Il dibattito su un possibile sequel di Fallout: New Vegas torna prepotentemente alla ribalta, ma le dichiarazioni dei vertici di Obsidian Entertainment sembrano raffreddare gli entusiasmi dei fan.
Durante un'intervista rilasciata a The Game Business, Marcus Morgan e Justin Britch, entrambi vicepresidenti dello studio californiano, hanno affrontato l'argomento che più scalda gli animi della community: la realizzazione di un secondo capitolo ambientato nel deserto del Nevada.
La risposta, per quanto diplomatica, ha delineato una direzione aziendale ben precisa che privilegia la creatività originale rispetto ai franchise consolidati.
La questione è particolarmente sentita perché New Vegas rappresenta per molti appassionati il punto più alto dell'intera saga Fallout per quanto riguarda i capitoli in tre dimensioni.
Nonostante il suo status di spin-off, il gioco ha conquistato un posto speciale nel cuore dei giocatori grazie alla profondità narrativa e alla qualità eccezionale della scrittura, elementi che continuano a farlo preferire ad altri episodi della serie anche a distanza di anni dalla sua uscita.
Morgan ha riconosciuto apertamente l'ossessione della fanbase: ogni volta che lo studio annuncia un nuovo progetto, la domanda più ricorrente sui social network riguarda inevitabilmente quando vedremo un nuovo Fallout ambientato a New Vegas.
L'acquisizione di Bethesda da parte di Microsoft nel 2020 aveva alimentato le speranze, riunendo sotto lo stesso tetto aziendale sia gli sviluppatori di Obsidian che i proprietari dell'IP Fallout.
Il successo travolgente della serie televisiva di Fallout su Prime Video ha ulteriormente intensificato le aspettative, soprattutto considerando che parte della trama sarà ambientata proprio nella città del peccato.
A questo si aggiunge la lentezza notoria di Bethesda nel produrre nuovi capitoli numerati della saga, rendendo l'attesa per un ipotetico Fallout 5 ancora più lunga e frustrante per i fan.
Tuttavia, Britch ha voluto sottolineare un aspetto fondamentale del rapporto con Microsoft: la divisione Xbox si è dimostrata estremamente favorevole verso i progetti che lo studio desidera effettivamente realizzare.
Questa libertà creativa rappresenta, secondo i dirigenti di Obsidian, uno dei principali benefici derivanti dall'essere entrati a far parte dell'ecosistema Microsoft.
Morgan ha poi illustrato il cambiamento radicale nella strategia produttiva dello studio. Quest'anno tutti e tre i titoli in sviluppo presso Obsidian sono basati su proprietà intellettuali originali create internamente.
Una svolta significativa se si considera che, prima dell'acquisizione da parte del colosso di Redmond, gran parte della storia dello studio era caratterizzata dal lavoro su franchise di terze parti, dai Knights of the Old Republic a Neverwinter Nights, passando appunto per Fallout.
La filosofia attuale dello studio punta decisamente verso la costruzione di universi narrativi proprietari, sviluppati dal nulla secondo la visione creativa del team.
Dopo anni dedicati alla creazione di nuove serie originali come The Outer Worlds e Grounded, Obsidian ha raggiunto una fase di maturità in cui si trova ora a sviluppare sequel delle proprie IP, consolidando così un catalogo di proprietà intellettuali completamente sotto il proprio controllo creativo.
Una strategia che, pur deludendo chi sogna un ritorno nel Mojave post-apocalittico, garantisce allo studio una libertà artistica probabilmente irrinunciabile.