Recensione

Gekido: Kintaro's Revenge, la recensione del picchiaduro a scorrimento per Nintendo Switch

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a cura di Marcello Paolillo

Senior Staff Writer

Anno 2002. Sull’allora diffusissima piattaforma tascabile Nintendo, il Game Boy Advance, vedeva la luce un picchiaduro a scorrimento realmente particolare, un genere particolarmente in voga negli anni 90 e che stava suo malgrado sparendo dalle scene (complice anche l’avvento del 3D, capace di risucchiare a sé ogni cosa). Tuttavia, il piccolo GBA aveva già dimostrato di essere una console a 16-bit in grado di accogliere grandi classici (da Final Fight One a Double Dragon Advance), ragion per cui l’uscita di una piccola gemma come Gekido: Kintaro’s Revenge non stupì più di tanto, complice anche il fatto che il gioco fu realizzato da un piccolo gruppo di sviluppatori tutto italiano (i ben noti Naps Team). Il gioco riuscì a distinguersi grazie a una resa anime straordinaria ai tempi, arricchita da alcuni elementi esplorativi piacevolmente frizzantini che aiutavano a scongiurare l’effetto ripetitività. Il risultato, al netto dei limiti della console, fu assolutamente godibile, tanto da ritagliarsi un suo nutrito numero di appassionati. Gli stessi che, dopo il lancio della Nintendo Switch in epoca non sospetta, hanno chiesto a gran voce una conversione del gioco anche sulla nuova console ibrida della Grande N. Desiderio che, finalmente, è stato esaudito.

Attenzione, però: Gekido: Kintaro’s Revenge su Nintendo Switch non è un semplice porting, né tantomeno un semplice titolo emulato sulla piattaforma della Casa di Mario. I Naps hanno infatti quasi interamente riprogrammato l’intero pacchetto, sia per quanto riguarda il comparto grafico e sonoro che il sistema di gioco (modalità multiplayer incluse). Ciò che ne è uscito fuori è una vera e propria remastered di un gioco vecchio di ben sedici anni ma ancora tremendamente in grado di dire la sua. Partiamo dalla trama (se così possiamo definirla, vista l’importanza in un gioco del genere): Tetsuo, il protagonista principale, viene presto convocato dal suo vecchio maestro per investigare su alcuni sinistri avvenimenti che stanno accadendo nel suo villaggio, invaso da zombie, demoni e mostruosità di vari tipo. Starà a noi, poco sorprendentemente, svelare il mistero dietro questa temibile epidemia, a suon di calci e pugni.Una volta preso il Joy-Con in mano, la prima cosa che salta all’occhio è che il sistema di gioco è rimasto assolutamente fedele all’originale. Double Dragon, Street of Rage e Final Fight sono ancora una volta i titoli a cui Gekido si ispira senza troppi complimenti, omaggiandone anche lo stile prettamente nipponico di personaggi e ambientazioni. Il risultato, oggi come nel 2002, è assolutamente ottimo, specie considerando che giocare al titolo in versione handheld su Switch è una goduria per gli occhi. Anche dal versante meramente strutturale, Gekido: Kintaro’s Revenge non si distanzia troppo dall’originale uscito su GBA quasi un ventennio fa: Tetsuo può tirare calci, pugni e sprigionare una mossa speciale utile per uscire indenni dalle situazioni più concitate, oltre a poter correre ed effettuare piccoli salti. La possibilità di usare il d-pad della console (caratteristica aggiunta con una piccola patch uscita quasi in concomitanza al lancio) aiuta e non poco, il tutto mentre ci aggireremo tra le varie schermate fisse ricche di porte da aprire, casse da rompere e chiavi da raccogliere. Sì, perché a differenza dei classici beat ’em up a scorrimento degli anni 90, Gekido alterna le tradizionali risse contro gli avversari con alcune (brevi) fasi esplorative, in cui saremo chiamati a fare avanti e indietro attraverso corridoi o strade, alla ricerca di un particolare oggetto per poter proseguire all’interno dell’avventura. Peccato che talvolta si tenda a perdere il senso dell’orietamento, complice anche il fatto che molte delle locazioni che attraverseremo tendono a rassomigliarsi un po’ troppo (alcune stanze o anfratti sono infatti assolutamente identici fra loro, elementi dello scenario inclusi).

Il team di sviluppo con base a Messina ha quindi evitato la strada del copia incolla, grazie anche a una buona mole di opzioni extra infuse all’interno del pacchetto offerto da Gekido: Kintaro’s Revenge. Innanzitutto la modalità a due giocatori, immancabile in ogni picchiaduro a scorrimento che si rispetti, è ovviamente presente in tutto il suo fragore. Ma non solo: nell’inedita “Caccia alle reliquie” saremo chiamati ad affrontare alcuni livelli speciali in cui la posizione delle relique è diversa rispetto al solito, mentre in “Survival” – giocbile sia in solitaria che accompagnati da un amico – dovremo affrontare un’orda di demoni cercando di resistere il più a lungo possibile ed evitando di finire al tappeto (vi assicuriamo che non sarà affatto facile, considerando il numero di avversari presenti a schermo). Graditissima infine la possibilità di selezionare le cut scenes originali della vecchia versione per Game Boy Advance, incluse le musiche. Sarà inoltre possibile aggiungere filtri e antialiasing, per un’esperienza quanto più vicina possibile a quella vista nell’edizione a 16-bit apparsa sulla piccola console portatile Nintendo, uscita su cartuccia quasi venti anni fa.Per il resto, boss fight serrate (anche queste ispirate ad alcuni capolavori classici del genere), un gameplay vecchio stile ma decisamente avvincente e una longevità tipica dei prodotti arcade del secolo scorso (parliamo infatti di soli cinque capitoli, risolvibili in 3/4 ore di gioco intenso) rendono Gekido: Kintaro’s Revenge un gustoso tuffo del passato, con tutti i pro e i contro che questa definizione porta con sé. L’importante è sapere bene a cosa si va incontro, specie se ci si avvicina al genere dei picchiaduro a scorrimento arcade per la prima volta.

Buona resa estetica.

Decine di riferimenti ai capolavori del genere.

In due è una goduria.

Sezioni esplorative un po’ dispersive.

Davvero troppo breve.

7.5

Esattamente come ai tempi della sua uscita originale, sulla piccola e indimenticata Game Boy Advance, Gekido: Kintaro’s Revenge dimostra anche su Nintendo Switch la stessa cura e passione verso un genere – quello dei beat ’em up a scorrimento – che non manca di certo tra le fila del Naps Team. Evitando la strada del porting diretto o, peggio ancora, del titolo emulato, Gekido su Switch è un prodotto interamente rivisto, soprattutto dal versante tecnico, mantenendo però intatta la freschezza e l’immediatezza tipici del genere (considerando anche che parliamo di un gioco di ben 16 anni fa). Un grazie agli italianissimi Naps per aver creduto in Tetsuo, ancora una volta.

Voto Recensione di Gekido: Kintaro's Revenge, la recensione del picchiaduro a scorrimento per Nintendo Switch - Recensione


7.5