Recensione

Final Fantasy Crystal Chronicles: Echoes Of Time

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a cura di Dr. Frank N Furter

Dopo una lunga attesa e numerose promesse di recente è stato pubblicato per il mercato europeo un nuovo capitolo dedicato alla saga Crystal Chronicles nata nel lontano 2003 su Nintendo GameCube. Durante questi cinque anni la serie è cresciuta in maniera esponenziale trovando terreno fertile sia su Nintendo DS che sul canale WiiWare ed ora si presenta con un doppio appuntamento per le due console di punta della casa di Kyoto. Come accadde per il primo episodio, anche in questo caso è stato progettato una sorta di “link system”, il quale si fa pioniere nell’interazione tra Wii e DSi. Idealmente la versione destinata all’ammiraglia Nintendo dovrebbe essere considerata la più articolata tra le due rilasciate, ma sarà davvero così oppure questa volta le parti sono state invertite?

Le Cronache del CristalloLa storia narrata in Echoes of Time (d’ora in avanti EoT) non si discosta più di tanto dai precedenti episodi della serie Crystal Chronicles, in quanto ancora una volta i Cristalli costituiscono il centro nevralgico attorno a cui si compone l’universo, come vere e proprie fonti di forza ed energia. Nel filmato iniziale, realizzato utilizzando una versione migliorata del motore del gioco, è possibile ammirare un anziano che insegue una povera fanciulla fino ad una fonte dove risplende un enorme cristallo. Dopo un primo momento di stupore, accadrà qualcosa di strano: dal corpo dell’uomo partiranno numerosi sbuffi di vapore come se egli stesse evaporando, ma al contempo emetterà una risata tutt’altro che rassicurante. Il nostro racconto termina qui, per non rivelarvi alcuna sorpresa. Sappiate solo che finita l’introduzione prenderete il controllo del vostro personaggio e potrete parlare con gli abitanti del villaggio che incontrerete esplorando l’area che vi circonda. Scoprirete così che è il vostro sedicesimo compleanno, giorno in cui dovrete affrontare una prova all’interno della foresta affinché possiate sancire il vostro ingresso nel mondo degli adulti. Ad un’attenta analisi ed in particolar modo se avete avuto la fortuna di giocare ad altri esponenti di questa categoria, l’incipit iniziale può essere considerato come un cliché molto usato in tantissimi giochi di ruolo di stampo nipponico, ma all’atto pratico si rivela più come un pretesto per farvi cominciare il tutorial che non per reali avvenimenti di importanza determinante. Tuttavia, a differenza di Rings of Fate, la trama svolge un ruolo diverso, che si potrebbe definire anche marginale, a favore di un gameplay all’apparenza ricco e di sostanza, anche se di fatto non tutto è andato come previsto. Vi è inoltre da sottolineare come la saga stessa non abbia mai goduto di grandi plot alle spalle, pertanto in quest’ottica iEoT segue la scia tracciata dai suoi predecessori con estrema coerenza non elevandosi ad un livello di eccellenza ma nemmeno scendendo sotto gli standard proposti i passato, almeno in termini di struttura narrativa proposta.

Dall’esplorazione alla battagliaPrima ancora d’iniziare l’avventura sarete chiamati a scegliere la razza a cui apparterrà il vostro personaggio. Le quattro classi si differenziano per pochi ma fondamentali aspetti quali ad esempio la capacità di usare le lance, una maggiore potenza magica oppure una maggiore efficacia negli attacchi fisici. Il titolo Square Enix può essere definito come un perfetto esempio di “dungeon crawler” ben realizzato: organizzare un gruppo di quattro avventurieri (il limite massimo del vostro gruppo) per partire all’esplorazione delle varie ambientazioni uccidendo tutti i nemici e raccogliendo più materiale possibile vi darà molte soddisfazioni. Nel caso in cui aveste già provato il precedente titolo, sappiate che le meccaniche sono rimaste pressoché invariate e ciò pur non rappresentando certo un difetto non depone a favore del lavoro degli sviluppatori che, con il tempo e le potenzialità tecniche a disposizione, avrebbero certamente potuto compiere un lavoro ancor più approfondito ottimizzando buona parte di quelle dinamiche che in passato non erano risultate certo perfette. Il vostro alter ego potrà effettuare attacchi fisici di diversa entità ed effetti, evocare le magie e perfezionarle arricchendole nel corso del gioco per renderle più potenti oppure per variarne le caratteristiche in base ai diversi elementi che abbinerete tra loro, ottenendo quindi degli incantesimi sempre più utili dal punto di vista difensivo ed offensivo. Se tale processo appare di facile apprendimento e rapido utilizzo nella versione portatile (che analizzeremo in separata sede) la stessa cosa non si può dire di quella Wii, come avremo modo di approfondire a breve. Uno dei maggiori difetti del gioco, in grado da solo di abbassare notevolmente il coinvolgimento, risiede nell’intelligenza artificiale dei membri del vostro gruppo. Purtroppo non ci sono stati concreti progressi rispetto al recente passato, in quanto i compagni continuano a non ragionare neanche quando si tratta di azioni basilari alla sopravvivenza. Tutto ciò risulta molto frustrante ai fini di elaborare delle strategie di comportamento anche lineari, rendendo di fatto molto poco collaborativo il resto del gruppo e vanificando anche le azioni che necessiterebbero di un minimo di iniziativa. L’unica opzione che vi è concessa è quella di settare un comando tra quattro disponibili in modo da impartire una strategia generale di base. Tutto quello che accade dopo è affidato quindi alla famigerata I.A., che purtroppo si comporta in maniera del tutto inutile nella maggior parte delle occasioni. Un esempio concreto è dato dal fatto che il vostro mago, una volta che non disporrà di punti magia per lanciare gli incantesimi, smetterà improvvisamente di svolgere il proprio compito anziché preoccuparsi di recuperare in maniera autonoma la propria energia magica. Ne deriva che in numerose occasioni dovrete essere voi stessi ad intervenire prendendo il controllo del personaggio in difficoltà e manualmente “guidarlo” verso i ripristino di uno status ottimale. La situazione è alquanto tragica se pensate al fatto che queste dinamiche assolutamente poco funzionali si ripetono con una frequenza disarmante a prescindere dal compagno che si ritrovi a collaborare con voi.

Il bello e il brutto del giocoPartendo dal presupposto che scegliendo la versione Wii non avrete un touch screen con cui interagire, ma un puntatore a schermo, le cose sarebbero dovute essere sviluppate in maniera differente in base al sistema che ospita il gioco. Sin dal primo momento appare evidente e paradossale allo stesso tempo che la versione “home” non è altro che un mero porting di quella DSi e già questo dovrebbe farvi capire il perché molte cose non siano andate per il verso giusto. A partire dal comparto grafico, passando per la storia, il gameplay, il comparto sonoro e addirittura i filmati implementati sono assolutamente identici in ogni aspetto. Tutto ciò va inoltre a danneggiare la stessa rappresentazione grafica operata a schermo dal Wii include, che è stata sviluppata riproducendo due piccoli riquadri regolabili con i pulsanti + e che hanno lo scopo di emulare (nel vero senso della parola) quello che strutturalmente offre il portatile Nintendo. In primo luogo dunque dovrete superare lo shock di dover giocare con una grafica oltremodo datata e povera per il sistema su cui gira, inoltre come se tutto ciò non bastasse il rettangolo visivo è ampiamente limitato e risulta assolutamente inadeguato per gli standard attuali. Fatte queste considerazioni si può passare a discutere del sistema di controllo, il quale per forza di cose è stato rivisitato solo in parte, in piccola considerazione delle caratteristiche del Wii Remote. E’ innegabile come l’immediatezza dello stylus sul touch screen sia superiore sia in termini di rapidità nei comandi sia in precisione degli stessi. Il Wii Remote svolge unicamente la funzione di puntatore, ma rende legnosi i tempi di risposta tra un’azione e l’altra rallentando le meccaniche del gioco e facilitando da questo punto di vista i nemici a discapito del divertimento, che rasenta i minimi storici. Un’ultima considerazione va poi fatta sul gioco online. Come sapete potrete giocare con altri tre amici per formare un fenomenale quartetto pronto all’avventura. Nel caso del DSi potrete inviare il vostro personaggio nel mondo di un amico e partecipare con lui alla sua storia, se vorrete un aiuto non dovrete far altro che invitare un compagno e lui si unirà al gruppo, mentre se foste sprovvisti di commilitoni li potrete reclutare anche tra gli utenti del continente d’appartenenza o del mondo intero scavalcando di fatto gli odiosi codici amico. Per quanto riguarda il Wii però, sarete in qualche modo limitati dal fatto stesso che il gioco non è “portatile”, quindi se vorrete interagire con un amico lo potrete fare solamente tramite l’online mentre con il DSi sarete liberi di gestire la situazione come più vi conviene. In definitiva l’esperienza online scorre piacevolmente, ma per dovere di cronaca segnaliamo la presenza di qualche piccolo intoppo dato da alcuni lag che occasionalmente si verificano durante le partite.Tirando le somme, ciò che avrebbe dovuto rappresentare un passo in avanti per la serie ed in generale un valido gioco di ruolo si rivela come un prodotto a tratti inconcepibile a causa delle tante scelte tecniche operate in modo sconsiderato, che limitano fortemente questa esperienza ludica decisamente sconsigliata per tutti coloro che si aspettavano un prodotto di ben altro spessore e carisma.

– Concept interessante…

– Longevità su buoni livelli

– Pregevole soundtrack

– …ma il gameplay è appensatito da numerosi problemi

– Tecnicamente sottotono

– Intelligenza artificiale inconsistente

– Presenza di lag durante le partite online

6.0

Final Fantasy Crystal Chronicles: Echoes of Time aveva tutte le carte in regola per divenire un ottimo gioco di ruolo (o dungeon crawler, se preferite), ma il risultato finale vede questa versione Wii nettamente in sofferenza rispetto alle più pessimistiche previsioni. Nel caso in cui siate di fronte al dubbio su quale versione del gioco scegliere non dovete temere, poiché quella analizzata in sede di recensione non è altro che un porting di quella DSi e come tale perde tantissimi punti nella sua trasposizione nuda e cruda. Sulla home console della casa di Kyoto sono presenti dei difetti grossolani, come un sistema di controllo legnoso, un comparto grafico mediocre che cerca di replicare i due schermi del DSi ottenendo un risultato a dir poco pessimo. Il nostro consiglio è quello di prendere il prodotto sulla piattaforma sulla quale è nato, solo così potrete goderne appieno i risultati.

Resta l’amaro in bocca per l’ennesima occasione persa, ma tutti i fan della serie potranno consolarsi con l’ottima edizione portatile, più che mai meritevole di acquisto.

Voto Recensione di Final Fantasy Crystal Chronicles: Echoes Of Time - Recensione


6