Recensione

Darklight Conflict

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a cura di Kyo

La Grande GuerraNella galassia si combatteva la Grande Guerra, dopo quella non ce ne sarebbero state mai più altre. L’esercito degli Ovon combatteva contro quello dei Repton e i Repton stavano perdendo. In una guerra in cui i computer si annullavano a vicenda i punti di forza dei due eserciti erano le creature viventi. Esseri dotati di sensi, con una logica e un intuito del tutto irrazionali, riuscivano a trovare soluzioni impossibili anche per i computer più veloci. I piloti Repton continuavano a morire e i loro sostituti non erano mai all’altezza del compito.I Repton furono costretti a infrangere le regole per trovare il loro tanto decantato punto di forza: organizzarono rapimenti dai pianeti non in guerra, pianeti in cui si combattevano guerre intere e dove la destrezza dei soldati era misurata secondo gradi di eccellenza ridicoli per le razze civilizzate. Uno dopo l’altro gli esseri umani cominciarono pian piano a scomparire dalla Terra e a combattere nella Grande Guerra. I piloti Repton venivano geneticamente alterati per viaggiare legati alle loro astronavi in maniera indissolubile. Alcuni crollavano sotto la tremenda pressione, mentre altri eccellevano. Il più famoso di tutti, conosciuto solo con il nome di Re, abbatté più di cinquanta navi da guerra Ovon prima di essere distrutto da un attacco a sorpresa mentre emergeva da un portale dell’iperspazio.

Preparatevi ad AttaccareDarklight Conflict è un classico sparatutto in soggettiva ambientato nello spazio, realizzato interamente in 3D. La nostra missione è quella di proteggere la base spaziale Campus dagli attacchi nemici, stando attenti agli ordini del nostro comandante. Oltre a proteggere la base spaziale, che è anche la nostra “casa”, dobbiamo compiere anche vari compiti quotidiani, come scortare dei carichi importanti da una base all’altra, distruggere sciami di asteroidi ed altre missioni di questo genere. Prima di assumere compiti così importanti, dobbiamo obbligatoriamente superare vari addestramenti come l’utilizzo delle armi, del raggio traente, della mitragliatrice ad appostamento fisso e così via. Dopo aver imparato e superato questi addestramenti saremo dei soldati qualificati e pronti ad affrontare qualsiasi nemico…o quasi.Come già detto le prime missioni prevedono un rigoroso addestramento, quindi la prima cosa da fare è prendere confidenza con gli strumenti di bordo, che possiamo trovare sparsi per tutti gli angoli dello schermo. In basso troviamo le barre energetiche rossa e blu che alimentano la nave, poi c’è un radar tridimensionale che ha lo scopo di indicarci l’esatta posizione dei nemici rispetto a noi, oltre a oggetti come asteroidi o navi amiche, tutti contraddistinti da puntini verdi, gialli o viola. In basso a destra troviamo il livello di velocità della nostra nave che può essere regolato a piacimento oltre a decidere se procedere in avanti o in retro marcia, grazie all’ausilio dei tasti Y e B. Ancora più a destra c’è l’indicatore della posizione del nostro comandante, in alto l’arma attualmente in uso, al centro in alto la freccia che indica il successivo obiettivo della missione e in alto a sinistra lo stato dello scafo. Le visuali disponibili sono tre in totale, oltre a quella in soggettiva c’è la visuale in terza persona e quella con continuo cambio di inquadratura. Queste ultime due visuali non sono molto comode, poiché non dispongono assolutamente di alcuno strumento o indicatore, con l’inevitabile rischio di venire sopraffatti dal nemico, magari colti di sorpresa. Durante il corso delle varie missioni, ci viene imposto di attraversare vari portali iperspaziali, che ci permettono di facilitare l’accesso ad altri luoghi dello spazio in breve tempo.Durante l’attraversamento dei portali iperspaziali la visuale è obbligatoriamente in terza persona e non ci sono nemici, ma possiamo trovare delle file interminabili di sfere rosse e blu. Le sfere rosse e blu sono rispettivamente la Materia e l’Antimateria, quindi bisogna raccogliere quelle rosse per incrementare l’energia della nostra nave, mentre se raccogliamo quelle blu l’energia si esaurisce. L’armamento a nostra disposizione è abbastanza fornito, infatti sono presenti, ma non tutte liberamente utilizzabili da subito, ben quattordici armi differenti che ci danno la possibilità di fronteggiare il nemico nel modo più appropriato.La cosa che mi ha lasciato un po’ perplesso è il fatto che tutte le missioni sono ambientate nello stesso scenario, cosìcché dopo un po’ di partite si rischia di cadere nella noia e di perdere l’interesse verso il gioco, che appunto è povero di novità sotto l’aspetto visivo e grafico se vogliamo.A questo problema se ne aggiunge un altro che è la scarsa visibilità di alcuni nemici, che riescono a mimetizzarsi abilmente nel fondale, compresi gli asteroidi. Quindi se non facciamo un uso assiduo del radar tridimensionale finiremo per schiantarci da qualche parte o di venire falciati da un nemico nascosto. Per ovviare a questo inconveniente è presente una shield, attivabile tramite la pressione del tasto C, che comporta però un consumo di energia e quindi non può essere utilizzata eccessivamente.

Aspetti tecniciGraficamente Darklight Conflict non è malaccio, le varie astronavi sono realizzate piuttosto bene, ma manca un po’ di spessore nel complesso, infatti possiamo pure scordarci di visitare pianeti o luoghi mai visti come accadeva in Star Fox per Super Famicom, qui dobbiamo solamente combattere una Guerra Galattica, che si svolge unicamente nello spazio aperto e buio. E’ vero che sono presenti effetti di luce, ombre, buone texture, ecc. ma non possono bastare a rendere questo titolo un capolavoro.Il lato uditivo comprende una colonna sonora composta da sottofondi dallo stile misterioso e profondo, che rendono bene l’idea dello spazio infinito; per rendere meglio la resa esse sono state incise su tracce audio di qualità cd. Il parlato è nella norma ed anche gli effetti sono più che buoni.La giocabilità si mantiene su livelli medi, e grazie ai vari strumenti a disposizione si può tentare tattiche diverse per affrontare i nemici, alcuni abbastanza difficili da eliminare.Il giudizio sulla longevità varia a seconda dei gusti, poiché il gioco dispone di ben cinquanta missioni, ma a causa della scarsa varietà degli scenari può stufare chi non è particolarmente apassionato di giochi di questo genere. Per riprendere il gioco da dove lo avevamo lasciato, inoltre, è presente un sistema di password che ci vengono rilasciate ogni volta che si termina una missione con successo.

– 14 armi differenti

– 50 missioni

– Buoni sottofondi musicali

– Scarsa varietà di scenari

– Un po’ difficile

5.0

In definitiva Darklight Conflict è un gioco semplice e discretamente giocabile. Anche se non raggiunge livelli di altri capolavori del suo genere, rimane pur sempre uno sparatutto spaziale in soggettiva che può anche fare la felicità di qualche appassionato. Le cinquanta missioni e le quattordici armi differenti disponibili possono avere la capacità di tenervi impegnati per un bel po’, quindi, a voi l’ultima parola.

Voto Recensione di Darklight Conflict - Recensione


5