Un recente tweet di Hideo Kojima ha sollevato un polverone sui social network, dal momento che ha dato l’impressione di un certo egocentrismo da parte del giapponese.
Per l’ennesima volta, Kojima aveva offerto una spiegazione riguardo alla definizione di “A Hideo Kojima Game”, il moniker con cui vengono lanciati i suoi titoli dai tempi di Metal Gear Solid fino a Death Stranding.
Questa spiegazione lo vedeva però protagonista di numerosissimi ruoli all’interno del team di sviluppo e non solo, il che restituiva la sensazione di un certo sminuimento del lavoro degli altri impiegati di Kojima Productions.
Questo è stato oggetto di critiche più o meno dure e di tanta ironia, che si è riversata in rete dividendosi tra chi difende l’operato dei tanti dipendenti dello studio e chi ha semplicemente riso del cinguettio.
— Márcio Gonçalves (@MrFebril) September 22, 2019
Al di là delle battute, un’utente su Twitter ha fatto notare che la traduzione dai tweet in Giapponese e quelli in Inglese tra i due account di Kojima potrebbe aver fatto qualche pasticcio.
Mentre la dichiarazione nella lingua di Albione risulta secca, quella originale parla di “essere coinvolto” in un processo che include tutte le voci menzionate, che è un po’ diverso.
If you want to know what Kojima was actually trying to communicate in that tweet, here's my attempt at a de-mangled translation(and for the record, I've been credited as the lead designer/writer/producer on a team project or two, but have never supported the idea of auteurism) pic.twitter.com/BM1CCdpiLw
— Naomi Clark [暗悪・直美] (@metasynthie) September 22, 2019
Kotaku ha fatto lo stesso tipo di annotazione riguardo alla natura di “essere indipendente” di Kojima Productions, messa in dubbio da tanti e persino da diversi sviluppatori che notavano come sia facile essere indipendente sotto un publisher importante come Sony.
In quel caso, la dichiarazione originale in Giapponese parlava dell’atto della fondazione di un nuovo studio e non uno che fosse carente in termini di mezzi, al punto che Kojima aveva rivelato come grazie alle sue “connessioni” avrebbe potuto realizzare comunque un gioco “grande” al posto di uno “indie” (su suggerimento di Guillermo del Toro, che non lo voleva su qualcosa di più piccolo).
Insomma, la barriera del linguaggio è per il creatore di Metal Gear e per i suoi collaboratori un problema abbastanza serio, e chissà che nel prossimo futuro non si pensi di migliorare proprio per evitare certi fraintendimenti.