Abbiamo riportato in passato le vicende sul cosiddetto “datagate“, che avrebbe coinvolto anche Microsoft, accusata di aver permesso l’accesso dei dati ad istituzioni d’intelligence statunitensi.Google, sebbene non sia citata nello stesso scenario, sta subendo però accuse simili: il motivo è Gmail, che tramite un processo automatizzato scansiona tutte le mail che passano per l’account. Nulla di segreto, visto che il disclamer lo cita più o meno apertamente. Il problema è che anche qui alcuni iniziano a sospettare che anche Big G garantisca troppo facilmente accessi a NSA, CIA &C, anziché usare i dati raccolti a scopo pubblicitario.Per questo Consumer Watchdog, ha aperto una class action tempo fa e ora, ha pubblicato stralci dell’arringa difensiva di Google (che verrà discussa in tribunale dal 5 settembre): il succo della difesa preparata dagli avvocati, è che non si può pretendere privacy nelle email quando ci si affida a terzi, esattamente come per le lettere tradizionali.Google ha risposto alle polemiche scatenate dai documenti pubblicati, dichiarando che sono state introdotte da tempo tecnologie all’avanguardia per tutelare la privacy degli utenti.