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Recensione

88 Heroes

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Avatar di Marcello Paolillo

a cura di Marcello Paolillo

Editor-In-Chief

Pubblicato il 29/03/2017 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

7.5

Ci sono giochi a piattaforme in cui la precisione non serve, in cui vige la regola del collezionare un tot di oggetti (che siano stelle, cuori o monete) per procedere allo stage successivo. Divertente, senza alcun dubbio, ma anche insospettabilmente rilassante. Poi però c’è un’altra categoria di platform, quella in cui la precisione è tutto, in cui un salto andato storto manda all’aria ogni cosa, costringendoci a ripetere d’accapo l’intero livello, sotto una pioggia di imprecazioni più o meno colorite e l’ennesimo joypad lanciato in direzione del muro di casa. 88 Heroes appartiene proprio a questa seconda categoria, quella dei giochi a piattaforme roguelike nudi e crudi, rigorosamente in due dimensioni, con tanto di estetica in pixel art a farla da padrone. Un genere tornato sulla cresta dell’onda grazie all’invasione degli indie apparsi nei cataloghi digitali di tutto il mondo negli ultimi anni, il cui portabandiera risponde sicuramente al nome di Super Meat Boy. Ora, però, gli 88 eroi di Bitmap Bureau tentano di portare il genere nel dorato mondo del citazionismo folle. E il risultato è tanto strambo quanto discretamente riuscito.

Gli 88 folli
La trama è tanto un pretesto quanto una certezza: sono le 8:08 del giorno 8 agosto del 1988 e il perfido Dottor H8 ha deciso di distruggere il pianeta. A meno che, ovviamente, non gli si diano 88 ottilioni di dollari entro 88 minuti. In caso contrario, il perfido tiranno farà partire ben 88 ordigni nucleari in direzione della Terra. Fortunatamente 88 intrepidi eroi, in soli 88 minuti, saranno chiamati a salvare il pianeta dalla minaccia che incombe. E qui entreremo in gioco noi: un conto alla rovescia verso l’apocalisse e soltanto 88 secondi per arrivare all’uscita del livello di turno, visto che avremo una vera e propria “torre” da scalare sino all’inevitabile scontro finale col ciclopico dittatore spaziale. E stavolta, come spesso accade in prodotti del genere, non saremo noi a decidere quale eroe impersonare, visto che gli 88 personaggi ci saranno concessi in maniera del tutto casuale (ovviamente, si alterneranno ogniqualvolta moriremo con uno di loro), e ciascuno sarà dotato di abilità speciali a tema. Vale a dire che nessun livello è uguale al precedente, né è possibile sapere cosa ci si parerà davanti una volta iniziato lo stage. L’elemento roguelike è quindi marcato e predominante, sebbene ci sia un “ma” molto serio da sottolineare in rosso: a differenza di titoli analoghi come The Binding of Isaac, infatti, i livelli di gioco di 88 Heroes non sono generati in maniera procedurale. Ciò sta a significare che il fattore rigiocabilità ne viene inevitabilmente danneggiato, visto che basterà una prima run per avere ben chiara la strutta d’insieme, memorizzando il level design e i vari pattern di gioco. Questo è un piccolo ma significativo difetto per il titolo sviluppato dai ragazzi di Bitmap Bureau, dato che conoscere in partenza la struttura di un determinato stage vanificherà la sensazione di scoperta e voglia di studiare l’ambiente circostante, come invece accade più e più volte nella prima tornata di gioco.
I Magnifici 88
Dimenticatevi ad ogni modo un platform clemente che vi accompagnerà per mano: in 88 Heroes si muore e anche spesso, e solo la precisione millimetrica di un salto e lo studio più che attento di ciascuna piattaforma e abilità dataci in concessione ci permetterà di uscire indenni passando allo stage successivo. Questo perché basterà essere semplicemente sfiorati da un nemico o mancare anche solo un appiglio per essere vittima dell’inevitabile Game Over e ricominciare tutto daccapo con un eroe diverso, preso direttamente dagli ottantotto a disposizione. Senza considerare che sul campo non troveremo alcun item o power-up di sorta a supportarci, se non delle monete in grado di far tornare in vita un eroe tra gli oltre ottanta che faranno la loro apparizione random (ma ne dovrete comunque accumulare un bel gruzzoletto prima di riuscire a resuscitarne qualcuno). 
A livello di meccaniche 88 Heroes è di così facile assimilazione da risultare quasi anacronistico: per le abilità speciali tutto è affidato a un singolo tasto, oltre all’ovvia possibilità di effettuare un salto. Non c’è altro, a livello di sistema di controllo, da dover essere assimilato prima di lanciarci nell’avventura principale, salvo prendere subito confidenza con l’incredibile mole di personaggi giocabili presenti, ognuno dei quali differente per aspetto e poteri. E va da se che i protagonisti di 88 Heroes sono una citazione dietro l’altra della cultura pop degli ultimi trent’anni, che faranno sicuramente la gioia di tutti quelli cresciuti alla fine del secolo scorso: si va dall’emulo di Conan il Barbaro, passando per la parodia del cantautore Rick Astley (ricordate la nota canzone “Never Gonna Give You Up”?), continuando ancora con guerrieri ninja, unicorni magici, giocatori di Basket e moltissimo altro ancora. E va detto che alcuni eroi avranno maggiori possibilità di superare indenni i vari livelli di gioco impostati rigorosamente in 2D, dato che più di una volta il giocatore potrà (e dovrà) sfruttare appieno le abilità dei personaggi, che sia effettuare un doppio salto, rompere una barriera o teletrasportarsi da un punto a un altro dello schermo. 
88 Minuti per morire
Nulla ad ogni modo è lasciato al caso in 88 Heroes e tutto sembra essere li per una specifica ragione. L’obiettivo di fine livello, come accennato nelle prime righe di questa recensione, sarà semplicemente quello di trovare al più presto la via d’uscita, sebbene a volte (non così frequentemente) saremo chiamati a sconfiggere alcuni piccoli boss che ci ostacoleranno il cammino. Nulla di proibitivo, visto che il tasso di difficoltà di 88 Heroes risiede in primis nelle numerose sezioni platform. E in questo il titolo Bitmap Bureau sa come farsi notare, così come il comparto grafico ed estetico scelto per l’occasione: realizzato come fosse tutto trasmesso su di un vecchio monitor di sorveglianza a tubo catodico, 88 Heroes ha uno stile sobrio, asciutto e coloratissimo. Niente guizzi artistici o effetti particellari, solo una secchiata di pixel a schermo capaci di immergerci in questo contesto assolutamente no sense e vagamente sci-fi scelto dagli sviluppatori. Oltre a ciò, è incluso anche un comparto audio che ricalca le tipiche sonorità anni 80 e 90 che omaggiano il gioco in ciascuno degli ottantotto minuti entro i quali saremo chiamati a concludere la nostra avventura. Chiudono il quadro la modalità “Magnifici 8”, in cui saremo chiamati a utilizzare 8 personaggi anziché 88, oppure affrontare la ben più ostica “Solitario”,  la quale ci metterà alla prova chiedendoci di completare il gioco con un singolo personaggio (e non sarà una passeggiata, potete starne certi). Per il resto, si tratta sempre e solo di pura giocabilità 2D in salsa roguelike. Prendere o lasciare.

– 88 personaggi fuori di testa

– Sistema di gioco immediato e velocissimo

– Buona resa dei livelli in salsa roguelike…

– … se non fosse per l’assenza di stage generati proceduralmente

7.5

88 Heroes è il platform che non ti aspetti: controverso, visivamente sorprendente e con un livello di difficoltà decisamente alto. Senza contare le citazioni, decine – forse centinaia – di riferimenti a film anni 80 e videogiochi di successo del passato, senza negarsi neppure la presenza tra le righe di attori, cantanti e personaggi della cultura pop degli ultimi vent’anni. Un tripudio di pixel art (e imprecazioni dopo l’ennesimo Game Over) per un titolo che va di diritto ad affiancare Super Meat Boy e soci nella categoria degli platform hardcore di prim’ordine. Peccato solo per la mancanza di un design dei livelli generato proceduralmente, croce e delizia di un prodotto che in ogni caso diverte per tutti gli 88 minuti necessari al suo completamento. E nel caso non riusciate a portarlo a termine, vi suggerisco di riprovarci più volte. Ottantotto volte, magari.

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