Mentre lavoravano a The Witcher 3 su Switch, gli autori lo chiamavano... The Switcher

Servita su un piatto d'argento

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Saber InteractiveCD Projekt RED non hanno mai nascosto che adattare un videogioco come The Witcher 3: Wild Hunt Nintendo Switch non sia stato un lavoro di poco conto. Diverse volte ci siamo trovati a parlare, sulle nostre pagine, della scalabilità del titolo sulla piattaforma ibrida, che è stato ulteriormente “pulito” – passateci il termine – dalla più recente patch, con tanto di supporto al cross-save con PC.

Proprio Saber Interactive, nella persona di Roman Lebedev, è tornato sull’argomento nel corso di GTC 2020, spiegando alcune delle difficoltà del lavoro svolto e rivelando che sono stati necessari quindici mesi per rendere realtà il viaggio di Geralt anche su Nintendo Switch.

Nonostante alcune rinunce tecniche, il lavoro è stato ampiamente considerato, se teniamo conto del fatto che ora i giocatori possono vivere le vicende dello strigo anche on the go. Tra gli altri dettagli, Lebedev ha anche rivelato che Saber si è servita di una tecnologia di streaming del suono che CD Projekt RED aveva messo in piedi per Cyberpunk 2077.

Un’ultima curiosità, rivelata tra il serio e il faceto? Mentre il team lavorava al porting, il progetto era affettuosamente chiamato The Switcher. Quando si dice trovarsi le cose servite su un piatto d’argento…

Fonte: NVIDIA | VIA: GamingBolt