Di No Man’s Sky abbiamo già avuto modo di parlare negli scorsi mesi, e sempre utilizzando toni ammirati e speranzosi. Le poche informazioni diffuse sul titolo Hello Games lasciano trapelare un mondo di gioco vasto e ed estremamente vario, e le ultime sequenze video durante il PS Experience dei giorni scorsi non è stato da meno; cerchiamo di capire, allora, se siano state diffuse buone nuove rispetto a un progetto così affascinante.
E’ più importante la destinazione o il viaggio?Sean Murray è uno dei fondatori di
Hello Games: è principalmente attraverso i suoi modi gentili e le sue parole concise che abbiamo imparato a conoscere
No Man’s Sky nel corso dei mesi, e il suo intervento durante il keynote
Sony che ha inaugurato il Ps Experience non ha fatto eccezione. Nel video mostrato, difatti, sono state confermate alcune delle caratteristiche principali del titolo, come una grande varietà di ambientazioni, e la presenza di fauna differente per ogni pianeta visitato. Tra i fattori di spicco, poi, vengono introdotte nuove modalità attraverso le quali i giocatori potranno esplorare i vari ambienti; oltre a camminare sulla superficie dei pianeti, dunque, si potrà evidentemente volare all’interno dell’atmosfera degli stessi, oppure lanciarsi nell’esplorazione dello spazio, attraversando differenti sistemi di corpi celesti. Per ultimo, sono stati mostrati dei portali: gli sviluppatori, su quest’ultimo aspetto, non si sono sbottonati più di tanto, visto che sul blog ufficiale del team
Hello Games è possibile leggere solamente che questi misteriosi elementi porteranno i giocatori…”da qualche parte.”Il senso di libertà che sembra trasparire dalle poche sequenze mostrate è notevole, considerato che si potrà saltare da un pianeta all’altro semplicemente mettendo mano ai comandi della propria navicella. La sensazione, come già avvenuto in precedenza, è che ci si sia fermati sul più bello, ovvero proprio un attimo prima di mostrare alcune sequenze di gameplay più approfondite, e che potessero generare ancora più curiosità sul progetto. Un titolo del genere, però, merita una certa considerazione anche per il modo in cui viene sviluppato, e più si cerca di capire che esperienza verrà proposta al giocatore finale, più aumentano le domande. Tra le tante, Murray si è dilungato sulla distanza tra i vari pianeti, che nei filmati mostrati sembrano essere particolarmente esigue. Lo sviluppatore, in effetti, ha confermato che i corpi celesti saranno relativamente più vicini tra di loro di quanto non lo siano in realtà, anche per una questione stilistica. Non bisogna dimenticare, infatti, che nella concezione data dai suoi creatori
No Man’s Sky intende essere prima di tutto un gioco dalla forte componente sci-fi; intravvedere nei cieli del pianeta che si sta visitando la sagoma degli altri corpi celesti vicini, in effetti, riesce sempre a suscitare la sensazione di essere realmente alla conquista dello spazio. Le ragioni di questa scelta sono anche di gameplay: in un titolo dove una delle attività principali sarà proprio visitare corpi celesti, la scelta è stata quella di proporre spostamenti più brevi, sebbene saranno proposte location decisamente lontane e difficilmente esplorabili.
Nulla è reale, tutto è proceduraleConcentrandosi sulla velocità di movimento della propria navicella, una delle cose che è possibile notare è come il gioco riesca a creare pianeti sempre nuovi e differenti tra di loro. Il modo in cui gli ambienti entrano nel campo visivo del giocatore è una sorta di
fade in che, difatti, altri non è che il modo in cui il sistema di programmazione procedurale del titolo crea le varie location. Nessuna piccola parte del mondo di gioco è presente su un qualsivoglia supporto ottico, su un disco fisso, e nemmeno in cloud. In effetti, è solamente l’insieme di funzioni matematiche stratificate tra di loro, il cui input è la posizione dell’utente nel mondo di gioco, e l’output è l’ambiente stesso visibile con i nostri occhi, a creare il tutto. Di tutto ciò si è già discusso negli scorsi mesi, ma è importante tornarci perché tutte queste formule e calcoli che avvengono sotto i nostri occhi sotto forma di montagne e corsi d’acqua permetteranno di avere un’esperienza priva di caricamenti, sempre uguale ma al tempo stesso diversa a ogni partita. Una volta visitato un pianeta, infatti, questo verrà generato al momento, e rimarrà identico e uguale a sé stesso ogni volta che il giocatore vorrà tornarci.Secondo gli sviluppatori, dunque, l’introduzione di questo tipo di programmazione è una chiara espressione della nuova generazione di console; invece di utilizzare la potenza delle macchine da gioco per creare titoli migliori da punto di vista estetico, ma sostanzialmente molto simili ai loro predecessori old-gen,
Hello Games si è dunque concentrata sull’architettura di gioco, e sulla generazione degli ambienti.L’intero sviluppo di
No Man’s Sky, poi, è stato possibile anche grazie alle ridotte dimensioni del team di sviluppo, il che ha permesso di avere meno costrizioni dal punto di vista artistico e tecnico. Avere a che fare con un team di centinaia e centinaia di persone, secondo Murray, costringe invece il lavoro di ogni sviluppatore all’interno di mansioni predeterminate, e ciò può portare a risultati non sempre così soddisfacenti.Uscendo dall’ottica legata alla programmazione dei gioco, dunque,
No Man’s Sky vuole essere inteso come un titolo fortemente incentrato sull’esplorazione: l’introduzione del metodo procedurale perciò è da considerare come una conseguenza della natura del gioco, e non una causa.
Soli nello spazioParlando del multiplayer, Murray specifica quale tipologia di titolo dovranno aspettarsi di trovare i giocatori di No Man’s Sky: è bene dire, infatti, che il gioco non sarà un tradizionale MMO, ma si concentrerà su un’esperienza maggiormente incentrata sul singolo giocatore, e sulla sua personale scoperta dell’universo. La maggior parte dell’esplorazione avverrà dunque in solitaria, e sebbene ci si possa mettere d’accordo con altri giocatori per incontrarsi in un determinato punto, la combinazione di distanze elevate e difficoltà di descrivere con esattezza dove ci si trova renderà il tutto parecchio complicato.A livello pratico, poi, l’esperienza poggerà sulla presenza di lobby aperte, che conterranno un numero non così elevato di giocatori. L’obiettivo degli sviluppatori, in buona sostanza, non è dunque quello di creare un ambiente capace di contenere centinaia di migliaia di persone: il titolo Hello Games, perciò, non sarà incentrato sull’esplorazione di gruppo, magari organizzata con degli amici. A livello teorico, come anticipato in precedenza, la possibilità di interagire strettamente e a lungo con altri giocatori umani non è del tutto esclusa, ma le dinamiche del gioco renderanno difficile il tutto. La sintesi migliore del carattere del titolo, ancora una volta, proviene da Murray, che puntualizza: “Se volete giocare a un FPS sci-fi ambientato su pianeti lontani, potete provare Destiny.” Pur senza entrare nei dettagli, però, Murray specifica poi che sarà possibile comunicare con altri giocatori umani: comprendere come funzioni questo meccanismo però è ancora impresa complicata, data la scarsità di informazioni rilasciate.
– Progetto sempre affascinante e ambizioso
– Nuove conferme dell’enfasi posta sull’esplorazione, soprattutto in solitaria, dei pianeti
La nebbia intorno a No Man’s Sky si sta diradando, seppur ancora lentamente: in effetti non è ancora chiaro in maniera completa quale sarà l’esperienza finale proposta da Hello Games, visto che anche i trailer mostrati durante il Ps Experience non hanno dato risposta a tutte le domande degli appassionati. Non c’è dubbio, però, che il titolo rimanga un progetto affascinante, ambizioso e supportato da un team di sviluppo che, stando almeno alle informazioni disponibili, sembra avere il coraggio necessario a portare avanti la propria idea di gioco, decisamente svincolata dalla struttura dei classici MMO.
Nell’attesa di partire alla volta di pianeti sconosciuti, allora, il consiglio è quello di rimanere su queste pagine per tutte le news, le anteprime e gli approfondimenti del caso.