Recensione

The King of Fighters XIV

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a cura di erik369

Nonostante le uscite di spessore, non tutti gli amanti dei picchiaduro nipponici si sono ritrovati soddisfatti quest’anno. Ovviamente ci riferiamo all’arrivo controverso di uno dei pesi massimi del genere, ovvero Street Fighter V. Il titolo di punta di casa Capcom ha mantenuto tutta la qualità intrinseca che ha sempre distinto la serie, ma è giunto nei negozi con un quantitativo di contenuti fin troppo ridotto, che ha suscitato lo sconforto e il malcontento di numerosi giocatori. Street Fighter non è tuttavia l’unico titolo che gli amanti dei picchiaduro attendevano con trepidazione per il 2016. Il suo sfidante è anch’esso un peso massimo, capace di dare del serio filo da torcere a chiunque gli si opponga. Parliamo nientepopodimeno che di The King of Fighters XIV, titolo appartenente alla celebre serie di SNK Playmore, giunto in una nuova incarnazione dopo ben sei anni dal suo predecessore. Si tratta di una sfida ai vertici, la cui vittoria incoronerà il vero re dei picchiaduro.

The ultimate fighterThe King of Fighters XIV adotta una struttura molto simile a quella del suo precedessore, mantenendo sostanzialmente inalterate tutte le sue meccaniche basilari. Ci troviamo davanti ad un picchiaduro con combattimenti posti rigorosamente su un piano orizzontale, la cui struttura degli scontri è in larga parte costruita intorno al 3v3. Si tratta di un sistema che vede l’affrontarsi di due team composti da tre combattenti ciascuno, i quali si impegnano in una serie di scontri che portano il vincitore a combattere con il successivo membro della squadra avversaria. Mentre lo sconfitto recupera interamente la barra vitale e conserva l’energia residua del suo predecessore, il vincitore riceve unicamente un recover contenuto della vitalità. Questo tipo di struttura porta facilmente al susseguirsi di numerosi turni, rendendo l’intero scontro molto più vario grazie all’utilizzo di molteplici combattenti.Volendo parlare del gameplay vero e proprio, possiamo immediatamente affermare come l’anima hardcore della serie sia assolutamente presente e inalterata anche in questo quattordicesimo capitolo. Rimangono presenti i quattro tasti per gli attacchi base, a cui si uniscono combinazioni più o meno complesse che faranno certamente felici i fan più irriducibili del genere. Alle azioni più basilari e semplici si avvicendano altre più complesse e avanzate, come spaccaguardie, schivate, difese di emergenza, riprese, colpi di impatto, prese e controprese. Il giocatore avrà a sua disposizione una pletora di manovre impressionante, che gli permetteranno di ricavare il meglio da qualunque tipo di situazione ci si ritroverà ad affrontare, a patto, ovviamente, di essere in grado di utilizzarle. Non mancano poi le tecniche speciali, le super e le climax. Si tratta di mosse di potenza variabile e progressiva, che determinano il vero e proprio scheletro di un personaggio. Ognuna di queste tecniche può essere utilizzata inserendo un determinato input di comando, che vede spesso e volentieri l’utilizzo delle cosiddette mezzelune e quarti di luna abbinate a uno o più tasti di attacco. Le tecniche speciali possono essere utilizzate in qualunque momento, mentre le altre due categorie sono legate alla barra dell’energia. Proprio su questo particolare aspetto si lega una delle novità di The King of Fighter XIV. Si tratta della modalità Max (che va a sostituire l’Hyper Drive del precedente capitolo), una sorta stato di potenziamento temporaneo attivabile tramite il tasto R1 e l’utilizzo di una barra dell’energia. Durante tale modalità sarà possibile accedere alle versioni EX di mosse speciali e super, incrementandone non solo l’efficacia, ma modificandone anche l’animazione, con inquadrature differenti e attacchi aggiuntivi. Oltre a una maggiore spettacolarità, questa modalità aggiunge un ulteriore strato di complessità al sistema di gioco, rendendo la gestione attenta della barra dell’energia ancora più importante. Le tecniche speciali possono differire enormemente da personaggio a personaggio, sia per effettiva esecuzione che per effetti della tecnica stessa.

L’arte del combattimentoTutto ciò in realtà non è altro che la superficie di un sistema estremamente complesso, ricco di finezze che faranno impallidire i neofiti e susciteranno l’entusiasmo dei più esperti. Ciò che separa i giocatori abili dagli altri sta infatti nel saper utilizzare i numerosi tecnicismi che da sempre hanno contraddistinto la serie di SNK. Ogni personaggio vanta tutta una serie di combo, ovvero delle combinazioni spesso molto estese e complesse che portano ad eseguire in successione tecniche di comando e mosse speciali, intrappolando l’avversario in una tempesta di attacchi dal quale è impossibile fuggire. Ci riferiamo alle “Link Combo”, termine utilizzato nei picchiaduro che indica combo di due o più colpi (che siano essi regolari o speciali) utilizzati in rapida successione così da sfruttare l’hitstun causato dall’attacco precedente per colpire con il successivo. Altra meccanica decisamente avanzata è quella delle “Cancel”. Premendo l’input di comando di una tecnica speciale di grado superiore a quella che si sta utilizzando, è possibile passare direttamente a quella successiva, causando dei danni spesso e volentieri massivi all’avversario, al costo però di consumare una barra dell’energia. Nonostante quanto detto possa far sudare freddo i neofiti del genere, The King of Fighter XIV introduce una meccanica ideata appositamente per i meno esperti. Si tratta della cosiddetta “Carica”, attraverso la quale sarà possibile eseguire delle combo specifiche tramite la semplice pressione continua del tasto adibito al pugno leggero. Tale tipologia di offensiva è fortemente dipendente dalla barra dell’energia, che ne determina le modalità di utilizzo. In caso non si abbia neanche una barra di energia completa a disposizione, la Carica si limiterà ad eseguire una serie di tecniche di comando culminanti in una mossa speciale. Al contrario se si sarà in possesso di una barra completa, la tecnica speciale verrà sostituita da una mossa speciale super, consumando la suddetta barra. Come è facile intuire questo sistema di applica allo stesso modo durante la modalità Max, permettendo dunque di utilizzare la versione EX della super. Prima di storcere e il naso e gridare allo scandalo, è importante sapere di come questa meccanica abbia comunque dei limiti, e che non riuscirà comunque a rendere il button mashing un’alternativa efficace. Tutte le combo eseguite tramite Carica faranno meno danni rispetto a quelle utilizzate regolarmente, inoltre sarà sempre e solo una la super utilizzata al culmine della combo. Ciò rende dunque impossibile sfruttare il pieno potenziale di un personaggio, rendendo inoltre impraticabile l’accumulo di barre dell’energia e il conseguente utilizzo di manovre avanzate e climax. Si tratta dunque di un sistema che rende l’esperienza di gioco meno stressante e ostica ai neofiti, ma che non svilisce minimamente la complessità tecnica di The King of Fighter XIV.Nonostante la qualità del sistema di combattimento rimanga di altissimo livello, se c’è un aspetto in cui The King of Fighter XIV primeggia su tutti i suoi avversari, è indubbiamente quello del roster. Questa volta SNK ha voluto fare le cose veramente in grande, inserendo ben 51 personaggi diversi, proveniente come da tradizione dall’intero parco di titoli realizzati dallo sviluppatore nel corso degli anni, la stragrande maggioranza dei quali sarà utilizzabile sin da subito (solo due richiederanno di completare la modalità storia per essere ottenuti); come potete facilmente intuire si tratta di un numero veramente enorme, dalle possibilità di scelta impressionanti. La maggior parte dei combattenti presenti sono delle vecchie conoscenze, già apparsi in uno o più capitoli di KoF, ma numerose sono anche le nuove leve, provenienti da altre creazioni di SNK, tra cui persino il pachinko. La varietà è praticamente totale, con personaggi appartenenti a ogni tipo di categoria e vantanti stili di combattimento completamente differenti. Si passa da pesi massimi estremamente potenti ma lenti, a combattenti rapidi ma fragili, da uno stile che predilige la distanza, ad altri improntati sugli attacchi arei, arrivando a personaggi focalizzati sul parry o sulla pressione ritmata degli input di comando. Insomma, sarà praticamente impossibile non trovare uno o più personaggi che si adattino al proprio stile di combattimento, grazie a una varietà che mette facilmente in ginocchio anche i titoli più rinomati del genere. I personaggi sono divisi in gruppi da tre, ovvero nei team che parteciperanno all’ultima incarnazione del torneo più importante del pianeta: The King of Fighters.

Il campione dei campioniE a proposito di competizione più importante del pianeta, quale miglior modo di iniziare la disamina sui contenuti presenti in The King of Fighters XIV, se non con la modalità Storia? Purtroppo, almeno su questo aspetto, siamo costretti a mettere da parte l’entusiasmo che ha contraddistinto le nostre parole fino a questo momento. La modalità Storia infatti è stata da noi percepita come la componente più debole presente all’interno del pacchetto realizzato da SNK, lasciandoci non esattamente estasiati. Le premesse sono molto semplici: The King of Fighters si è tramutato in un vero e proprio business, in grado di generare enormi profitti grazie alla diffusione di tornei minori nell’intero pianeta. Tutto ciò ha decretato tuttavia un abbassamento della qualità generale della competizione, portando il pubblico a richiedere a gran voce l’arrivo di un nuovo torneo globale. Il miliardario Antonov, detentore dei diritti del marchio e autoproclamato “primo campione”, decide di accontentare i desideri della popolazione, organizzando un nuovo The King of Fighters e invitando combattenti da ogni angolo del pianeta. Il torneo ottiene un richiamo mediatico enorme, ma gli eventi prenderanno una piega imprevista quando un nuovo male farà la sua comparsa direttamente nell’arena.Quello presente in The King of Fighters XIV è un arco narrativo veramente striminzito, che ci porta davanti a degli eventi piuttosto banali e che si concludono in maniera estremamente rapida. La storia è chiaramente da considerarsi come canonica e prende luogo dopo le vicende del precedente capitolo, successivamente alla conclusione dell’Ash Saga. Iniziamo con il dire che all’interno del titolo troverete soltanto un arco narrativo, che ci porterà ad affrontare una serie di scontri culminanti con due boss. Per partecipare alla competizione sarà necessario scegliere il classico team da tre personaggi, che sia esso personalizzato o canonico. Ai combattimenti si alternano delle sequenze cinematiche decisamente gradevoli da vedere, ma dal numero fin troppo ridotto per rappresentare un efficace strumento di narrazione. All’inizio di un combattimento esiste la possibilità che alcuni dei personaggi presenti dialoghino tra loro, soprattutto nel caso essi si conoscano e abbiano una passato in comune. Si tratta comunque di brevi linee di dialogo, che gettano un brevissimo lampo di luce sulla storia dei singoli personaggi. Il problema principale da noi riscontrato sta proprio nella frammentarietà e cripticità della storie dei singoli personaggi, dei retroscena e del modo in cui queste si intrecciano tra loro. Il filo conduttore principale diventa abbastanza chiaro una volta raggiunti i titoli di coda, ma ciò che mancano sono le motivazioni che spingono i vari combattenti ad agire, i legami fra di essi e le loro relazioni alla luce dei nuovi accadimenti. In mancanza di tutto ciò, la narrativa appare veramente banale, portandoci davanti ad un normale torneo che viene interrotto dall’arrivo di un cattivo apparentemente privo di passato e identità, il cui unico scopo sembra essere quello della distruzione totale.Per avere un quadro più completo sarà necessario completare la modalità con ogni singolo team. Utilizzando infatti delle squadre specifiche si potrà accedere a delle sequenze inedite, come filmati e dialoghi. Ad essi si aggiunge una scena finale che ci mostra le motivazioni che hanno spinto un determinato team a partecipare alla competizione, dandoci inoltre un assaggio del loro futuro. Si tratta comunque di sequenze narrate tramite immagini statiche e semplici linee di dialogo, neanche doppiate a differenza di tutto il resto. In termini di giocabilità poi la storia è assolutamente piatta. Non solo si può concludere in una trentina di minuti (anche meno se si saltano i filmati già visti), ma ci porta ad affrontare delle banali sequenze di combattimenti, del tutto prive di variabili. Niente livelli di difficoltà e niente obiettivi secondari come le “target actions” del precedente capitolo, solo uno scontro dopo l’altro, la cui ripetitività diventa inevitabile alla lunga. Insomma quella realizzata dagli SNK è una modalità storia che stenta ad appagare, presentandosi sotto forma di un arco narrativo brevissimo, privo di reali attrattive. In realtà il potenziale non manca affatto, come testimoniano i numerosi retroscena che è possibile osservare giocando con ogni singolo team presente. Tuttavia tale potenziale viene svilito da una narrazione fin troppo striminzita, offrendo informazioni con il contagocce.

Un ring per ogni occasioneFortunatamente The King of Fighters XIV accompagna la modalità storia a numerose attività da svolgere, confermandosi come un ottimo picchiaduro in termini di contenuti, che siano single player o multiplayer. Tra le modalità disponibili offline abbiamo un Tutorial dove sarà possibile impratichirsi con le manovre base ed avanzate del sistema di combattimento, alla quale si accompagna l’utilissima modalità Allenamento, attività essenziale dove far pratica con nuovi personaggi ed apprenderne le loro fondamenta, grazie anche ad una serie di opzioni di personalizzazione del comportamento della CPU. Si aggiunge poi la modalità Versus, in cui potrete affrontare un amico in locale o il computer stesso, potendo scegliere scontri singoli o 3 contro 3. Tra le modalità più interessanti si annoverano le Missioni, che sono divise a loro volta in tre categorie. La prima, denominata Prova, ci permette di apprendere ed utilizzare le combo più complesse di ogni singolo personaggio, con un livello di sfida progressivo che manderà i nostri polpastrelli in fiamme. Anche in questo nuovo capitolo non manca l’utilissima opzione demo, in cui verrà mostrato in un breve filmato l’intera sequenza della combo, dandoci una precisa idea delle sue tempistiche. Si passa poi alla Sfida a tempo, in cui si affronteranno dieci scontri consecutivi contro la CPU da ultimare nel minor tempo possibile. L’ultima modalità del pacchetto Missioni è chiamata Survival, che ci porta davanti ad una serie di combattimenti che termineranno una volta esaurita la barra vitale. Per gli amanti del collezionismo è stata poi implementata una succosissima Galleria, che ci mostra illustrazioni, filmati e tracce audio provenienti da tutti i capitoli di KoF. Per sbloccarne i contenuti sarà necessario affrontare tutte le modalità sopracitate, aumentando drasticamente il potenziale di ore da dedicare al singleplayer.Anche nel multiplayer The King of Fighters XIV saprà accontentare i giocatori più esigenti, non solo per i contenuti presenti, ma anche per le opzioni di personalizzazione di ricerca delle partite. Le modalità comprendono scontri classificati, i cui risultati andranno a influenzare le nostre statistiche e le classifiche, allenamenti online, dove sarà possibile allenarsi con giocatori di tutto il mondo, e scontri liberi. Quest’ultima modalità è certamente la più varia, portandoci ad affrontare scontri singoli, con team da tre membri, e persino da sei giocatori in match 3 contro 3. A tutto ciò si aggiunge la possibilità di scaricare e riprodurre i replay messi online dai giocatori di tutto il mondo, potendo inoltre visualizzare la lista degli streaming in tempo in tempo reale sul PSN. Come abbiamo già detto anche le opzioni di personalizzazione e ricerca sono abbastanza numerose, con la possibilità di creare e cercare stanze filtrando in base alla velocità di connessione, alla percentuale di completamento degli scontri e all’area dell’avversario. Purtroppo in sede di review non siamo stati in grado di verificare la solidità del netcode e l’efficacia del matchmaking. In caso di problemi particolarmente gravi non mancheremo di ritornare in futuro sull’argomento. Chiaramente è impossibile esprimerci anche sul bilanciamento, visto che sarà possibile individuare eventuali squilibri all’interno del roster solo dopo il lancio del titolo.

Quando la tradizione vince sull’innovazioneNonostante il gameplay rimanga sempre e comunque l’elemento cardine di un videogioco e soprattutto di un picchiaduro, la novità più significativa di The King of Fighter XIV è proprio da ricercare nel comparto tecnico. SNK ha scelto di abbandonare l’apprezzatissima veste grafica bidimensionale con sprite annessi, per passare ad una più al passo coi tempi, completamente tridimensionale. Questo passaggio, che ha suscitato lo scontento di molti fan, ha portato effettivamente ad un risultato finale non esattamente esaltante. La realizzazione grafica, soprattutto quella dei personaggi, è tutt’altro che pessima, ma niente di paragonabile a quanto visto in altri esponenti del genere. Ciò che viene realmente a mancare è lo stile è la personalità che caratterizzava i precedenti KoF, qui scomparsi in buona parte a causa di un 3D molto più anonimo. Anche le arene si presentano sotto forma di scenari estremamente vari, mostrandoci panorami sulla carta anche molto evocativi, ma che non riescono a reggere il confronto con quelli del passato, capaci persino di diventare dei piccoli quadri in movimento. Nonostante l’uso del cel shading, l’aspetto generale del titolo appare decisamente più spento e cupo rispetto allo stile coloratissimo del precedente capitolo. Chiaramente con la tridimensionalità si riescono ad esaltare maggiormente alcuni aspetti dei personaggi, come ad esempio le “grazie” delle numerose combattenti femminili, la cui fisica è stata indubbiamente curata con una certa attenzione. Si tratta comunque di un aspetto decisamente secondario in picchiaduro di qualità come The King of Fighter XIV, dove il gameplay e i contenuti la fanno da padrona. Apriamo una breve parentesi per i filmati in CG presenti all’interno della modalità Storia, che, nonostante il loro numero esiguo, rimangono davvero ben fatti e gradevolissimi all’occhio. Decisamente ottimo è invece il comparto sonoro, che ci porta davanti ad un doppiaggio giapponese ben fatto, e una serie di tracce musicali davvero buone. Oltre alla qualità generale, è la varietà a sorprendere, con composizioni diversissime fra loro e che si adattano perfettamente alle arene ad esse legate.Per il resto abbiamo trovato in The King of Fighter XIV un prodotto decisamente pulito e funzionale, privo di problematiche tecniche davvero serie. Le animazioni rimangono di qualità e le Hibox sono state inserite manualmente in 2D, restando pertanto estremamente precise. Nulla da recriminare anche sulla longevità, visto che il buon numero di contenuti potrà intrattenere per ore e ore i giocatori più dedicati, sia nel singleplayer che nel multiplayer. Sappiate inoltre che a tutto ciò verranno aggiunti ulteriori contenuti nel corso del tempo, tramite il praticamente certo arrivo di DLC successivi al lancio.

– Sistema di combattimento ineccepibile, che apre uno spiraglio di accessibilità pur mantenendo inalterata tutta la sua complessità

– Roster enorme ed incredibilmente variegato

– Buon numero di modalità sia in singleplayer che in multiplayer

– La modalità Storia è insoddisfacente

– La nuova veste grafica tende a sfociare nell’anonimato se confrontata con quella del passato

8.0

The King of Fighter XIV è indubbiamente un titolo che gli amanti dei picchiaduro non vorranno farsi scappare. Nonostante non sia esente da difetti, SNK ha messo sul campo un contendente che sembra trasformare tutte le debolezze dei suoi avversari in punti di forza, portandoci un roster enorme ed estremamente diversificato, un sistema di combattimento che tende una mano ai neofiti, ma che non rinuncia assolutamente a finezze e tecnicismi, e un quantitativo di contenuti adeguato fin dal lancio. La nuova veste grafica perde decisamente in stile e in bellezza rispetto alle virtù bidimensionali del passato, e la modalità Storia non riesce ad appagare come dovrebbe, ma se il netcode si dimostrerà solido come gli sviluppatori hanno lasciato intendere, l’ultima incarnazione della serie di punta di SNK potrebbe davvero soddisfare anche i giocatori più esigenti. Insomma, dopo ben sei anni di attesa, il Re è finalmente tornato.

Voto Recensione di The King of Fighters XIV - Recensione


8