Ogni 1° agosto, i fan dell’Arrampicamuri di tutto il mondo celebrano lo Spider-Man Day, un’occasione speciale dedicata a uno dei supereroi più amati di sempre. Ma perché proprio oggi? Il motivo è storico: era l’agosto del 1962 quando Spider-Man fece il suo debutto su Amazing Fantasy #15, cambiando per sempre la storia dei fumetti. Creato da Stan Lee e Steve Ditko, Peter Parker ha rappresentato un nuovo tipo di eroe: giovane, imperfetto, pieno di problemi... ma anche incredibilmente umano.
Oggi Spider-Man non è solo Peter: da Miles Morales a Spider-Gwen, passando per i film, le serie animate e i videogiochi, il mito dell'eroe si è evoluto, restando sempre attuale. Volete iniziare a leggere le sue avventure, eccovi la nostra guida ai 10 fumetti essenziali.
Chi è Spider-man
Spider-Man è uno dei supereroi più iconici e amati di sempre. Creato nel 1962 da Stan Lee e Steve Ditko sulle pagine di Amazing Fantasy #15 (data di copertina agosto 1962), il giovane Peter Parker è il primo adolescente protagonista di un fumetto supereroistico che vive problemi quotidiani: scuola, amore, lavoro, responsabilità. Dopo essere stato morso da un ragno radioattivo, Peter acquisisce forza sovrumana, agilità, la capacità di aderire alle superfici e un “senso di ragno” che lo avverte del pericolo. Ma è con la tragica morte dello zio Ben che comprende il valore della frase destinata a diventare leggenda: "Da un grande potere derivano grandi responsabilità."
Nel corso di oltre 60 anni di pubblicazioni, Spider-Man ha attraversato innumerevoli fasi editoriali, adattandosi ai cambiamenti della società e dell’industria del fumetto. Ha combattuto supercriminali memorabili, vissuto eventi catastrofici e avventure multiversali, ed è stato protagonista di storie intime e umane che lo rendono più vicino al lettore di qualunque altro eroe Marvel. Che tu voglia cominciare dalle origini, dai racconti moderni o dai grandi crossover, Spider-Man ha sempre una storia giusta per te. In questa guida troverai 10 titoli ideali per entrare nel suo mondo.
Amazing Fantasy #15 (1962) – Le origini
Quando Spider-Man esordisce nel 1962, il mondo dei fumetti cambia per sempre. A differenza dei supereroi adulti o dei giovani relegati a semplici spalle, Peter Parker è il primo adolescente protagonista a tutti gli effetti, con una vita interiore complessa, problemi reali e un’identità segreta tutt’altro che gloriosa. Introdotto da Stan Lee e Steve Ditko su Amazing Fantasy #15, Peter è timido, impacciato, spesso bullizzato: un "tipo strano", in cui migliaia di lettori si sono riconosciuti sin dal primo istante.
Ma è proprio questa estraneità che trova compensazione nell’identità di Spider-Man: agile, forte, sicuro di sé e sempre pronto alla battuta. Una maschera che dà voce a ciò che Peter non riesce a esprimere, e che nel tempo diventerà la dominante della sua personalità. La vera rivoluzione però non sta solo nel costume, ma nel cuore: il trauma per la morte dello zio Ben e il peso del celebre insegnamento – “Da un grande potere derivano grandi responsabilità” – trasformano il giovane Parker in un eroe profondamente etico, combattuto, umano.
A rendere Spider-Man così unico è il realismo delle sue storie: l’eroe salva il mondo ma fatica a pagare l’affitto, ama profondamente ma sbaglia spesso, è forte ma pieno di dubbi. In sole undici pagine, Stan Lee e Steve Ditko definiscono tutto: la trasformazione di Peter, la morte di zio Ben, l’embrione del concetto di responsabilità. Un classico intramontabile, breve ma denso di significato.
The Amazing Spider-Man #121-122
Con La Notte in cui Morì Gwen Stacy, Spider-Man perde per sempre l’innocenza. Pubblicata nel 1973, questa storia rappresenta una vera e propria cesura nella vita di Peter Parker e nell’intero universo Marvel. Green Goblin, nemesi tra le più feroci dell’Arrampicamuri, colpisce nel modo più brutale possibile, prendendo di mira Gwen, l’amore più profondo di Peter. La morte della ragazza, precipitata dal ponte George Washington in uno scontro drammatico, non è solo uno shock narrativo, ma un simbolo della fine della Silver Age della Marvel.
Gerry Conway e Gil Kane non si limitano a costruire una tragedia personale: raccontano il crollo emotivo di un eroe costretto a confrontarsi con i limiti del suo potere. Nonostante il suo tentativo disperato di salvarla con una ragnatela, Gwen muore – e il lettore resta con il dubbio se sia stata la caduta o il contraccolpo del salvataggio a spezzarle il collo. Una domanda scomoda, dolorosa, che perseguiterà Parker a lungo, e che segna il passaggio da un’era eroica più spensierata a una narrativa più adulta, fatta di conseguenze, senso di colpa e lutto.
Questa storia, ancora oggi, è uno dei momenti più iconici e controversi del mito di Spider-Man: un racconto capace di toccare corde universali, in cui il dolore diventa parte integrante dell’identità di un supereroe che, da quel giorno, non sarà più lo stesso.
Peter Parker, The Spectacular Spider-Man #107-110
Nel 1985, La morte di Jean DeWolff rompe con il tono tradizionale delle storie di Spider-Man e lo cala in un noir urbano, cupo e drammatico. Jean era un personaggio secondario ma significativo: una detective della polizia di New York, alleata discreta di Spider-man, capace di vedere oltre la maschera. Quando viene assassinata a sangue freddo da un serial killer mascherato chiamato Mangiapeccati, Peter si ritrova a indagare in una spirale di rabbia e dolore che lo porta a mettere in discussione i limiti della giustizia.
Peter David firma un racconto maturo e spiazzante, in cui Spider-Man si confronta con la morte reale, con l’inefficacia del sistema giudiziario e con la tentazione della vendetta. Spider-man non è più solo un eroe agile e scanzonato, ma un uomo che soffre, dubita, crolla. In parallelo, assistiamo al punto di vista di Daredevil, che incarna la legge e l’etica. Il loro confronto finale è uno dei più memorabili della Marvel anni ’80.
La morte di Jean DeWolff è un’indagine psicologica intensa, che mostra Spider-Man come un uomo vulnerabile alle ombre della propria coscienza.
Spider-Man: Blu di Jeph Loeb e Tim Sale
Nel 1973, sulle pagine di The Amazing Spider-Man #121–122, accade l’impensabile: Gwen Stacy muore. La giovane studentessa, primo grande amore di Peter Parker, viene gettata dal ponte George Washington da Green Goblin (Norman Osborn) e Spider-Man, nel tentativo di salvarla, la afferra con la sua ragnatela… ma è troppo tardi. Forse il colpo del contraccolpo al collo, forse la caduta: la verità è che Peter non riesce a salvarla. In un solo istante, l’anima di Spider-man si spezza.
Quella notte segna un punto di non ritorno. Per i lettori è la perdita dell’innocenza ma per Peter Parker è molto di più: è la frattura mai del tutto sanata tra il suo cuore umano e il suo ruolo da supereroe. Un dolore che per anni resta sommerso, inespresso, fino a quando Spider-Man: Blu di Jeph Loeb e Tim Sale non decide di dargli voce.
Nel racconto, ogni anno a San Valentino, Peter si isola per ricordare Gwen. Torna sul ponte, lascia una rosa, registra un messaggio che lei non ascolterà mai. Le sue parole sono un flusso emotivo pieno di rimpianto e struggimento. “Mi sento blue,” dice Peter. “Triste, come nei vecchi pezzi jazz.” È una lettera d’amore malinconica e spezzata, raccontata con delicatezza: la tragedia non viene mostrata, ma suggerita nei silenzi e nelle pause delle sue parole.
Le tavole di Tim Sale accompagnano perfettamente questa narrazione, una struggente lettera d’amore e rimpianto, Il suo tratto si muove tra presente e passato, tra l’umorismo spensierato della giovinezza e l’ombra persistente del lutto. La coppia Loeb–Sale firma così uno dei racconti più emozionanti mai scritti su Spider-Man, capace di cogliere la sua umanità con rara grazia.
Una storia malinconica e romantica, perfetta per comprendere il lato umano di Peter Parker. Il racconto è una lettera d’amore a Gwen Stacy e agli anni d’oro del personaggio, con uno stile narrativo intimo e poetico.
L'ultima Caccia di Kraven
Nel 1987, L’ultima caccia di Kraven segna un altro punto di svolta nella storia editoriale di Spider-Man, rivelando il lato più oscuro e tormentato dell’eroe. La storia, scritta da J.M. DeMatteis e illustrata da Mike Zeck, è un viaggio psicologico cupo, intimo e profondamente umano. In apertura, Peter Parker partecipa al funerale di un piccolo criminale che gli faceva da informatore. È un momento di silenzio e riflessione, in cui Peter mette in discussione il suo ruolo nella città, il senso della sua lotta, e perfino la propria identità. Le sue riflessioni, narrate in didascalie dal tono grave e introspettivo, mostrano uno Spider-man stanco, vulnerabile, vicino alla resa.
Contemporaneamente, Kraven il Cacciatore – uno dei nemici storici di Spidey – si prepara alla sua ultima impresa. Malato, ossessionato, deciso a morire con onore, Kraven vuole chiudere la partita con la sua preda definitiva: Spider-Man. Ma non semplicemente sconfiggendolo… vuole dimostrare di essere superiore, sostituendosi a lui, prendendone il posto per dimostrarne l’inadeguatezza. Le sue prime riflessioni sono scandite dai versi di The Tyger di William Blake, adattati per diventare una poesia sulla caccia, sulla forza e sull’identità. Una scelta potente, che lega l’ossessione di Kraven a un mito tragico e visionario.
Con disegni densi e teatrali, Mike Zeck accompagna questa discesa negli abissi interiori dei protagonisti, costruendo un’opera che è al tempo stesso un thriller, una tragedia una meditazione sull’identità e la morte. L’ultima caccia di Kraven è un capolavoro psicologico che mostra Spider-Man come non lo avete mai visto: spezzato, sepolto vivo, costretto a rinascere. Un must per chi cerca il lato più profondo del personaggio e ancora oggi è considerata una delle storie più intense e adulte dell’universo Marvel.
Spider-Verse
Nel 2014, Spider-Verse rivoluziona l’universo di Spider-man, estendendo l’idea del “potere ragnesco” a un’intera costellazione di personaggi provenienti da mondi alternativi. L’evento, orchestrato da Dan Slott, prende le basi del concetto totemico introdotto anni prima da J. Michael Straczynski — secondo cui i poteri di Peter derivano da una forza mistica primordiale — e le amplifica su scala multiversale. Spider-Man non è più un’eccezione, ma uno dei tanti “totem del Ragno” sparsi nel multiverso, tutti legati da un destino comune… e da una minaccia condivisa.
È qui che rinasce Morlun, uno dei villain più pericolosi affrontati da Peter Parker nei primi anni Duemila. Slott lo trasforma da vampiro psichico solitario a membro degli Eredi, una famiglia di predatori interdimensionali che si nutre dell’energia vitale dei totem ragneschi. Spinti da una profezia che annuncia la loro fine per mano di uno di questi “Ragni”, gli Eredi avviano una caccia implacabile che attraversa ogni realtà alternativa.
Spider-Verse è una guerra totale: decine di Spider-personaggi — da Spider-Gwen a Spider-Man Noir, da Peni Parker al maiale Spider-Ham — si uniscono al Peter di Terra-616 per contrastare la minaccia. Ma non mancano le tensioni interne: tra loro c’è anche Superior Spider-Man, la versione di Peter posseduta dalla mente di Doctor Octopus, più pragmatica e spietata, in netto contrasto con l’ideale eroico del vero Parker.
A questa saga seguirà Spider-Geddon, un seguito ancora più esplosivo in cui gli Eredi evadono dalla loro prigione e tornano più feroci che mai, pronti a completare la loro vendetta contro tutti i Ragni. Spider-Verse è un crossover spettacolare che espande l’universo di Spider-Man come mai prima, regalando azione, emozioni e una celebrazione corale dell’identità dell’Arrampicamuri in tutte le sue forme.
The Amazing Spider-man #298-300
Nel 1988, la nascita di Venom su The Amazing Spider-Man #298–300, segna uno dei momenti più iconici nella storia di Spider-man. David Michelinie, alla ricerca di un nuovo nemico capace di mettere davvero in crisi Peter Parker, recupera un elemento lasciato in sospeso: il simbionte alieno introdotto durante Secret Wars. Quel costume nero vivente, apparentemente distrutto dopo la separazione da Spider-Man, nascondeva ancora un potenziale narrativo immenso.
L’idea iniziale era quella di fondere il simbionte con una donna che odiava Spider-Man per la morte accidentale dei suoi cari. Ma in fase di sviluppo si optò per qualcosa di ancora più disturbante: un “anti-Spider-Man” in tutto e per tutto. Nasce così Venom, frutto della fusione tra il simbionte e Eddie Brock, ex giornalista caduto in disgrazia, che ritiene Spider-Man responsabile della rovina della sua carriera. Brock, colmo di rabbia, si rifugia in una chiesa per meditare sul suicidio — la stessa in cui Peter si era separato dal simbionte. È lì che le due disperazioni si incontrano.
Il simbionte riconosce in Eddie un odio speculare al proprio. Uniti da un rancore viscerale verso l’Arrampicamuri, i due si fondono in una creatura nuova, più forte, imprevedibile e inquietante. A differenza di altri nemici, Venom conosce l’identità segreta di Peter, non viene rilevato dal senso di ragno e ha poteri simili, ma potenziati. È il riflesso oscuro del nostro eroe. Lo scontro tra i due è violento, personale, viscerale. Alla fine, per proteggere Mary Jane — profondamente turbata dall’incontro con il simbionte — Peter decide di abbandonare il costume nero e tornare alla sua classica tuta rossa e blu.
Perfetto! Ecco i paragrafi riscritti nello stesso stile dei precedenti, ognuno con un’introduzione narrativa coinvolgente e una chiusura in stile “Perché leggerlo”, pensata per informare e stimolare la curiosità.
Ultimate Spider-Man
All’inizio degli anni 2000, Marvel decide di ripartire da zero. Non con un reboot in continuity, ma con la creazione dell’Universo Ultimate: una versione moderna e parallela dei suoi eroi storici, pensata per le nuove generazioni. Al centro di questa rivoluzione c’è Ultimate Spider-Man, scritto da Brian Michael Bendis e disegnato da Mark Bagley. La serie aggiorna le origini di Peter Parker in chiave contemporanea, conservando l’essenza del personaggio ma riscrivendo tutto con un ritmo narrativo più disteso, cinematografico, costruito su dialoghi realistici e momenti emotivi.
La serie riparte da un Peter Parker quindicenne che affronta i primi turbamenti dell’adolescenza, la scoperta dei poteri, il dolore per la morte dello zio Ben e l’impatto della responsabilità. I comprimari storici vengono reintrodotti con sfumature nuove: zia May più moderna, Norman Osborn più spietato, Flash Thompson meno macchiettistico. È un mondo simile ma diverso, pensato per chi non ha mai letto Spider-Man e vuole farlo senza il peso di 40 anni di continuity.
Ultimate Spider-Man è il punto d’ingresso perfetto per i nuovi lettori. Accessibile, coinvolgente, profondo, è una riscrittura delle origini che rispetta il mito ma parla il linguaggio dei tempi moderni.
Un Nuovo Giorno
Nel drammatico epilogo di Civil War, l’identità segreta di Spider-Man – rivelata pubblicamente da Peter su consiglio di Tony Stark – conduce all’attentato che riduce zia May in fin di vita. Disperato, Parker si rivolge a ogni possibile alleato, scientifico o magico, fino a incrociare la strada di Mephisto. Il patto che Mephisto propone è semplice e crudele: la vita di zia May in cambio del matrimonio con Mary Jane.
Nel 2008, Marvel decide di rilanciare Spider-Man con un nuovo inizio: nasce Un Nuovo Giorno. La memoria del matrimonio con Mary Jane è stata cancellata, e Peter Parker torna single, giovane, squattrinato e impacciato. Una mossa radicale, pensata per riportare il personaggio alle sue radici: quel mix di sfortuna quotidiana, problemi reali e grandi responsabilità che lo hanno sempre definito.
Il nuovo ciclo vede l’alternarsi di più team creativi (tra cui Dan Slott, Zeb Wells e Marc Guggenheim), con una formula simile a una writer’s room televisiva. Vengono introdotti nuovi nemici come Mister Negativo e Jackpot, tornano personaggi storici come Jonah Jameson e Zia May, e si apre una nuova era di avventure urbane, brillanti e dinamiche. Il tono è più leggero, ma non privo di momenti intensi, e l’obiettivo è uno solo: rendere Spider-Man di nuovo accessibile, popolare, divertente.
Spider-Man: La storia della mia vita
Cosa accadrebbe se Peter Parker invecchiasse realmente, anno dopo anno, come qualunque altra persona? È questa la domanda alla base di Spider-Man: La storia della mia vita, emozionante esperimento narrativo firmato da Chip Zdarsky e Mark Bagley. In questa miniserie, ogni capitolo è ambientato in un decennio diverso e mostra l’evoluzione non solo del personaggio, ma del mondo che lo circonda. Peter non è più l’eroe cristallizzato in un’eterna giovinezza, ma un uomo che cresce, ama, soffre e affronta le conseguenze delle sue azioni nel corso del tempo.
Zdarsky sfrutta il formato del what if...? per raccontare uno Spider-man segnato dalla Storia, con la S maiuscola. Guerra del Vietnam, Guerra Fredda, Civil War: eventi realmente accaduti e momenti iconici della continuity Marvel si intrecciano in un racconto che riesce a essere sorprendentemente coeso, pur nella sua natura alternativa. Tutto è costruito per esplorare, con coerenza e rispetto, l’essenza stessa del personaggio.
Ne risulta una narrazione intensa, capace di restituire al lettore un Peter Parker più umano che mai, in un mondo in cui anche gli altri eroi Marvel – come Iron Man e Capitan America – subiscono le tensioni del loro tempo. La storia della mia vita non è solo un atto d’amore verso Spider-Man: è probabilmente uno dei ritratti più maturi, malinconici e sinceri dell’eroe che tutti abbiamo imparato ad amare.