Il mondo del gaming sta seguendo con attenzione crescente una vicenda che potrebbe avere ripercussioni enormi sull'industria videoludica: il direttore dell'ufficio brevetti statunitense (USPTO) ha ordinato personalmente un riesame straordinario del controverso brevetto concesso a Nintendo lo scorso settembre, che copre meccaniche di gioco già utilizzate in decine di titoli. La decisione di John A. Squires, direttore dell'USPTO, rappresenta un evento rarissimo nel settore - l'ultima volta che un direttore era intervenuto personalmente risale al 2012 - e potrebbe ridisegnare i confini legali delle meccaniche di gameplay brevettabili.
Al centro della controversia c'è un brevetto che Nintendo ha ottenuto negli Stati Uniti a settembre 2024, il quale copre l'azione di evocare un personaggio secondario che combatte al posto del giocatore. Si tratta di una meccanica fondamentale non solo per i giochi Pokémon, dove gli allenatori mandano in battaglia le creature catturate, ma anche per innumerevoli altri franchise di successo come Pikmin, Persona, e persino titoli action-RPG con compagni di squadra controllabili automaticamente o manualmente.
Squires ha motivato il riesame citando due brevetti precedenti che potrebbero invalidare completamente quello di Nintendo. Il primo, concesso a Konami nel 2002 e identificato come "brevetto Yabe", descrive già un sistema in cui un personaggio secondario combatte a fianco del giocatore con modalità automatica o manuale. Il secondo, paradossalmente, è stato concesso alla stessa Nintendo nel 2020 ("brevetto Taura") e copre anch'esso un compagno di battaglia controllabile in diverse modalità.
Secondo quanto riportato dal sito specializzato Games Fray, nella documentazione ufficiale Squires dichiara che "sono emerse questioni sostanziali e nuove riguardo alla brevettabilità" del claim Nintendo. L'aspetto più controverso è che l'esaminatore originale aveva rigettato l'esistenza di precedenti tecnologici che coprissero "due tipi di battaglia: una modalità in cui il giocatore inserisce comandi direttamente e una modalità più semplice e automatica". Eppure, come sottolinea il direttore, sia Yabe che Taura descrivono esattamente questa doppia modalità.
La vicenda assume contorni ancora più significativi se contestualizzata nella battaglia legale in corso tra Nintendo e Pocketpair, sviluppatore di Palworld. Il titolo survival con creature catturabili, uscito in early access a gennaio 2024 su PC e Xbox, ha venduto milioni di copie scatenando l'ira della casa di Kyoto, che ha intentato una causa in Giappone sostenendo la violazione di tre brevetti legati proprio alle meccaniche di cattura dei mostri, incluso il lancio delle sfere per evocarli e il loro utilizzo come mezzi di trasporto.
Ironia della sorte, proprio la scorsa settimana l'ufficio brevetti giapponese ha respinto una richiesta di brevetto presentata da Nintendo per una meccanica di cattura simile a quella dei giochi Pokémon. Il Japan Patent Office ha citato come precedenti titoli quali Ark: Survival Evolved, Craftopia, Monster Hunter 4 e persino Pokémon GO stesso, suggerendo che queste idee fossero già consolidate nel design videoludico contemporaneo.
La community gaming ha reagito con allarme alla notizia del brevetto statunitense di settembre, temendo un'ondata di contenziosi contro studi che utilizzano meccaniche di evocazione - mettendo potenzialmente a rischio serie storiche come Persona di Atlus, titoli con companion controllabili come Dragon Age, o persino giochi strategy con unità evocabili. Tuttavia, è importante sottolineare una distinzione fondamentale: a differenza del trademark law, dove un'azienda rischia di perdere il marchio se non lo difende attivamente, la legge sui brevetti permette di essere selettivi nell'enforcement.
Nintendo può quindi scegliere strategicamente quando e contro chi utilizzare questi brevetti, concentrandosi su prodotti che ritiene minaccino direttamente la propria proprietà intellettuale piuttosto che su qualsiasi gioco che implementi meccaniche simili. La strategia legale della casa giapponese appare dunque orientata alla protezione del proprio ecosistema Pokémon più che a un blocco generalizzato dell'innovazione nel game design.