Recensione

The Eye of Judgement Legends

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a cura di Star Platinum

Il genere dei cosiddetti board game, nella sua concezione originale, non è mai stato facilmente catalogabile: nel corso degli anni nuove dinamiche ed introduzioni hanno consentito a giochi che in precedenza erano nati come semplice forma di intrattenimento per le famiglie di divenire sempre più specifici fino a suddividersi in sottocategorie ispirate agli ambiti più disparati. I complessi regolamenti hanno inoltre trasformato dinamiche fino a quel momento semplici e adatte a tutti in sistemi assai complessi in cui tattica, ragionamento e strategia prendevano il sopravvento. A questo si è naturalmente affiancata l’introduzione di carte da gioco sempre più particolari e sofisticate.Per quanto l’esordio in forma digitale non sia stato esattamente dei migliori, anche in ambito videoludico la situazione è presto andata evolvendosi e così, dopo il primo passaggio su PS3 ora anche tutti i possessori di PlayStation Portable potranno gettarsi nella mischia grazie a The Eye of Judgement Legends. Scopriamo insieme di cosa si tratta.

Le regole non cambianoThe Eye of Judgment ha esordito su PS3 nel primo ciclo di vita della console, riscuotendo un buon successo e risultando molto interessante soprattutto grazie all’ottimo livello d’interazione che gli sviluppatori erano riusciti ad instaurare per quel che riguarda il metodo di utilizzo delle carte da gioco, che idealmente trasportava il giocatore all’interno di un’atmosfera davvero immersiva e particolare. Ovviamente il centro nevralgico del gioco era sempre da ricercare all’interno di una struttura che, con sapienza, simulava le dinamiche di board game alternando intelligenza tattica e strategia. Non tutto andò a buon fine in quanto, all’epoca, non erano stati in molti a scegliere di dedicarsi ad un prodotto così particolare sull’ammiraglia Sony. Discorso invece diverso per questa edizione PlayStation Portable di cui ci occuperemo in questa sede. E’ bene chiarire subito che non ci si trova affatto di fronte ad una versione riveduta e ridimensionata (se non per le ovvie differenze nell’architettura hardware dei due sistemi) ma che le differenze rispetto al passato non fanno che confermare l’ottima qualità del prodotto presentando un gioco davvero molto valido che, per elementi caratteristici e concept, conferma pienamente tutti i punti di forza che si erano visti in passato oltre al carisma della struttura ludica proposta, oltretutto idealmente approfondita ancora più che in origine. A conti fatti, l’unica vera differenza evidente iniziando a giocare a questa versione PSP consiste nel fatto che non saranno necessari né la telecamera PlayStation Eye, né l’ingombrante tappetino da gioco o il supporto per tenere la telecamera fissa sullo stesso in quanto, proprio per caratteristiche stesse della console, tutto è stato studiato per vivere l’azione in qualsiasi posto e in qualsiasi momento, come da tradizione delle console portatili. Se avete una vaga idea di come si svolge un board game potrete immediatamente definire la struttura cui vi state per avvicinare. Ogni partita inizia con una sfida tra voi e la CPU e si pescheranno cinque carte a random dal Deck a disposizione. L’azione si svolge su un tabellone composto da una griglia che ha le dimensioni di tre caselle per tre e le carte saranno utilizzate di volta in volta per richiamare le creature da utilizzare in battaglia o gli incantesimi che vorrete lanciare contro l’avversario.Un concept tutto sommato molto semplice da padroneggiare a livello superficiale e già visto in altri titoli recenti ma che, nel corso del gioco, richiederà sempre maggiore attenzione alla componente strategica nello scegliere con attenzione i vari tipi di carte da usare e come collocare le proprie forze all’interno del tabellone, in relazione ai poteri che corrispondono a uno dei cinque elementi di richiamo. Oltre a questo vi sono poi i consueti bonus che saranno attivati in parallelo alla messa in campo delle creature scelte, sempre in relazione all’abbinamento del loro tipo di carta.

Complesso quanto bastaCome descritto in precedenza, un gameplay tutto sommato lineare per elementi base nasconde in realtà differenti spunti a livello di profondità di gioco, che sono in grado di innescare tutte quelle variabili utili e necessarie a rendere l’atmosfera coinvolgente. Ogni essere che impiegherete possiede un valore espresso in HP, che diminuisce in base alle azioni intraprese quali, ad esempio, le conseguenze degli incantesimi offensivi e le azioni che vengono intraprese. Una volta che il vostro “aiutante” non è più utilizzabile, scompare e lo spazio su cui sosta ritorna ad essere occupabile sulla griglia. L’obiettivo principale del gioco, difficilmente raggiungibile dispiegando le risorse senza criterio, è quello di ottenere cinque delle caselle occupate nella griglia allo stesso tempo anche se le variabili in gioco sono talmente tante che è difficile prevedere l’esito di uno scontro, in quanto molto spesso basta poco per compiere le scelte sbagliate se non si ragiona un po’ a livello tattico sui punti deboli del nemico.Il fattore “carta” è inoltre fondamentale poiché limita l’uso delle stesse visto che alcune non possono essere utilizzate sempre, oltre al fatto che il gioco impone alcune regole per l’utilizzo in campo delle creature e degli incantesimi in rapporto alla riserva dei punti mana a disposizione. Questo valore è incrementato di due MP ogni turno, per consentirvi un piccolo ricambio di energie e tenendo conto che ogni creatura o abilità necessiteranno di diverse risorse magiche per poter essere utilizzate. Dal punto di vista delle modalità a disposizione, il gioco risulta piuttosto interessante una volta presa confidenza con la meccanica in single player, in particolar modo per i meno esperti del genere che potranno così apprendere al meglio le numerose tattiche ed entrare in contatto con la progressiva difficoltà delle situazioni da affrontare. Una volta conclusa questa parte e prima che essa risulti fin troppo lineare per metodologia di azione, il consiglio è comunque quello di affidarsi alla modalità multiplayer, ottimamente studiata dagli sviluppatori. Come sempre in questi casi ogni sfida è possibile attraverso il servizio ad-hoc o optando per un incontro classificato online. La nostra preferenza va comunque alla prima opzione in quanto fornisce la funzionalità supplementare che consente di relazionarsi con altri giocatori avviando lo scambio delle carte, elemento imprescindibile per un titolo del genere.Rispetto all’apparizione su PS3, questa volta la situazione relativamente al Deck base è nettamente migliorata in quanto all’inizio si ha a disposizione un mazzo di ben trecento carte che può essere incrementato in seguito al superamento delle battaglie della modalità single player. Per trarre il massimo del divertimento è imperativo dedicare tutto il tempo possibile alla personalizzazione del Deck che, oltre ad essere un elemento portante del gioco e della categoria cui appartiene, consente di sviluppare uno stile unico affidandosi ad elementi ben marcati.

Piccoli tocchi di stileLa realizzazione tecnica del gioco risulta molto convincente sotto tutti i punti di vista e non presenta particolari difetti se non per un livello di dettaglio non sempre ottimale dovuto allo stile stesso, che non spinge certo sull’acceleratore in tal senso. Graficamente la rappresentazione delle carte e dell’ambiente di gioco si avvale di soluzioni oramai consolidate e perfettamente apprezzabili, così come il sonoro che non punta a chissà quali sperimentazioni ma risulta ben orchestrato e adatto a sottolineare al meglio lo svolgersi delle sfide.Nonostante i limiti tecnici della piattaforma cui il titolo è approdato, il lavoro svolto risulta molto valido e la meccanica di gioco appare anzi più approfondita e coinvolgente grazie all’incremento di carte ora disponibili, il che rende l’esperienza ludica molto appagante, soprattutto per chi avrà la costanza di sviscerare al meglio tutto ciò che The Eye of Judgment Legends sa offrire, in quanto ottimo prodotto per PSP.

– Componente strategica ottimamente bilanciata

– Gestione dei Deck di carte migliorata…

– Modalità multiplayer convincente

– Tecnicamente poco coinvolgente

– …ma tendenzialmente lineare per meccanica

– Single player non sempre esaltante

8.0

The Eye of Judgement Legends è un perfetto esempio di come, per l’ennesima volta, non occorra una struttura tecnica di primissimo livello per consentire ad un videogame di risultare convincente. La conversione da PlayStation 3 a PlayStation Portable risulta infatti molto curata e, nonostante a livello d’interazione l’atmosfera di gioco risulti in parte ridimensionata, fortunatamente ciò non avviene quando ci si avvicina alla struttura ludica che non soltanto è rimasta inalterata nei suoi elementi di spicco ma appare adesso ancor più approfondita dal punto di vista delle carte utilizzabili, fattore molto importante per un titolo del genere.

Se a livello tecnico non c’è nulla di particolare da segnalare, il gameplay risulta invece degno di essere menzionato grazie all’elevato fattore rigiocabilità nonostante una meccanica che, alla lunga, tende a divenire piuttosto lineare, almeno fino a che non si attiveranno i meccanismi di relazione con altri utenti che rappresentano il valore aggiunto del prodotto Sony.

In definitiva un acquisto caldamente consigliato per gli appassionati di giochi di carte e per chi cerca, in generale, un titolo piacevole e in grado di allenare la mente richiedendo un buon uso di materia grigia.

Voto Recensione di The Eye of Judgement Legends - Recensione


8