Recensione

Yakuza Kiwami, la recensione del remake del primo Yakuza

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a cura di Jeegsephirot

Era il 2005 quando Sega pubblicò in Giappone il primo capitolo di Ryū ga Gotoku (“Come un drago”), arrivata poi in occidente l’anno successivo con il semplice nome di Yakuza. Nel 2015, la serie ha festeggiato il suo decimo anniversario annunciando l’arrivo di un remake intitolato Yakuza Kiwami, disponibile già dall’anno scorso in Giappone, mentre nel resto del mondo è atteso per il prossimo 28 agosto 2017. Dopo la nostra preview basata sui primi cinque capitoli, ci siamo fiondati su questa nuova avventura di Kazuma per scoprire se il remake vale effettivamente la pena di essere giocato (o rigiocato).

Il ritorno del drago
Kazuma Kiryu è una leggenda nel mondo degli Yakuza, conosciuto in tutto il Giappone come il Drago di Dojima per via delle sue gesta e, soprattutto, della sua ferocia e imbattibilità in qualsiasi tipo di scontro. Le cose stanno andando bene per Kazuma, fino a quando un tragico evento non lo costringe ad assumersi la colpa di un omicidio che non ha commesso, dovendo così trascorrere dieci anni della sua vita in carcere. Al suo ritorno, uscito di galera, però le cose non sembrano essere più come prima e Kazuma si troverà coinvolto in una strana vicenda legata alla sparizione di dieci miliardi di Yen, dove la chiave di tutto sembra essere una misteriosa ragazzina di nome Haruka.
La trama di Yakuza è sicuramente uno dei tanti punti forti del gioco (e in più in generale di tutta la serie), ricca di numerosi colpi di scena e, soprattutto, di personaggi dotati di un incredibile carisma, anche se figli di una scrittura tipicamente giapponese che spesso tende a estremizzare alcune azioni e comportamenti fortemente basati sul canonico cliché del classico malavitoso che mette l’orgoglio e il rispetto sopra ogni cosa. Da menzionare poi l’ottimo lavoro svolto sui dialoghi e i filmati, qui  completamente riscritti e ridoppiati, andando inoltre ad aggiungere, rispetto l’originale, ben 30 minuti di scene inedite che andranno ad approfondire alcune vicende che precedentemente non erano state contemplate (tipo i flashback su Nishikiyama, il migliore amico di Kazuma).
Drago e Cane Pazzo
Yakuza Kiwami abbandona il tradizionale sistema di combattimento e progressione del personaggio per adottare quelli che abbiamo imparato a conoscere con il recente Yakuza 0, ovvero gli stili. Come nel prequel, infatti, Kazuma potrà utilizzare tre diversi stili di combattimento: il Rush, il Beast e il Brawler. Il Rush si concentra sulle schivate e sulle combo veloci, il Beast sui colpi lenti ma potenti e con la possibilità di utilizzare al meglio gli oggetti come armi (soprattutto quelli grossi come moto o divani), mentre infine il Brawler è uno stile più equilibrato a metà tra Rush e Beast. Ciascuno di questi stili, oltre a poter essere utilizzato liberamente tramite la semplice pressione di uno dei 4 tasti direzionali, può essere sviluppato e potenziato attraverso la spesa di punti accumulabili ad ogni level up nei tre diversi rami a disposizione, ovvero Soul, Tech e Body. Soul serve a sviluppare le Heat Action, ovvero le mosse speciali attivabili con il tasto triangolo (una volta riempita la barra apposita) rinomate nella serie per la loro potenza e violenza con cui vengono eseguite. Tech invece serve per imparare nuove abilità per ciascuno dei tre stili di combattimento, come combo più lunghe, prese e contrattacchi. Body invece per aumentare gli HP (punti vita) e potenza di attacco. C’è in realtà un quarto e inedito stile che non abbiamo ancora menzionato e che si chiama Dragon ed è la vera novità di questo Kiwami, in un certo senso. Si tratta infatti dello stile classico di Kazuma Kiryu che ha sempre utilizzato nella serie, oltre che quello più potente, non fosse che per sfruttarlo a piena potenza andrà sviluppato attraverso una simpatica e originale meccanica di gioco chiamata Majima Everywhere.  Goro Majima, per chi non lo conoscesse, è il famoso “Mad Dog di Shimano”, uno dei personaggi più famosi all’interno dell’universo narrativo di Yakuza, ma che nel primo capitolo era stato sfruttato molto poco. Dopo aver avuto il ruolo di co-protagonista in Yakuza 0, il team di sviluppo ha dunque pensato bene di mettere in risalto la figura di Goro proprio con questo “Majima Everywhere”. In poche parole, girando per il quartiere di Kamurocho, verrete costantemente assaliti da Majima che vi sfiderà a duello e, una volta battuto, vi sbloccherà una mossa e/o un potenziamento dello stile Dragon. Ogni volta che lo sconfiggerete, il livello di affinità con lui salirà e per sbloccare il rango successivo (dettato da una valutaizone che va da F a SSS) bisognerà completare una specifica missione secondaria che lo vedrà coinvolto in attività eccentriche e fuori dall’ordinario. 
Fidatevi, essere vittima di stalker da parte di Goro sarà una delle più grandi soddisfazioni che otterrete giocando questo remake.
Un drago a Kamurocho
Tra gli elementi caratteristici della serie Yakuza troviamo indubbiamente le attività secondarie, suddivise tra substories e minigiochi, che si possono intraprendere esplorando il quartiere di Kamurocho. Molte di questi, rispetto all’originale, sono state completamente rimosse e sostituite con nuove sottotrame e nuove attività secondari basate per lo più su quanto già visto in Yakuza 0. Non a caso alcune missioni secondarie saranno proprio dei prosegui narrativi di quelle già affrontante nel capitolo precedente.
Tornano trionfanti le sfide a Pocket Circuit Fighter, mentre viene introdotto invece il gioco di carte MesuKing, che altro non è che il gioco della morra cinese con delle sensuali ragazze-insetto che fanno wrestling in costume da bagno, esattamente come accadeva con le scommesse del Cat’s Fight in Yakuza 0. Siamo rimasti un po’ delusi invece dalla riduzione delle hostess da conquistare, ora limitate a 2 contro le 6 del primo capitolo, e per giunta neanche così tanto procaci e sensuali rispetto agli standard della serie. Questa limitazione poi la troviamo pure nelle sale giochi, dove tra le attività proposte ritroviamo solo quella dell’UFO Catcher e il box per scattarsi le foto. Scordatevi quindi le partite a Virtua Fighter e le corse a Outrun. Invariati infine gli svaghi come karaoke, bowling, baseball fino ad arrivare ai classici mahjong, shogi e i vari giochi d’azzardo.
A livello tecnico Yakuza Kiwami fa il suo dovere, ovvero quello di riadattare l’estetica di gioco ad un contesto più moderno, sfruttando lo stesso engine utilizzato in Yakuza 0. Il punto forte restano indubbiamente i volti e le animazioni facciali, mentre tutto il resto lascia un po’ a desiderare, assestandosi su livelli poco più che sufficienti. Nonostante questo la resa resta comunque gradevole, soprattutto per l’ennesima riproposizione di Kamurocho, ovvero la vera Kabukicho di Shinjuku, che rimane come sempre impeccabile al punto da poterlo quasi considerare un tour virtuale nel celebre quartiere a luci rosse di Tokyo.
Inecceppibile, infine, il lavoro sul già citato doppiaggio, completamente rifatto da zero riutilizzando le voci originali per adattarlo ai nuoti testi che compongono i nuovi dialoghi di gioco. Per chiarezza, a tal proposito, il gioco è disponibile esclusivamente in lingua giapponese con sottotitoli in inglese.

Tanti nuovi contenuti rispetto l’originale

Nuovi dialoghi e nuovi filmati

Goro Majima

Alcuni minigiochi dell’originale si sono persi

Tecnicamente inferiore a Yakuza 0

8.5

Siete fan storici di Yakuza? Allora non potete perdervi l’opportunità di di rivivere gli esordi di Kazuma Kiryu nella sua prima e fantastica avventura.

Avete approcciato la serie grazie a Yakuza 0? Allora troverete in Kiwami un perfetto prosieguo degli eventi e dei personaggi che avevate imparato a conoscere. Non conoscete la serie, ma siete interessati ad essa? Allora Yakuza Kiwami è il titolo entry point ideale per cominciare a prendere familiarità con questo favoloso universo videoludico. Insomma, se non l’avete capito, Yakuza Kiwami è un titolo che andrebbe recuperato a ogni costo, non ci sono scusanti, specie in questo torrido e caldo agosto.

Voto Recensione di Yakuza Kiwami, la recensione del remake del primo Yakuza - Recensione


8.5