunque giocatore farà fatica a sorvolare, “Pirati dei Caraibi – Ai confini del mondo” si rivela un titolo tutto sommato piacevole e abbastanza divertente da giocare dall’inizio alla fine anche in virtù di una longevità non proprio elevatissima. La presenza degli obiettivi e di oggetti segreti da ricercare tra un combattimento e l’altro lascia al titolo Eurocom un piccolo margine di rigiocabilità ai fans della trilogia piratesca targata Jerry Bruckheimer soprattutto se riusciranno a sorvolare sulla eccessiva ripetitività dell’azione di gioco.

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