Recensione

Post Mortem

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a cura di Drako

Meglio tardi che mai!Lo so, in questo caso siamo arrivati un po’ tardi, ma i giochi che sono usciti negli ultimi due mesi (specialmente a Dicembre), per la gioia di noi videoludici, sono veramente molti. Ma quanto detto non ci ha fermato ed ora, dopo molta fatica, potrete leggere cosa pensiamo di questa nuova avventura grafica targata Microdis.

Parigi, anche di notte, mantiene sempre il suo fascino.La storia inizia con una bellissima ripresa dall’alto di una Parigi notturna, un fitto strato di nubi nere copre completamente il cielo, la pioggia continua a scrosciare pesantemente ed i lampi illuminano, se pur brevemente, questa notte senza luna.Mentre siamo intenti a sorvolare i tetti, di questa Parigi anni ‘20, la nostra attenzione si sofferma sul lussuosissimo albergo “Hôtel Orphée”, le strade sono quasi deserte, ma è notte fonda e questo non è un particolare molto importante.La nostra ricerca a questo punto s’interrompe, notiamo che una delle finestre dell’hotel è aperta, ci avviciniamo un po’ di più, superiamo le tende, che sventolano come bandiere al vento, ed entriamo in questa camera d’albergo.La luce è spenta e il nostro sguardo scruta, in modo cauto, tutto ciò che c’è all’interno della stanza da letto. Lentamente osserviamo: gli abiti, gli oggetti (sparsi un po’ ovunque) e alla fine riusciamo a focalizzare due persone sul letto matrimoniale.La musica di sottofondo non promette niente di buono, anche se i due amanti se la stanno spassando. Passano pochi istanti ed ecco che all’improvviso la porta si apre.Una persona con un con coltello in mano è sull’uscio (l’aspetto è poco rassicurante), la luce proveniente dal corridoio gli oscura il viso e c’impedisce di capire chi è, e soprattutto cosa è.Si gira lentamente e … ma cosa ha sul volto! Sembra una maschera!Come inizio non c’è male, ma cosa è successo veramente, come sono andate le cose, era un sogno o la dura realtà? Aspettate solo un attimo e lo saprete.La storia continua con la conoscenza del nostro alter-ego, un uomo di nome Gustave MacPherson, ex-detective americano trapiantato a Parigi, per dedicarsi alla sua passione per la pittura.Non sappiamo bene perché il nostro Gus ha appeso la lente d’ingrandimento al chiodo, e questo non sarà svelato neanche alla fine dell’avventura. Ma di sicuro capiamo una cosa, che dovrà in qualche modo interrompere il suo hobby, naturalmente meno redditizio, per rispolverare i suoi vecchi attrezzi da investigatore.Cosa gli ha fatto cambiare idea? Beh, bastano una bruna mozzafiato, un bel po’ di soldi e un giallo all’Alfred Hitchock! Direi proprio di SI!Alcuni giorni dopo l’accaduto, naturalmente di notte, Sophia Blake (questo il nome dell’avvenente ragazza) bussa alla porta della nostra topaia. Dopo un rapido (per modo di dire) discorso, ci mette a conoscenza del delitto e chiede di scoprire chi ha ucciso sua sorella e suo cognato.Oltre a scoprire il colpevole, ci prega di recuperare un prezioso bene di famiglia … c’è qualcosa di strano, non per il delitto commesso, ma quest’oggetto sembra l’unica cosa rubata durante l’efferato delitto.Come inizio non c’è male, il giallo è tratto! Ora tocca a noi ricostruire i pezzi di questo strano puzzle. Non vorrei aggiungere altro, lascio a voi tutto il gusto di scoprire cosa è successo veramente e sopratutto perché.

Grafica e sonoroI bassi requisiti Hardware, ci fanno già presagire che l’ultima avventura grafica della Microids ha qualcosa di differente rispetto a Syberia. Quest’ultima prevedeva fondali prerenderizzati, mentre gli oggetti e i personaggi erano completamente in 3D.Post Mortem, infatti, si rifà a titoli come Myst o Amerzone (avventure grafiche in prima persona), dove il giocatore ha la possibilità osservare le varie ambientazioni che lo circondano con un angolo di 360°.Questo tipo di scelta grafica, anche se per alcuni può sembrare un passo indietro rispetto alle nuove tecniche usate nelle ultime avventure grafiche, ha permesso ai programmatori di non appesantire troppo il nostro PC, con dettagli ed ombre calcolate in tempo reale, e di dar libero sfogo a tutta la loro bravura nel campo del disegno.Per chi ha già giocato, ai titoli sopra citati, sa di cosa sto parlando, ma per i neofiti cerco di spiegarmi meglio: il gioco è completamente in 2D, mentre i personaggi ed i soli oggetti con cui si può interagire sono realizzati tutti in 3D, in questo modo non avremmo problemi per capire con chi possiamo parlare o cosa dobbiamo prendere o usare.Questa scelta di realizzo, come ho appena detto, può darci una mano all’interno della storia, ma d’altra parte ci farà vivere il tutto come se fossimo in un sogno; infatti, ogni volta che entriamo in un ambiente apparentemente affollato (per esempio un pub), con persone ai tavoli o ferme in piedi, il tutto sarà freddo e distaccato come se fossimo davanti ad un quadro, sicuramente ben realizzato, ma troppo statico. Un altro plauso va dato al comparto sonoro, la musica scelta per il filmato iniziale ci da subito un assaggio di quanto è stato fatto all’interno del gioco; infatti, i ritmi musicali che cambiano, durante gli spostamenti della telecamera, ci fanno restare incollati alla poltrona, facendoci provare la stessa suspance che può darci un film giallo.Per ultimo, anche se per noi giocatori di serie B (scusate la citazione, ma spesso e volentieri le case di videogiochi si dimenticano di noi Italiani) è una tra le cose più importanti, vi parlo dell’ottimo doppiaggio che ascolteremo giocando a Post Mortem.Infatti è uno tra i migliori (naturalmente tutto in Italiano) mai realizzati per un’avventura grafica, ogni persona presente nella storia ha un timbro di voce che gli calza a pennello, inoltre il tono cambia secondo l’umore che ha in quel momento.

GiocabilitàCome già detto sopra, l’interfaccia grafica usata si rifà a titoli come Myst o Amerzone, per chi ha perso questi giochi, posso dire che il sistema gioco adottato è quello “Punta e Clicca”.In questi giochi la tastiera non serve a nulla, quindi pulite bene la pallina del vostro mouse, perché sarà l’unica periferica di gioco, che vi aiuterà a scoprire il colpevole.Ma come, il nostro semplice topolino, potrà aiutarci in questa nuova avventura grafica? Non vi preoccupate la risposta è presto data.Il tutto è stato realizzato in modo semplice, con il click di sinistra potremmo interagire con tutto ciò che ci circonda, con il click di destra potremmo aprire il nostro inventario: salvare il gioco, spostarci usando la mappa, prendere o consultare oggetti (riposti nella nostra valigetta).Tutto sarà possibile grazie al puntatore del mouse, quest’ultimo cambierà di forma secondo l’azione che potremmo intraprendere: si trasformerà in lente d’ingrandimento (quando potremmo avvicinarci di più su un oggetto), si trasformerà in un megafono degli anni ’20 (quando potremmo interagire con una persona, per iniziare un discorso) … e cosi via.Post Mortem si sviluppa come nella maggior parte delle avventure grafiche: è successo qualcosa di veramente importante, ci prendiamo l’incarico di scoprire o aiutare il mal capitato di turno e risolviamo alla meglio il tutto cercando di conservare la pelle attaccata alle ossa.Ma cosa ha di veramente diverso rispetto alle altre avventure?Il vero punto di forza di questo titolo, sta nei discorsi che potremmo intraprende con i nostri interlocutori, nella serie di domande e di risposte che vorremmo fare o dare.Ogni volta che ci confrontiamo con una qualsiasi persona, per carpire informazioni importanti per lo sviluppo delle indagini o per farci aiutare nel superare degli ostacoli, dobbiamo decidere quale comportamento o strategia di colloquio adottare.E questo lo noteremmo subito, già all’inizio della storia, quando ci dovremmo presentare alla reception dell’hotel, per cercare di entrare nella stanza dove è avvenuto l’omicidio. Potremmo decidere di far credere di essere: giornalisti, agenti assicurativi, oppure scegliere di rivelare la nostra vera professione, quella di detective privati al servizio della signorina Blake.State attenti a cosa dite, perché, dalle risposte che darete, potrete complicare le indagini, aumentando cosi i quest da risolvere.Come ho detto sopra, i programmatori della Microids hanno sviluppato buona parte della complessità del gioco sui dialoghi, ma hanno trascurato un dettaglio molto importante, le parole:”Arrivederci” o “Scusi ho da fare” (per terminare una conversazione).Cerco di spiegarmi meglio: quando iniziamo un discorso non abbiamo la possibilità di interrompere una conversazione a metà, magari perché abbiamo imboccato la strada sbagliata e vogliamo ricaricare il precedente salvataggio, o perché le informazioni che ci sono state date già ci bastano per il proseguo delle indagini.Altra nota dolente è l’impossibilità di non ascoltare o saltare dialoghi già sentiti.Spesso può capitare, durante il gioco, di riprendere il precedente salvataggio, magari per cambiare le domande o solamente alcune risposte date, in modo tale da ottenere maggiori informazioni rispetto a quelle avute in precedenza, ma il sistema di gioco sviluppato purtroppo è così rigido che siamo costretti a risentirci più volte le stesse cose … vi giuro che a volte i dialoghi sono veramente prolissi.Per ultimo vi parlo dei quest veri e propri: all’interno del gioco dovremmo affrontare ogni prova, da quella banale come introdurci in un appartamento, a quella dell’alchimia. Alcune di loro hanno diverse soluzioni, quindi non dovete stupirvi se alla fine del gioco vi troverete l’inventario colmo d’oggetti (basti pensare che per aprire la porta di Helloin, potremmo sia utilizzare un kit di chiavistelli per scassinare la serratura della porta, sia ricorrere alla forza bruta utilizzando un grosso martello).Il quiz che mi è piaciuto di più è stato quello dell’allineamento dei pianeti (per aprire un passaggio segreto), mentre quello dove ho avuto più problemi è stato quello di trovare i 5 particolari su di un quadro contraffatto (mi sono fatto aiutare da mio cognato per capire l’ultimo che mi mancava).

LongevitàNaturalmente il gioco è sprovvisto del multiplayer, ma gli enigmi a disposizione ci assicureranno una buona longevità. Come ho già detto, sono diversi e variegati e tutti hanno un loro livello di difficoltà, alcuni semplici ed intuitivi altri difficili ed elaborati (se abbiamo dimenticato l’oggetto giusto davvero impossibili).Inoltre la possibilità di superare gli enigmi in più modi, aiuterà gli Sherlock Holmes videoludici nel cercare tutti i possibili usi degli oggetti apparentemente inutili, contenuti nell’inventario.

HARDWARE

Requisiti Minimi:– Pentium II 350 Mhz– 64 Mb di Ram– Scheda video 3D con 16Mb– Windows 98/ME/2000/XP

Requisiti Consigliati:– Pentium III 500 Mhz– 128 Mb di Ram– Scheda video 3D con 32Mb– Windows 98/ME/2000/XP

MULTIPLAYER

Assente

– Ottima l’ambientazione di gioco

– Svolgimento del gioco condizionato dalle risposte nei dialoghi

– Finali multipli

– Lento il ritmo di gioco

– Alcuni dialoghi troppo prolissi

8.2

Post Mortem, a differenza del suo nome, risulta un gioco vivo ed interessante da fare non solo da soli, ma anche in compagnia, si sa due menti e quattro occhi sono sempre meglio della metà.

Devo fare davvero i complimenti alla Microids che, dopo la fantastica “Syberia”, ha regalato (si far per dire) quest’altra bellissima avventura grafica agli appassionati del genere.

Concludo raccomandando questo gioco a tutti gli amanti delle avventure grafiche, per chi invece è all’asciutto e vorrebbe avvicinarsi per la prima volta a titoli di questo genere consiglio vivamente Syberia, che a differenza di Post Mortem, ha dei quiz nettamente più semplici.

Voto Recensione di Post Mortem - Recensione


8.2