Recensione

Warriors Orochi 3

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a cura di Pregianza

In passato siamo stati accusati di odiare a morte i Musou, a causa di alcune valutazioni non proprio lusinghiere date ad alcuni esponenti del genere. Ovviamente in realtà non li detestiamo, tendiamo semplicemente ad essere più critici nei confronti di tale tipologia di giochi perché presenta una serie di difetti evidenti che sono rimasti praticamente immutati fino ad oggi. Tra i fan di Dinasty Warriors e compagnia bella una delle serie più apprezzate è quella di Warriors Orochi, che deve la sua fama al fatto di essere un crossover dei titoli più noti di Koei. Ora è finalmente uscito il terzo capitolo (quarto in realtà), e noi abbiamo voluto vedere se questi bistrattati Hack n’ Slash hanno ancora qualcosa da offrire ai gamer dal palato fino.

I viaggi nel tempo ormai sono diventati quasi banaliQuando nella descrizione di un videogioco compare la parola “crossover”, tutte le speranze di una trama decente vanno di solito a farsi benedire. Già non è una passeggiata creare una buona storia quando si hanno premesse su cui è facile costruire, figuriamoci quando si deve trovare un filo conduttore tra mondi e personaggi che hanno poco o nulla in comune. Per farlo, Warriors Orochi 3 si è giocato l’ormai fin troppo abusata carta dei viaggi nel tempo. La premessa è piuttosto semplice: dopo la sconfitta del possente Orochi e un periodo di relativa calma nel complesso universo creato da Koei, una gigantesca idra appare dal nulla e elimina senza pietà tutti gli eroi delle varie dimensioni. Solo tre sopravvivono al massacro, Ma Chao, Hanbei Takenaka, e Sima Zhao. Quando tutto sembra perduto, a salvare la baracca arriva Kaguya, una residente del reame mistico che offre ai sopravvissuti la chance di tornare indietro nel tempo per salvare tutti i più valorosi combattenti del mondo, così da poter distruggere l’idra con il loro aiuto. Dinnanzi a cotanto nonsense il nostro commento base sarebbe “lasciate perdere la trama”, ma Warriors Orochi 3 ha una qualità non indifferente dal punto di vista della narrativa, quella di non prendersi sul serio. Le vicende non sono particolarmente avvincenti e sensate, ma sono raccontate con leggerezza e non manca qualche momento divertente. Si poteva fare di peggio.

Solo qui puoi combattere con Ryu hayabusa, Oda Nobunaga e… Brad Pitt?!?La struttura di Warriors Orochi 3 è semplice ma efficace. Tra una battaglia e l’altra sosterete in un campo base piuttosto minuto, nel quale potrete parlare con altri eroi, acquistare armi, organizzare party, o lanciarvi immediatamente in una missione. Ad ogni fase completata otterrete nuovi compagni, che andranno a rimpinguare una lista di oltre 120 guerrieri. Il numero è davvero impressionante, e ancor più stupefacente è il fatto che tutte le scelte riescono a risultare piuttosto uniche e presentano moveset distintivi. Tutti i personaggi più famosi di Koei sono presenti, e non mancano camei fuori di testa, tra cui Ryu Hayabusa, Giovanna d’Arco, Nemea di Souls of Zill O’ll, e addirittura Achille in versione “modello biondissimo”.Al giocatore è permesso di scegliere un gruppo di tre maestri d’arme per andare in battaglia, pochini se si considera il quantitativo di possibilità disponibili. Il desiderio di sbloccare nuovi guerrieri è una spinta non indifferente al completamento delle missioni, che alla fin fine si riducono al solito ripetitivo sterminio di migliaia di nemici ebeti, accompagnati da qualche comandante o sottoboss di poco più impegnativo. Durante i compiti almeno si è tentato di variare un po’ le cose con obiettivi diversificati, che vi vedranno impegnati a salvare alcuni compari, o a creare dei varchi con l’aiuto di macchine d’assedio. Non molto, ma meglio di uno stream continuo di avversari. Il vostro campo base sarà un’importante tappa tra gli scontri, poiché è lì che svilupperete i vostri beniamini fino a farli diventare inarrestabili macchine da guerra. Il venditore di armi, infatti, non si limiterà a rifornirvi di arnesi, ma vi permetterà anche di potenziarli sostanzialmente con innumerevoli caratteristiche bonus inseribili in dieci diversi slot. Non bastasse, le armi hanno più livelli di qualità e il loro danno aumenta a forza di utilizzarle. Sono presenti anche armi speciali, che inizialmente hanno statistiche più basse della media, ma una volta usate a sufficienza superano nettamente qualunque altro strumento di morte. Per acquistarle avrete bisogno di speciali cristalli ottenibili durante le missioni (droppano con una frequenza nettamente maggiore se si gioca alle difficoltà maggiori).  Prima abbiamo citato la possibilità di organizzare delle festicciole: persino questa capacità non è di contorno, e risulta necessaria per migliorare le relazioni tra i guerrieri. Potrà sembrare inutile, ma in realtà sono necessari livelli di amicizia piuttosto elevati tra determinati eroi per sbloccare alcune missioni alternative, il cui completamento permette di salvare campioni altrimenti impossibili da reclutare. Le relazioni sono migliorabili anche completando delle missioni affidate prima delle battaglie da alcuni compagni, e variando spesso i membri del proprio gruppo. Considerando che il finale completo del gioco può venir visionato solo una volta sbloccati tutti i personaggi, tenere d’occhio i rapporti sarà indispensabile per i perfezionisti.Il titolo presenta anche delle funzionalità online, ma il matchmaking non è dissimile da quanto visto negli ultimi Dinasty Warriors, quindi dovrete avere una buona fortuna per trovare qualche partita. Se però avete qualche amico da invitare a casa, potrete saltare a piè pari le partite in rete e giocare in split screen. L’esperienza è sicuramente più godibile così. Tra le modalità sono presenti anche il Free Mode, che permette di rigocare le varie mappe per potenziare i personaggi al di fuori della campagna, e un editor delle battaglie con cui si possono scegliere nemici e generali coinvolti negli scenari già provati. Gli scontri così modificati sono importabili online e scaricabili.

Non fate incacchiare Liu BeiIl gameplay dei Musou rappresenta allo stesso tempo il loro principale punto di forza e la loro prima debolezza. Da una parte il sistema riesce sempre a essere semplice e accessibile quanto basta da poter essere apprezzato da chiunque, dall’altra la scarsa complessità lo rende poco appetibile a chi desidera eseguire manovre complesse e ama avere grande mobilità in un action game. Warriors Orochi 3 aggira in parte le barriere di questa struttura inserendo un po’ di profondità nelle meccaniche di gioco. Innanzitutto diversifica gli eroi in quattro categorie: Forza, Velocità, Meraviglia e Tecnica. Ogni categoria garantisce un talento unico, ad esempio i guerrieri del gruppo Forza non possono venire buttati a terra dagli attacchi normali, mentre quelli che puntano sulla velocità possono cancellare le combo saltando ed eseguire un doppio balzo in aria. L’appartenenza a un insieme modifica anche la Barra Musou, il solito indicatore energetico che permette di eseguire attacchi speciali e mosse finali. Alcuni guerrieri potranno usare poche ma devastanti abilità prima di consumarla, mentre altri saranno in grado di spammare le loro tecniche segrete a raffica. Altra ottima caratteristica del gameplay è la capacità di cambiare combattente durante le battaglie. Non solo si può taggare durante le serie di colpi per eseguire combinazioni più devastanti, ma è anche possibile eseguire una speciale tecnica a tre, che elimina senza pietà qualunque nemico venga toccato qualche secondo dopo la sua attivazione. Insomma il combattimento funziona, ha tuttavia delle grosse carenze quanto a livello di sfida. Che in normal i Musou siano una passeggiata è noto, ma l’ultima opera di Koei non impegna molto nemmeno alle difficoltà maggiori, dove nemici potenziati non bastano a creare grossi problemi a team sviluppati a dovere. Qualche morte occasionale può capitare, ma un’opzione di salvataggio durante gli scontri elimina qualsiasi frustrazione derivante da un K.O. inaspettato (un consiglio, se vedete una bambinetta saltellante di nome Himiko, SALVATE. Non dite che non vi avevamo avvertito). Peccato, ma in generale il gameplay di Warriors Orochi 3 supera la media del genere, e risulta discretamente godibile, nonostante la ripetitività dei combattimenti.

Quantity over qualityL’ultimo nato Koei riesce a stupire dal punto di vista contenutistico, e risulta godibile persino nel gameplay, ma crolla miseramente nel comparto grafico. Sembra che gli sviluppatori si siano concentrati esclusivamente sul rendere fluida l’esperienza e abbiano lasciato perdere qualunque possibile abbellimento. I personaggi principali sono abbastanza curati, sforzo non indifferente visto il loro numero (vantano ben quattro costumi a testa), ma tutto il resto è atroce. Le ambientazioni sono spoglie, poco dettagliate e presentano strutture cubettose coperte da texture sgranate. Le stesse animazioni sono in alcuni casi abbastanza ridicole, specialmente quelle di corsa di alcuni eroi. Non parliamo poi del pop in dei nemici, che appaiono in molti casi magicamente dal nulla, o dell’inguardabile effetto speciale dell’attacco triplo descritto pocanzi. Grazie al cielo almeno non abbiamo mai avuto rallentamenti di alcun tipo durante la nostra esperienza.Il sonoro è di tutt’altra qualità, con musiche orecchiabili e ottimi doppiaggi, anche se disponibili solo in giapponese. Visto lo scempio fatto col doppiaggio inglese in alcuni titoli della serie, forse è un bene. Davvero lodevole la longevità, con una campagna lunghissima, che va giocata e esplorata a fondo per sbloccare tutti gli eroi, vari contenuti aggiuntivi, e infine una gallery ricca di unlockables.

– Un numero smodato di personaggi da sbloccare

– Molto longevo

– Profondo sistema di potenziamento delle armi

– Mantiene la ripetitività tipica del genere

– Graficamente molto scarso

– Livello di sfida bassino

7.0

Warriors Orochi 3 è uno dei migliori musou in circolazione. Il titolo ha un numero spaventoso di personaggi e il desiderio di sbloccarli tutti, unito a un paio di interessanti sistemi legati alla crescita dei guerrieri e al potenziamento delle armi, spingono quanto basta il giocatore a completare l’intera campagna. L’ultima opera Koei mantiene però tutti gli immutabili connotati del genere a cui appartiene, quindi è meglio lasciar perdere se i giochi di questo tipo vi provocano terribili dolori intestinali. Se invece riuscite ad apprezzare i Musou con tutti i loro pregi e difetti, questo è senza ombra di dubbio un must have.

Voto Recensione di Warriors Orochi 3 - Recensione


7