Anteprima

Splatoon

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a cura di LoreSka

Splatoon non ce lo aspettavamo. Tra tutti i giochi presentati al Nintendo Direct dell’E3 2014, questo colorato sparatutto a marchio Nintendo era l’ultimo gioco che ci saremmo immaginati di vedere. Una nuova IP e uno shooter multiplayer nello show di un’azienda tradizionalmente legata ai propri marchi storici e non molto affine a questo genere di videogiochi: le premesse erano oltremodo insolite.
Così, dopo aver metabolizzato la conferenza Nintendo, ci siamo recati nello stand della grande N a Los Angeles per provare con mano questa nuova IP. A quanto pare non siamo stati gli unici ad avere avuto questa idea: l’attesa per giocare è stata costantemente superiore ai 45 minuti in tutta la giornata, a dimostrazione del fatto che questo gioco ha suscitato l’interesse di molti dei presenti all’E3. Anche noi abbiamo fatto la fila, e possiamo ammettere con il senno di poi che ne è valsa la pena.
Battaglia di colore
Il concept di Splatoon è molto semplice: parliamo di uno shooter multiplayer a squadre costituite da quattro giocatori. Ognuno ha a disposizione una pistola a vernice con la quale colorare le pareti e i pavimenti del livello. Lo scopo del gioco consiste nel pitturare con i colori della propria fazione la maggior percentuale di livello entro un tempo limite: allo scadere del timer viene conteggiata la percentuale di livello dipinta da ciascuna squadra e determinato il vincitore.
I giocatori, naturalmente, possono anche colpirsi a vicenda: quando si abbatte un nemico, questi esplode lasciando una macchia di colore che contribuisce in maniera significativa (ma non irreparabile) ad aumentare l’area coperta con i colori della propria fazione. Si è dunque spinti a cercare il combattimento con gli altri nemici, per quanto l’uccisione di un nemico non sia in grado di ribaltare completamente una partita. Il respawn, infatti, è praticamente immediato e grazie a un comodo sistema di trasporto rapido è possibile rientrare nel vivo dell’azione semplicemente toccando sulla minimappa del touch screen un proprio compagno ancora in vita.
Democrazia
Tutti i giocatori sono uguali in Splatoon: nella demo presentataci non si sono notate classi, né particolari differenze tra le due squadre presenti – chiamate molto semplicemente “Buoni” e “Cattivi”. Il gioco è dunque bilanciato in maniera alquanto naturale, a discapito della profondità offerta da tanti altri titoli dello stesso genere. Questo aspetto potrebbe certamente rappresentare un punto negativo per il gioco, che alla lunga potrebbe risultare ripetitivo e stancare i giocatori. Allo stesso modo, il concept molto semplice potrebbe radunare una folta schiera di giocatori, attingendo fan anche tra coloro i quali solitamente non sono avvezzi agli shooter. Era dai tempi della prima prova con Plants vs. Zombies: Garden Warfare che non provavamo una tale sensazione positiva di fronte a uno sparatutto multiplayer, un aspetto che certamente ci lascia ben sperare per il futuro di questo gioco.
L’assenza di classi è accompagnata anche da una relativa povertà delle armi presenti in campo. Tutti i giocatori hanno a disposizione il medesimo fucile a vernice, più alcune granate che esplodono lasciando una vasta macchia di colore e annientando tutti i malcapitati presenti nel raggio dell’esplosione. Vi è inoltre una sorta di bazooka, attivabile soltanto in rare occasioni e utilizzabile per un tempo molto limitato, capace di annientare i nemici con un solo colpo e di ricoprire una buona porzione di terreno con i colori della propria fazione.
Tattiche avanzate
A fronte di una evidente semplicità derivante dall’assenza di classi e dalle poche armi presenti, il gioco ha rivelato una certa profondità tattica grazie a una meccanica molto particolare. Una volta che si è colorata un’area con la vernice della propria fazione, infatti, il giocatore può tuffarvisi all’interno trasformandosi in una seppia e nuotando rapidamente nel colore. Questa mossa non è solo utile: è fondamentale. Soltanto tuffandosi nel colore, infatti, si può ricaricare la propria arma. Al contempo, i tuffi nel colore ci rendono parzialmente invulnerabili e sostanzialmente invisibili al nemico, e possono essere sfruttati per attacchi a sorpresa o anche solo per aggirare i nemici senza essere disturbati. Con la semplice pressione di un tasto, infine, è possibile schizzare fuori dalla vernice con un salto e sorprendere i propri avversari o, più semplicemente, raggiungere dei luoghi altrimenti inaccessibili.
Durante la prova svoltasi all’E3 abbiamo potuto sperimentare quella che – probabilmente – sarà una partita-tipo in versione online. Come da tradizione, infatti, crediamo che Nintendo non includerà il supporto della chat vocale nel gioco, di conseguenza ci troveremo fra le mani uno sparatutto senza la possibilità di comunicare con i propri compagni. Normalmente, la cosa verrebbe bollata come un aspetto fortemente negativo. Pur non trattandosi certo di un pregio, dobbiamo ammettere che la semplicità del gameplay rende le comunicazioni con i propri compagni quasi superflue. Durante la nostra prova, come dicevamo, non abbiamo praticamente mai comunicato con i nostri compagni, riuscendo comunque a mettere in piedi una certa tattica semplicemente consultando con occhiate fugaci la situazione sulla mappa di gioco, presente sul gamepad dotato di schermo di Nintendo Wii U.

– Concept semplice ma divertente

– Rapido da apprendere

– Adatto a tutti

Giunto come gioco a sorpresa al Nintendo Direct dell’E3 2014, Splatoon si è rivelato sorprendente anche alla prima prova. Ci siamo divertiti davvero molto con questo titolo, e siamo convinti che saprà guadagnarsi un buon pubblico quando verrà rilasciato su Nintendo Wii U. Al contempo, però, ci piacerebbe sapere se Nintendo intenderà vendere Splatoon al prezzo di un normale gioco tripla A. Francamente non crediamo che i contenuti siano tali da giustificare una release full-price, e a meno che il gioco non venga arricchito in maniera significativa crediamo che meriti di essere venduto a un prezzo accessibile. Con ogni probabilità, il successo (o il fallimento) di questo titolo passerà anche attraverso le decisioni del marketing di Nintendo. E, viste molte scelte recenti, che Dio ce la mandi buona.