Anteprima

Hail to the Chimp

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a cura di Krauron

E’ noto che, nell’immaginario collettivo vive la consapevolezza che nel regno degli animali sussista uno stato prettamente monarchico, con a capo l’unico ed indiscutibile Re Leone (no, non soltanto quello ben noto della Disney), e con lo scettro che si tramandi di padre in figlio. Se però un bel giorno il buon sovrano decidesse di consegnare al “popolo” il potere di eleggere il suo successore, cosa succederebbe tra le molteplici razze di animali? Per i ragazzi di Wideolad Studios, nulla di diverso rispetto al mondo umano. Si andrebbero a creare dei partiti, convegni, incontri con i giornalisti, ma soprattutto ogni candidato farebbe carte false pur di accaparrarsi una manciata di voti. Da questa bizzarra premessa si fonda un titolo di strana natura, assemblato mediante più generi messi insieme, che farà del multiplayer il suo cavallo di battaglia.

Votami e vedrai che non ti farai male…Hail to the Chimp è dunque a grandi linee definibile come un party game, con una sorta di malcelata ironia a farla da padrona. Le missioni dovrebbero ammontare a circa quindici, inserite in una decina di arene così come i protagonisti. A suo tempo stilammo già una lista di questi ultimi, anche se a spiccare per simpatia vanno rammentati l’ippopotamo Ptolemy, con i suoi movimenti lenti e quasi claudicanti, la fulminea scimmia Crackers, l’armadillo di classe Santo e il polipo nipponico Toshiro. Calati in contesti diversi, questi animali sfoggieranno il meglio di sé per ostacolare l’ascesa degli avversari, anche se non dovranno esprimere il proprio ego e la propria abilità in situazioni eccessivamente variegate. Questo eufemismo non è affatto fuori luogo: pare infatti che le missioni si potrebbero ripetere fin troppo simili tra loro ed in maniera deprimente, con le sole locations a mostrare quel minimo di originalità in più non solo dal punto di vista visivo, ma anche della giocabilità. Non a caso a seconda dei luoghi scelti per la diatriba, le avversità del luogo ci creeranno non pochi problemi. Preparatevi dunque a palle di neve in alta montagna o fiumi di lava all’interno di un vulcano. Tutto questo contorno, in fin dei conti, delinea un gameplay che non si discosta molto da una pessima copia, a livello di idee soltanto, di quanto visto in un recente prodotto della Nintendo ben noto a tutti i possessori di Wii. Ci si azzuffa, ci si ruba delle fondamentali vongole, si utilizzano attacchi speciali, e poco altro ancora. Al massimo è inserita la possibilità di allearsi momentaneamente con un candidato per attacchi combinati magari contro l’animale più “quotato” in quel momento. Così facendo assisterete, ad esempio, a Ptolemy che afferrerà il buon armadillo, per l’occasione arrotolato, e lo scaglierà a mo’ di palla avvelenata. Nulla di troppo originale, ma potrebbe far scappare qualche risata agli utenti che si avvicineranno a queste dinamiche spinti più da curiosità che da reale interesse videoludico.

Elezioni poco elette Purtroppo dopo un’analisi approfondita del titolo, sembra che ci sia ancora qualche magagna di troppo, soprattutto quando si parla di struttura di gioco. Sia ben chiaro, l’idea da cui gli sviuppatori sono partiti per delineare il concept risulta interessante e a tratti anche molto originale. Tuttavia sarà difficile che una meccanica con così poche possibilità possa riuscire a ritagliarsi uno spazio adeguato tra la moltitudine di titoli in uscita nel corso dell’anno per le console next-gen, anche a causa di un comparto tecnico che non si annuncia certo esaltante ed in grado di sfruttare al meglio le risorse tecniche degli odierni sistemi.Se prendiamo come campione un combattimento qualsiasi, si nota in primis un caos di fondo non indifferente: nessuno sembra saper bene cosa stia realmente facendo, ogni personaggio è mosso più per l’inclinazione ad alzare polveroni inutili (tipo rissa da stadio) piuttosto che per seguire un filo conduttore. E in questo caso la bravura o meno del giocatore poco c’entra; la stessa Cpu che muove i restanti contendenti sembra in preda ad una completa demenza, gestendoli in maniera a dir poco casuale.Spesso si prendono considerevoli batoste senza neppure sapere né da chi, né perché e qualche volta neppure come; in un batter d’occhio ci ritroviamo a doverci destreggiare tra movenze squilibrate, colpi improvvisi e assurdità del momento. A peggiorare questo stato confusionario, ci penserà un contatore di punteggio più sballato della mente delle bestie, tralasciando il piccolo particolare concernente una sua mancanza di precisione.Eppure è un vero peccato, in quanto almeno graficamente il gioco può contare di uno stile “cartoon” estremamente azzeccato, cui si agigunge l’ottima scelta dei protagonisti che saltano subito all’occhio grazie al sapiente uso di specifici colori che mettono in risalto i loro principali aspetti fisionomici. Nel complesso restano ancora fin troppe perplessità legate a questo prodotto, ma si spera che con l’uscita Pal, seppur non ancora comunicata in via ufficiale, molti dubbi verranno a mancare in favore di un prodotto finale convincente e gradevole.

Hail to the Chimp non sembra più convincente come un tempo o, quantomeno, il progetto attuale non pare in grado di poter aspirare a grandi traguardi nell’immediato futuro. Il concept non risulta supportato da un gameplay all’altezza delle aspettative e, allo stato attuale, il titolo colpisce più per i suoi difetti che per qualche trovata degna di nota. L’I.A dei personaggi sembra ancora suscettibile di miglioramento, ma i combattimenti appaiono privi di logica e i minigiochi risultano ripetitivi. Fortunatamente potremo contare su una dose non indifferente di humor. Ovviamente è ancora presto per pronunciarsi in maniera definitiva, ma con la pubblicazione Pal ormai imminenente speriamo che questi problemi possano essere stati eliminati.