Recensione

Deadpool 2, la recensione del ritorno di Wade Wilson

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a cura di Gottlieb

Mentre il Marvel Cinematic Universe continua a scuotere gli animi dei cinefili e dei suoi fan con la disastrosa conclusione di Infinity War, parallelamente alle vicende legate a Thanos e alla sua ricerca delle gemme dell’infinito, c’è un altro supereroe che deve preoccuparsi di salvare la Terra. O una parte di essa. Si tratta di Deadpool, il Mercenario Chiacchierone, che dopo un primo irriverente e scoppiettante film dedicato alla sua persona torna per una nuova avventura, dai toni sempre sopra le righe e con un fare ciacarone che è tipico del supereroe Marvel.

Hai sentito l’eroe che parla alla luna blu?Katane affilate, proiettili che gli bucano lo stomaco, ma che in realtà non gli producono alcun danno, menefreghismo totale nei confronti della vita, dell’azione e di ciò che gli capita attorno: questo è Deadpool, in una delle sue classiche giornate sotto il costume rosso. Fino a quando un tragico evento non lo metterà in condizione di rintracciare un qualcosa da difendere, da proteggere: un bambino. Supportato dall’amico Colosso, l’unico X-Man che sembra disposto a dare una mano a quell’eroe che tante volte ha provato a entrare nei mutanti ma che ha sempre fallito nella sua lunghissima disputa con Wolverine, Wade Wilson identifica in un bambino dai poteri mutanti la sua occasione di redenzione. L’unico reale problema è che quel bambino è anche il bersaglio di Cable, un soldato arrivato dal futuro per uccidere quella che in futuro sarebbe diventata una vera minaccia per l’umanità e, in maniera molto più contenuta, per la famiglia dello stesso Cable. Lo scontro tra Deadpool e il soldato del futuro spingerà l’eroe in tutina rossa a creare il gruppo di mutanti noto col nome di X-Force, per proteggere Russell. Diversamente dal primo film, che aveva nella crescita e nella formazione di Deadpool il cuore delle proprie vicende, il sequel delle avventure di Wade Wilson è un’accozzaglia di elementi che non riescono a trovare giustificazione l’uno nell’altro: il plot twist che scatena la difesa di Russell da parte di Deadpool è abbastanza forzato, tanto da costruire una situazione che sembra più surreale che altro. Per il resto la stessa creazione del gruppo chiamato X-Force dà l’impressione di essere una pezza su un film che rischiava, altrimenti, di avere una durata troppo misera e, tra l’altro, rassomiglia a una forzatura nata esclusivamente per permettere a Deadpool qualche battuta in più. Un peccato, soprattutto perché personaggi riusciti come quello di Domino avrebbero meritato maggior contestualizzazione. 

Il soldato venuto dal futuroSe quindi la narrazione fa storcere un po’ il naso, ciò che funziona moltissimo in Deadpool 2 è il dinamismo, l’azione, il divertimento che ci viene sbattuto in faccia direttamente dallo slowmo e dai combattimenti nei quali l’eroe Marvel si ritrova invischiato, che si tratti di Cable o che si tratti anche del ritrovato Juggernaut. Da quel punto di vista, guardato come se fosse un film esclusivamente pensato per inanellare delle scene funamboliche, la pellicola trova il proprio compimento, lasciando del divertimento puro, ma che finisce sul momento. Ovviamente accanto a tutto ciò ci sono i dialoghi di Wade Wilson, che riescono a essere sempre pungenti e attenti, andando a cogliere anche elementi della cultura pop e cinematografica: forse non sono elaborati e illuminati come il primo film, ma il sorriso vi si pianterà sul volto inevitabilmente, proprio come le natiche di Deadpool sul volto di Cable. Su quest’ultimo qualche appunto: senza voler riprendere necessariamente quelle che erano le vicende narrate nel mensile Deadpool & Cable, la storia del soldato che viaggia nel tempo non è troppo dissimile dall’originale, pur non essendoci eccessivi riferimenti al background del personaggio, che oltre a raccontare la storia della propria famiglia non fa mai un accenno specifico alle sue origini. Josh Brolin dà vita a un personaggio molto credibile, soprattutto per la sua austerità e per il suo essere un uomo affaticato dalle vicende che lo hanno reso così spigoloso. Il suo movente è più credibile di quello di Wade e la loro dicotomia è per lo più tenuta in piedi dal robotico soldato piuttosto che dal chiacchierone in rosso. 

– Irriverente, con battute divertenti

– Tanta azione, tanto casino

– Sceneggiatura non esaltante

– Molti comprimari casuali

7.0

Deadpool 2 fatica rispetto al primo film. La prima apparizione di Deadpool al cinema era una grande novità, spinta da un personaggio che aveva realmente bisogno di raccontare qualcosa di diverso e di unico: nella sua trasposizione cinematografica, in questo secondo esperimento, Wade Wilson aveva già raccontato tutto e l’essersi inserito in una vicenda che non sa né di carne né di pesce penalizza l’intrattenimento e lo rende meno gradevole di quanto ci si aspettasse. Sapere che la scena post-credits è forse la più bella realizzata dall’universo Marvel è utile, ma avere una storia da poter raccontare sarebbe stato più appassionante: ciò non toglie che il dinamismo e l’azione ci sono e sono anche di bella fattura, lasciandovi con del divertimento sano.

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7