Anteprima

Homefront

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a cura di Dr Whi7es

Vi avevamo già parlato di Homefront in una nostra precedente anteprima e in molti di voi hanno avuto modo di provare il titolo con la recente closed beta apparsa su Xbox One. Grazie a un invito di Koch Media siamo quindi tornati a Londra per vedere qualcosa di più della campagna e toglierci eventuali dubbi su storia e gameplay. 
KK THX BYE
Il futuro che vi attende in Homefront: The Revolution non è esattamente uno dei più rosei. La Corea ha invaso gli Stati Uniti d’America e ormai il controllo territoriale è completamente nelle mani della KPA, una forza militare che ha soggiogato l’intera popolazione, costringendola sostanzialmente alla schiavitù. Il vostro ruolo in tutto questo enorme caos sarà quello di ripristinare l’ordine e sconfiggere il nemico, una situazione sicuramente già vista ma con i ruoli ribaltati. Invece di essere parte di un esercito militarmente avanzato ed organizzato ci troveremo a lottare per la sopravvivenza tra le fila della resistenza, un nucleo ridotto di coraggiosi soldati determinati a porre fine al conflitto. L’idea di base, insomma, ci è parsa particolarmente interessante e stimolante, anche se il gameplay non riesce a supportare le nuove trovate con altrettanta solidità. Stiamo parlando di un FPS che ci racconta gli accadimenti attraverso missioni guidate, sfociando poi in immense aree free roaming con relative sub-quest e missioni da completare. Invece di miscelare il tutto e proporre un’esperienza di gioco fluida e variegata, Homefront decide di fare le cose diversamente, differenziando in maniera netta le tre tipologie di aree che incontreremo e assegnando come riferimenti tre colori: le aree verdi sono le zone sicure, solitamente i quartier generali della resistenza; quelle gialle sono zone dedicate alle missioni stealth, mentre in quelle rosse il conflitto a fuoco sarà all’ordine del giorno. In realtà, se è vero che sulla carta questa era l’idea originaria, la differenza di gameplay tra la zona rossa e quella gialla dipenderà unicamente dal giocatore, dato che nulla vieterà di imbracciare un fucile e far esplodere l’inferno nelle aree stealth, o comportarsi in maniera silenziosa e pulire gli avamposti delle zone rosse senza essere scoperti. Il gioco pare insomma voler fare troppe cose senza riuscire a guidare il giocatore nella maniera corretta; starà alla versione finale toglierci poi questa convinzione. 
 
E ora sparati in gola 
L’assortimento di armi presente viaggia in parallelo con quanto proposto dagli altri giochi del genere. Avremo pistole semplici, una balestra, lanciafiamme, fucili d’assalto, lanciarazzi e tutte le bocche da fuoco che potete aspettarvi in uno shooter ambientato nell’epoca moderna. Le armi, tuttavia, si presentano in maniera differente, con una meccanica speciale che permetterà ai giocatori, piuttosto che selezionarle dal classico menù a ruota, di smontarle e modificarle a piacimento. Ecco allora che al manico della balestra potremo agganciare un serbatoio per il napalm e gettare fuoco sui nemici o tenere il calcio della pistola e usarlo come manico per una mitraglietta. Questo sistema vi costringerà sostanzialmente a scegliere due armi per il cambio rapido e a modificare assetto solo nei momenti di tranquillità, dato che passare da una modalità di fuoco all’altra non è propriamente rapido. Oltre a questo, nei rivenditori dedicati, potrete poi comprare mirini, caricatori o silenziatori montandoli successivamente sull’arma che preferite. Non aspettatevi però un numero di opzioni particolarmente ricco, visto che la resistenza non sembra essere in grado di procurarsi materiali e tecnologie sofisticate. Le modifiche all’equipaggiamento non riguardano solo le armi ma anche progetti per creare bombe o molotov e vestiario da indossare, elemento che di fatto va a costituire l’ossatura di perks e talenti presenti su Homefront. Ci sono giacche che vi offriranno l’opportunità di predare automaticamente i soldati della KPA durante gli abbattimenti, ginocchiere grazie alle quali acquattarsi più in fretta e così via, senza alcuna idea eccessivamente innovativa nel mezzo. 
A caccia di talenti
Con una personalizzazione piuttosto limitata nelle armi e nella costruzione del protagonista ci aspettavamo un sistema di gioco che esaltasse le fase di shooting, ma anche qui, a causa di un’intelligenza artificiale piuttosto deficitaria, risulta quasi impossibile divertirsi. Muoversi per le strade di Philadelphia a piedi non è semplicissimo, a causa della gran quantità di pattuglie e droni che sorvolano l’area di gioco, ma con l’aggiunta della moto, disponibile in quasi tutti i checkpoint e accampamenti la cosa diventa sin troppo semplice, tanto che giocando a livello di difficoltà media era possibile sfrecciare da una parte all’altra di una red zone senza correre alcun pericolo, una situazione che rendeva l’intera atmosfera poco realistica. Un punto su cui invece Homefront può contare è il comparto tecnico che sfoggia, quantomeno su pc, una qualità dell’illuminazione di tutto rispetto e anche texture curate e dettagliate. Si tratta insomma di un titolo che mostra ancora tantissime lacune e che difficilmente vedremo risorgere da una condizione causata anche dal lunghissimo e travagliato tempo di sviluppo.

– Storia originale

– Tecnicamente soddisfacente

Homefront the Revolution non rappresenta, e scusateci il gioco di parola, alcuna rivoluzione per il genere. Non c’è nulla di particolarmente originale e innovativo al momento e la nostra paura è che il tempo da qui alla release non sia sufficiente per sistemare le numerosissime magagne che abbiamo riscontrato. A fine maggio, il responso conclusivo.