Recensione

Disgaea 4 - A Promise Revisited

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Poche saghe come quella di Disgaea hanno fatto della continuità e dell’immobilismo un marchio di fabbrica, riproponendo la formula originale quasi intatta nel corso degli innumerevoli capitoli che si sono susseguiti negli anni.Ma, come molti videogiocatori sanno, in ambito videoludico squadra che vince raramente si cambia, e i favori del pubblico (soprattutto giapponese) hanno fatto sì che Nis espandesse il concept originale piuttosto che arricchirlo e modificarlo.Eccoci dinanzi alla riduzione portatile di Disgaea 4, ribattezzata per l’occasione A Promise Revisited, che porta nelle vostre tasche lo strategico a turni apprezzato nel 2011 su PS3.

Sardine, che passione!I due protagonisti principali di Disgaea 4 sono Valvatorez e Fenrich, ex tiranno degli inferi declassato a istruttore di Prinny l’uno, fedele ma astuto servitore l’altro.Uno dei pochi (se non l’unico…) elemento di rottura con il passato della serie risiede proprio nella qualità e nel tono generale del plot: pur senza rinunciare all’umorismo non-sense e alle situazioni al limite del grottesco che hanno fin qui caratterizzato, gli sceneggiatori di Nippon Ichi hanno dato vita ad un intreccio più maturo e sensato del solito, alzando l’età media del gruppo di protagonisti e affrontando temi come la corruzione e la massoneria.Un altro elemento che torna dai precedenti capitoli è l’eccessiva verbosità dei personaggi e di molte fasi di intermezzo, con una quantità spropositata di linee di dialogo che, nonostante l’ottimo lavoro dei doppiatori (e la possibilità di scegliere anche la traccia giapponese), rallentano il ritmo in maniera eccessiva tra un combattimento e l’altro.Questo non impedirà comunque ad un grosso sorriso di allargarsi sui vostri visi durante le numerose ore di gioco: sebbene abbia perso la brillantezza degli esordi, l’ironia made in Nis va oltre le barriere culturali e linguistiche, regalando momenti di assoluta ilarità quando meno ve li aspetterete.Insomma, laddove il secondo e terzo episodio della serie regolare avevano un po’ deluso a livello narrativo, A Promise Revisited si rivela invece un ottimo tentativo di bilanciare tematiche più adulte con un tono scanzonato, che non si prende mai troppo sul serio.

Oggi come ieriQuello che meno è cambiato, e non solo dall’ultimo capitolo ma addirittura dal capostipite della serie, è il gameplay, quel cuore pulsante di strategia a turni e grinding sfrenato che ha reso la saga un must tra tutti i giocatori più hardcore: Disgaea 4 si gioca esattamente come tutti i capitoli che lo hanno preceduto, e, pur prendendo in prestito diversi elementi dal recente Disgaea D2, che poi è l’episodio che più ha osato negli ultimi anni, corre parallelo ai binari che la saga ha percorso nell’ultimo decennio.Per chi avesse passato l’ultima decade in vacanza su Giove, il titolo Nis è uno strategico a turni vecchio stampo, dove il proprio party, muovendosi su una griglia, deve sgominare un numero variabile di nemici secondo una struttura non dissimile da un Final Fantasy Tactics qualsiasi: l’attenzione al level up (con un level cap fissato a 9999), alla possibilità di lanciare i propri compagni e ai Geo Panel compensano le mancanze in quanto a micromanagement delle truppe, pianificazione strategica ed equipaggiamento.I pregi storici della serie fanno bella mostra di loro stessi già dopo poche ore: il numero virtualmente infinito di mappe, l’estrema libertà data al giocatore nell’allestimento del suo esercito personale, la possibilità di potenziare ogni singolo oggetto e quella di modificare quasi tutti i parametri del gioco grazie al Cheat Shop delineano uno strategico flessibile e moderno, decisamente difficile da approcciare ma altrettanto soddisfacente già dopo una manciata di livelli.Nel contempo, tutto ciò che ha tenuto lontana la saga dall’eccellenza assoluta (raggiunta invece dal suddetto titolo Square come anche dalla serie degli Ogre di Enix), ritorna senza che gli sviluppatori vi abbiano posto rimedio.Ecco quindi una gestione dell’inventario e degli equipaggiamenti assolutamente non soddisfacenti, un eccessivo peso del fattore aleatorio all’interno delle battaglie (il numero di contrattacchi di un personaggio cui è stato arrecato danno è casuale, ad esempio) e una quantità di variabili e informazioni secondarie che non potrà non spaventare quanti hanno la sola “colpa” di approcciarsi alla serie con qualche anno di ritardo.Non era certo da un porting che ci aspettavamo cambiamenti clamorosi, ma, di capitolo in capitolo, di partita in partita, la formula si appesantisce sempre più, denunciando gli effetti di una serie di scelte di game design eccessivamente conservative nel corso degli anni.Ed è davvero un peccato, perché, nonostante questo immobilismo, anche Disgaea 4, come i suoi predecessori, è un titolo che diverte e coinvolge per un minimo di quaranta ore, che di questi tempi non è propriamente poco.

Buon portingAl netto di qualche , inspiegabile, calo di framerate, e di un versante tecnico che, nonostante gli sprite in HD, è sempre un passo indietro alla concorrenza, questa versione portatile del titolo visto su Playstation 3 tre anni or sono è davvero ben realizzata, soprattutto a livello contenutistico: il DLC Desco & Fuuka Show è infatti incluso nel pacchetto, come anche lo scenario, esclusivo per PSVita, intitolato Nagi Clockwork Time Leap, a comporre un’offerta ludica tra le migliori in assoluto dell’intero catalogo della console portatile Sony, con oltre un centinaio di ore di gioco totali (o anche più, per i completisti).Piace meno il riciclo di temi e musichette, che raggiunge, in questo quarto capitolo, vette imbarazzanti: tre quarti della colonna sonora vengono dai precedenti episodi, e, per ovvie ragioni, motivi che suonavano sbarazzini e spiritosi dieci anni fa, oggi arrivano all’orecchio stanchi e stantii.La qualità generale del lavoro di adattamento è comunque soddisfacente, grazie anche al tratto sempre accattivante di Harada-san, responsabile dell’art design di quest’ultima fatica firmata Nis.

– Spropositata quantità di contenuti

– Giocabile e profondo

– Non potrà non strapparvi un sorriso

– La migliore trama dai tempi del capostipite

– Uguale a se stesso da anni

– Tremendamente verboso

– Ancora un gradino sotto i migliori del genere

– Impervio per i neofiti

7.5

Disgaea 4 – A Promise Revisited è un buon titolo, vittima del più strambo dei paradossi: essendosi la serie rinnovata pochissimo nel corso degli anni, sarebbero i neofiti quelli che potrebbero goderne maggiormente; eppure, una struttura assai ramificata, una curva di apprendimento ripida e continui rimandi agli episodi precedenti costituiscono una notevole barriera d’ingresso proprio per i neofiti di cui sopra.

Quel che rimane, quindi, è un SRPG profondo e sfaccettato, permeato di un umorismo contagioso, sicuramente consigliato agli amanti della serie ma che, episodio dopo episodio, denuncia un disperato bisogno di novità di un certo peso a livello di gameplay.

Consigliato con riserva.

Voto Recensione di Disgaea 4 - A Promise Revisited - Recensione


7.5