A tre mesi circa dall’uscita del deludente Need For Speed Undercover e dopo l’apparente cancellazione della serie, è tempo di iniziare ad analizzare quello che a sorpresa si propone come un ottimo nuovo capitolo della saga: Need For Speed Shift. In che modo EA avrà deciso di rimettere in carreggiata un brand allo sbando? Abbiamo avuto modo di capirlo attraverso una valida presentazione con relativa prova pad alla mano direttamente negli studi milanesi di Electronic Arts.
Inversione di marciaPensando al marchio Need For Speed, la prima cosa che viene alla mente sono automobili tamarre, NOS e polizia pronta a sbattere il giocatore in galera. Shift, come il nome stesso suggerisce, è invece un evidente cambio di direzione: gli sviluppatori di Slightly Mad Studios hanno deciso di riportare le gare su circuito, proponendo un gameplay meno arcade ed, anzi, sorprendentemente simulativo. In ottica di offrire una simulazione assolutamente valida, il gioco presenterà innovazioni che dovrebbero riuscire a trasmettere al meglio la sensazione di correre a bordo di pesanti bolidi ad altissima velocità: a leggi fisiche che riproducono al meglio, per quanto abbiamo avuto modo di provare, le dinamiche delle reali auto da corsa, si affiancano effetti visivi che andranno ad interessare la vista del pilota e quindi quella del giocatore: sia in fase di accelerazione che in decelerazione, cosi come nelle curve più veloci, sarà evidente l’effetto G-Force (forza di gravità) che sposterà la testa del pilota trasmettendo adeguatamente lo sforzo profuso da quest’ultimo per mantenere la visuale adeguata, cosi come raggiungendo alte velocità, la sua visuale andrà sfocandosi per simulare al meglio le reazioni del corpo umano. Attenzione quindi a schiacciare troppo il pedale; andare a sbattere, soprattutto se si sta correndo veloci, porterà sullo schermo bagliori diffusi ed un effetto intontimento che durerà diversi secondi, durante i quali gli avversari non staranno certo ad aspettare. L’effettistica video sarà adeguatamente accompagnata da relativi effetti audio, per rendere ancora più drammatici momenti di corsa veloce, cosi come curve al limite dell’aderenza o impatti dannosi.
Gameplay e danniIl gameplay dovrebbe dar modo di rendersi apprezzabile da una folta schiera di utenti; immancabili infatti gli aiuti alla guida disattivabili, tra i quali una linea su pista che suggerisce quando staccare e quando ridare gas in uscita di curva, oltre che i vari controlli di trazione ed affini. La prova effettuata s’è svolta con cambio automatico, pad Xbox 360 alla mano, il che ha dato modo di apprezzare solo in parte quello che, comunque, si comprende facilmente sia un gameplay validissimo e probabilmente tra i più simulativi degli ultimi tempi: prima di esprimerci nei dettagli in merito, è necessaria comunque una prova ben più approfondita, magari tramite apposito volante per valutare la qualità dell’eventuale implementazione del Force Feedback.Sicuramente invece possiamo già da ora fare un plauso all’ottimo sistema di danni, che influiscono realisticamente sia sull’estetica che sulla guidabilità dei mezzi; parallelamente a quanto succede in uno dei rivali, Grid, subire colpi in particolari aree dell’autovettura porta danni diretti alla componentistica del mezzo, con il rischio di modifiche alla convergenza ed in generale alla guidabilità.Altra importante feature presente nel titolo è quella che vuole porsi come una raffinata gestione dell’IA dei partecipanti alla gara: ognuno di loro, infatti, avrà una propria personalità che influrà direttamente sullo stile di guida adottato. Qualcuno tenterà sorpassi al limite, altri preferiranno aspettare rettilinei adeguati, addirittura i meno coraggiosi di loro potranno essere messi sotto pressione accodandovi e minacciando il sorpasso; se l’implementazioni di tali caratteristiche avverrà nel migliore dei modi, magari affiancando un fattore causalità che permetta di vedere incidenti credibili anche tra autovetture gestite da CPU, le dinamiche di una vera gara su circuito potrebbero essere davvero tutte a disposizione, finalmente, in un unico gioco.
Comparto tecnicoNonostante al completamento del titolo manchino ancora diversi mesi, il motore grafico alla base è frutto di circa due anni di lavori, e questo viene ben dimostrato dallo stato già ottimo della resa video. Sottolineando che la sessione di prove si è svolta su piattaforma PC, le differenti rappresentanti di marchi automobilistici celebri che abbiamo avuto modo di vedere (Lotus, Porche, Shelby, Chevrolet, Zonda, Audi) hanno mostrato già ora una qualità eccezionale per i dettagli, sia se apprezzate con inquadratura esterna, sia per l’eccezionale qualità nella realizzazione degli interni: la possibilità di muovere la testa in free look tramite analogico destro permette di scorgere numerosissimi dettagli, tra i quali persino il riflesso di parte del cruscotto sul vetro anteriore, fattori che, in aggiunta all’effetto G-Force di cui abbiamo parlato, dimostrano l’assoluta volontà del team di sviluppo di dare al giocatore una particolare predilezione per la telecamera interna, ovviamente la più simulativa e quindi la più adeguata a cotanto realismo.Ci ha sorpreso particolarmente anche la qualità dei percorsi visionati, per ora solo due. Il primo che abbiamo avuto modo di vedere era una riproduzione di Brands Hatch, circuito situato a Kent, in Inghilterra, che per quanto mostrasse elementi di contorno piuttosto spogli, cosa giustificata dalla sua ambientazione naturale, s’è fatto apprezzare per gli elementi presenti nell’immediato bordo pista. Assolutamente stupefacente, invece, il circuito originale ambientato per le vie di Londra. Sfrecciando tra case ed edifici si sono potuti apprezzare, in aggiunta ai monumenti celebri della capitale del Regno Unito, validi elementi di contorno in puro stile da gara, come cartelloni luminosi e sponsor. Decisi a mettere alla prova la qualità del comparto video, abbiamo fermato la macchina sotto uno di questi ed iniziato un burnout; gli effetti particellari del fumo ed il realismo con cui l’operazione viene attuata hanno davvero convinto, ed a sorpresa hanno stupito gli ottimi riflessi degli stessi cartelloni sulla carrozzeria lucida del nostro bolide, assolutamente in tempo reale e senza alcuna scalettatura.
L’uscita del titolo è ancora lontana: se Shift ha saputo stupire per qualità tecniche oltre che per la validità del gameplay con una versione piuttosto acerba, siamo certi che il tempo non potrà che migliorare qualcosa in cui già ora è difficile notare grossi difetti.
Nella speranza che le conversioni su console mantengano la qualità espressa da quella PC testata, non vediamo l’ora di una prova più approfondita, magari sfruttando un volante per valutare meglio la dinamica e la qualità della simulazione, oltre che di scoprire nuovi dettagli sulle modalità, per ora limitati alla generica presenza di una sorta di carriera, di cui non si sa nulla, e dell’immancabile modalità multiplayer.