È bastata una scintilla per far partire la fantasia del pubblico e della stampa del settore, e questa scintilla ha un nome ben preciso: David Jaffe, conosciuto per essere uno dei principali artefici, o il padre come si suol dire, di esclusive PlayStation del calibro di Twisted Metal e, soprattutto, God of War.Quando è iniziata a girare la notizia che Jaffe era al lavoro su una nuova IP, l’unica cosa su cui potevano essere in gran parte d’accordo è che il nuovo gioco non poteva che essere qualcosa di esagerato e così è stato. A Las Vegas, durante la prima edizione del PlayStation Experience, è stato ufficialmente presentato al pubblico questo gioco, col nome di Drawn to Death.
Boom, bitch!Drawn to Death è uno arena shooter a quattro giocatori e, già da questa fase di pre alpha, ha mostrato uno stile unico, tamarro, esagerato e… abbiamo già detto tamarro? Beh, lo ripetiamo perché una sola volta non basta a rendere giustizia ad un gioco come questo.Tutto inizia da un fantomatico ragazzino, probabilmente fuori di testa, e dalla sua matita. È con essa, infatti, che tutto prende vita all’interno del suo quaderno, iniziando dai personaggi e a finire con un luogo di battaglia in continua evoluzione, proprio grazie alla malata creatività dell’autore che in ogni momento può alterare e non poco la realtà in cui si svolge l’azione. La normalità è forse l’unica cosa che non trova spazio in questo titolo, qualsiasi cosa è un pezzo unico di un puzzle assurdo, totalmente senza senso. Eppure è proprio il non avere senso dei singoli elementi che riesce incredibilmente a dare un senso all’insieme, dove troveremo ora personaggi psicopatici come un teppista punk, accompagnato dal busto di un giocatore di basket usato a mo’ di arma, o altri più diabolici come una diavolo in grado di scomporre il proprio corpo in tanti piccoli pipistrelli, o una sorta di peluche indemoniato (che ricorda molto i protagonisti del cartone degli anni ’90 The Biker Mice) a sparare all’impazzata con una mitragliatrice o squartare tutto con una motosega come il miglior Jack. La stessa arena di gioco è composta da elementi bizzarri, trash e apparentemente decontestualizzati, tutto paradossalmente armonizzato dalla prevalenza del bianco e nero e pochissimi elementi colorati, con la prevalenza assoluta del rosso per esaltare ancor di più tutto ciò che è sangue e budella.
Disegna che ti passaA parte lo stile volgare, rozzo e pazzoide nella sua semplicità, ciò che rimane è comunque un gioco frenetico, caciarone e che cavalca un po’ l’onda del modello arena multigiocatore nato con i MOBA e che sta vedendo ora applicazioni anche a generi fondamentalmente diversi come gli sparatutto. Drawn to Death è infatti sostanzialmente uno sparatutto in terza persona, dove ogni personaggio dispone, oltre che alle varie armi particolari, delle abilità utilizzabili sia per attaccare che per spostarsi, almeno da quanto si è visto fino ad ora, e non ci sorprenderemmo più di tanto nel vedere un roster di personaggi dotati di abilità uniche – proprio come avviene nei dotalike – o ritrovare una componente più affine ai giochi di ruolo con abilità e perks sbloccabili con l’avanzare dei propri progressi di gioco.La formula in sé pare in grado di divertire, ma ovviamente è lecito aspettarsi anche ben oltre quel poco che i ragazzi di The Bartlet Jones Supernatural Detective Agency, capitanati da David Jaffe, hanno mostrato al mondo in quel di Las Vegas. Questo perché, anche se l’idea può avere del potenziale e la tipologia di gioco caotico, sborone e divertente può funzionare, tutto va a dipendere soltanto da un’unica cosa: i contenuti. Se da una parte l’idea che le mappe possano essere potenzialmente infinite ed in continuo mutamento ci rassicura, dall’altra serviranno ben più di quattro tipi di personaggi giocabili, e sarà poi da vedere se saranno soltanto basi da cui partire per personalizzare il proprio alter ego come meglio si desidera o se ci sarà un campionario di eroi fatti e finiti tra cui scegliere. In entrambi i casi servirà molta varietà, magari anche nuovi contenuti rilasciati di volta in volta per arricchire il gioco anche tenendo conto del costante feedback della community, per non rischiare di scadere in una routine di gioco stantia, con partite tutte molto fighe all’inizio ma ripetitive, che finirebbe inevitabilmente per annoiare i giocatori, buttando all’aria quanto di buono ci possa essere. Lungi da noi emettere giudizi già così in fretta, tuttavia è anche lecito aspettarsi un’offerta ludica originale, varia e divertente e, almeno per due su tre, pare proprio che la strada intrapresa sia quella giusta e che possa essere un titolo in grado di arricchire la varietà dell’offerta videoludica sull’ammiraglia di casa Sony.
– L’idea di partenza è originale e tamarra.
– Gameplay frenetico che si prospetta molto divertente.
– È il nuovo progetto di Jaffe.
Se credevate che tutta la perversa creatività di Jaffe si fosse esaurita con Twisted Metal e God of War, vi sbagliavate e Drawn to Death è la perfetta dimostrazione di cosa voglia dire pensare fuori dagli schemi per stupire e inorridire – in senso buono – i videogiocatori. Anche se i contenuti non saranno certamente indicati per tutte le età, il titolo potrebbe essere in grado sia di divertire un pubblico casual con il suo gameplay immediato, frenetico e tamarro, sia un pubblico più hardcore qualora fosse prevista una stratificazione delle meccaniche che favorirebbero assolutamente il competitivo. I dubbi che restano sono tanti, a partire dalla mole di contenuti con cui il gioco si presenterà sugli scaffali, tuttavia non ci si poteva aspettare di più per un gioco appena annunciato e ancora tanti mesi di sviluppo davanti. Non resta a tutti noi, dunque, di attendere ulteriori dettagli più avanti, come sempre sulle nostre pagine.