Call of Duty 2020 è ancora pianificato per l'autunno, nonostante il coronavirus

La programmazione di Call of Duty pare destinata a procedere a spron battuto al di là dei problemi ambientali che si stanno susseguendo

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a cura di Paolo Sirio

L’ormai ex Kotaku Jason Schreier ha rivelato che Call of Duty 2020
non dovrebbe subire ritardi rispetto alla sua usuale finestra autunnale, nonostante la pandemia di COVID-19 che sta piagando il mondo, dei videogiochi e non.

La release di quest’anno, stando ai rumor, dovrebbe essere stata affidata nuovamente a Treyarch, che sarebbe subentrata un anno prima del previsto a Sledgehammer Games e Raven Software a causa di problematiche legate allo sviluppo del loro CoD.

A detta del giornalista americano, tuttavia, c’è sempre la possibilità che “nei prossimi mesi” qualcosa nella calendarizzazione del titolo cambi in seguito ad eventuali difficoltà che potrebbero come potrebbero non sorgere.

Schreier afferma inoltre che non si tratterebbe di un reboot, quindi non sarebbe un riavvio narrativo della saga ma di un prodotto che terrebbe fede a quanto successo nelle quattro uscite precedenti.

Il gioco dovrebbe essere ambientato tra Guerra del Vietnam e Guerra Fredda, e presentarsi come una sorta di reinvenzione del franchise di Black Ops.

Secondo le ultimissime, che abbiamo riportato ieri da una fonte diversa da Schreier, il titolo dovrebbe essere sì ambientato nell’universo di Black Ops e avere degli stretti collegamenti con quell’immaginario ma al contempo avere una denominazione nuova.

La programmazione di Call of Duty pare dunque destinata a procedere a spron battuto al di là dei problemi ambientali che si stanno susseguendo.

Un remaster della campagna di Modern Warfare 2 è stato appena proposto, e a quanto pare ci sarebbe già il remaster di quella di Modern Warfare 3 in sviluppo.

Questo senza contare Warzone, la battle royale gratuita di Call of Duty che conta già un totale di 50 milioni di giocatori accumulati da marzo ad oggi.