Spyro deve avere un futuro: i numeri sono dalla sua parte

Spyro ha spento 25 candeline e ha celebrato 10 milioni di copie vendute da Spyro Reignited Trilogy, ma che cosa c'è nel suo futuro?

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a cura di Nicolò Bicego

Redattore

Sono passati ormai venticinque anni da quando Spyro infiammò la prima PlayStation con le sue avventure. Questo traguardo è stato di recente festeggiato da Activision con lo Spyro Community Day, un modo per i fan di celebrare i loro ricordi inerenti il mitico draghetto viola.

Activision ha anche festeggiato i 10 milioni di copie vendute per Spyro Reignited Trilogy, un numero assolutamente incredibile, soprattutto se consideriamo che questa remastered sembrava anche essere partita in sordina rispetto a quanto successo a quella del compare Crash Bandicoot.

Nonostante questi festeggiamenti, però, ad oggi manca ancora concretezza per quanto riguarda il futuro di Spyro. L’annuncio di un nuovo capitolo, atteso ormai da anni, non è arrivato neanche in questa occasione, ma i numeri fanno pensare che si tratti più di una questione di “quando”, che non di “se”.

Abbiamo quindi pensato di unirci al momento dedicando uno speciale proprio al prossimo Spyro, cercando di capire che cosa ci potremmo aspettare e che cosa vorremmo da un futuro gioco dedicato al draghetto viola. 

Un’era da dimenticare, più o meno

Col senno di poi, è davvero incredibile come le traiettorie di Crash Bandicoot e Spyro siano state completamente identiche. Dopo il successo sulla prima PlayStation è arrivato un periodo di uscite dimenticabili o, peggio ancora, terribili, con qualche successo arrivato paradossalmente sulle console portatili di Nintendo; dopodiché, per entrambi i franchise è arrivato un discutibilissimo reboot, al quale è seguito un ritorno in pompa magna tramite le rinomate Crash Bandicoot N. Sane Trilogy e Spyro Reignited Trilogy (che potete recuperare su Amazon).

Crash Bandicoot 4: It’s About Time ha mostrato un modo molto interessante e furbo di rivolgersi a questo marasma di reboot e ritorni: semplicemente, gli sviluppatori hanno deciso di considerare canonica unicamente la prima trilogia di giochi, lasciando tutto il resto nell’oblio del tempo. Più o meno.

Sono già passati 25 anni dal nostro primo ingresso nel Regno degli Artigiani.

Nonostante il gioco intenda fare tabula rasa di tutto ciò che è seguito a Crash Bandicoot 3: Warped, in realtà i titoli successivi di Crash hanno comunque avuto un loro impatto, fosse solo anche a livello di ispirazione, come ad esempio l’utilizzo di altre maschere oltre ad Aku Aku e Uka Uka (un concetto esplorato in Crash Bandicoot: L’Ira di Cortex).

Proprio per questo, dedicheremo un breve spazio anche a tutte le avventure che Spyro ha avuto prima del suo recente ritorno.

I soffi elementali potrebbero essere un'idea interessante da riprendere da episodi non proprio riusciti.
Partiamo da ciò che sicuramente non vedremo riutilizzato: Spyro: Shadow Legacy e la trilogia The Legend of Spyro. Il primo è un oscuro e dimenticabile RPG uscito su Nintendo DS, mentre la seconda è stata il primo vero reboot di Spyro, dove il simpatico draghetto lasciava il posto ad un edgelord in piena crisi esistenziale.    

In realtà, la saga di The Legend of Spyro ha una sua (piccola) schiera di fan proprio grazie alla sua narrativa più adulta, ma è anche per questo che difficilmente vedremo qualcosa di questi titoli nel futuro di Spyro.    

Più probabile è invece che qualche idea venga presa dai titoli precedenti, Spyro: Enter the Dragonfly, Spyro: A Hero’s Tail e Spyro: Season of Ice e Season of Flame (questi ultimi due usciti su Game Boy Advance).

Enter the Dragonfly è probabilmente uno dei peggiori platform di sempre – lanciato in condizioni a dir poco indecorose, con lo sviluppo che decisamente era lontano dall’essere finito. Il gioco, però, presentava qualche idea interessante, come i soffi elementali, ripresi da tutti gli altri titoli citati.    

Si tratta di un’idea brevemente testata anche nella trilogia originale, dove in alcune missioni Spyro veniva dotato di un soffio di ghiaccio. In questi titoli, il soffio di ghiaccio veniva reso un potere permanente, e facevano la loro comparsa anche un soffio elettrico ed un soffio fatto di bolle (dall’utilità discutibile, quest’ultimo).      

Onestamente, questa è la meccanica che più ci aspetteremmo di rivedere da questi titoli, perché offre delle potenzialità interessanti per ampliare il ventaglio di abilità di Spyro. Questo potrebbe dare nuove possibilità anche per enigmi e combattimento, portando a giocare d’astuzia per capire quale sia il soffio adatto ad una determinata situazione.      

Da Spyro: A Hero’s Tail, inoltre, potremmo vedere tornare altre meccaniche di gameplay, soprattutto relative ai protagonisti secondari. Il gioco introduceva infatti un nuovo personaggio, Blink la talpa, oltre alla possibilità di giocare per la prima volta come Hunter.  

     

Le sezioni con Blink erano probabilmente tra le più noiose del gioco, ma visto quanto tutti i team che potrebbero occuparsi di Spyro 4 (Toys for Bob, Beenox, Vicarious Visions) amino rievocare il passato dei loro beniamini, non ci stupiremmo di rivederlo in azione.          

Anche le sezioni di Hunter potrebbero fare da ispirazione. Il suo gameplay ruotava intorno all’utilizzo dell' arco, arma con cui l'amico di Spyro compariva già nel secondo capitolo della serie.

Dunque, soffi elementali e ritorno di alcuni personaggi: questi potrebbero essere il lascito dell’epoca oscura di Spyro. Questi giochi, però, potrebbero influenzare anche la scelta del nuovo antagonista per il prossimo gioco.


In diversi capitoli, infatti, Ripto fece il suo ritorno, cementando il suo status di cattivone più iconico e longevo della saga. In un certo senso, il fatto che ancora oggi Ripto venga promosso come antagonista principale (basta vedere il suo arrivo in Crash Team Rumble, che trovate su Amazon) è dovuto anche a questi giochi, per ironia della sorte. 

Che cosa sarà Spyro 4?

Veniamo quindi al nocciolo della questione: che cosa ci aspettiamo da Spyro 4? Ad onor del vero, la prima trilogia di giochi offriva una struttura che non è invecchiata male. Sostanzialmente, in ciascun gioco avevamo diversi hub world esplorabili, che conducevano ciascuno a numerosi livelli.

I titoli successivi – tolto il solo Enter the Dragonfly – cambiarono radicalmente questa struttura, nel tentativo di rinnovare l’interesse dei giocatori. Badate bene, stiamo parlando di un’epoca in cui i platform stavano uscendo dai loro anni d’oro, cedendo il passo ad altri generi.      

Oggi come oggi, vista la mancanza di alternative forti sul mercato, Spyro potrebbe tornare con un gameplay fortemente ripreso dalla trilogia originale, un po’ come ha fatto Crash Bandicoot 4: It’s About Time: anche in quel caso, infatti, si riprendeva la classica struttura di Crash, ampliandola con un numero di livelli mai visto prima.

Ci aspetteremmo quindi qualcosa di simile anche per Spyro – e, a onor del vero, lo preferiremmo ad un approccio troppo aperto, visto che ci sono già moltissimi titoli ad occupare quello spazio. Questo non significa che le mappe non debbano essere più grandi: ci aspettiamo comunque degli hub world più estesi, con più aree da scoprire e più attività, e lo stesso vale per i livelli in essi contenuti. La nostra speranza, però, è quella che gli sviluppatori sappiano confezionare delle mappe sì estese ma non eccessivamente dispersive e vuote.

Spyro ha un disperato bisogno di riaffermare la sua identità, dopo più di un decennio di assenza di episodi inediti.
Un altro elemento la cui presenza riteniamo probabile sono i comprimari. Insomniac introdusse nuovi personaggi controllabili perché, dopo due giochi con il solo Spyro, temeva di aver finito le possibilità in termini di abilità per il draghetto, considerando la sua incapacità di tenere oggetti (ed è proprio da questo problema che sarebbe nato Ratchet & Clank).      

Sebbene i tempi siano cambiati, così come gli sviluppatori, è innegabile che Spyro possa offrire solo un certo spazio di manovra in termini di controlli e abilità. Per questo ci aspettiamo di ritrovare dei comprimari, sia tra quelli già comparsi che volti completamente nuovi, e magari anche degli stage su veicoli, che vadano a spezzare il ritmo.

Questo ovviamente non significa che non dovrebbero esserci nuove abilità per Spyro. I soffi elementali, di cui abbiamo parlato prima, sono solo una delle possibilità per espandere il gameplay della serie, consentendo nuovi approcci al combattimento e ai puzzle.          

Un’altra speranza che abbiamo è per il ritorno delle boss fight. Spyro è una sorta di eccezione nei platform degli anni ’90, che avevano notoriamente difficoltà nel costruire buone boss fight; tolto il primo episodio, gli altri capitoli erano riusciti a proporre delle battaglie divertenti ed anche impegnative, dunque ci aspettiamo (auguriamo?) che questa tradizione venga mantenuta.    

 

Insomma, quello di cui Spyro ha bisogno è di un capitolo di riaffermazione, che riprenda la struttura di base della saga e che convinca i giocatori che la serie può ancora dire la sua nel 2023. Non ci sarebbe bisogno (almeno per il momento) di grandi stravolgimenti, perché la serie ha un disperato bisogno di riaffermare la sua identità, dopo più di un decennio di assenza dal mercato con episodi inediti.

Anche per questo, ci aspetteremmo il ritorno di un antagonista già conosciuto, magari affiancato ad un altro personaggio del tutto originale. Visto il successo riscosso da Ripto – riproposto anche in Crash Team Racing Nitro-Fueled, Crash Team Rumble e in diversi elementi del merchandise – sarebbe quasi scontato aspettarsi una sua apparizione, ma staremo a vedere.

Ci sono due ultimi elementi che vale la pena analizzare: il primo è la possibile finestra di lancio, il secondo è l'impatto dell'acquisizione di Activision da parte di Xbox.

Partiamo dal secondo punto: Xbox, in particolare Phil Spencer, ha ribadito a più riprese di voler dare ai suoi sviluppatori una completa libertà creativa. I team che abbiamo nominato, soprattutto Toys for Bob, non hanno mai fatto mistero di voler lavorare su un nuovo capitolo di Spyro, dunque se lo sviluppo non fosse ancora cominciato (cosa di cui dubitiamo), è probabile che Xbox darebbe comunque il via libera al progetto.

Sull'ipotesi esclusività è difficile fare previsioni, invece, soprattutto nel lungo periodo, ma è possibile che per un franchise come Spyro – fortemente associato a PlayStation – Microsoft preferisca il rientro garantito al fare uscire l'opera su ogni piattaforma possibile.

Veniamo, infine, al quando. Activision ha avuto un pattern piuttosto regolare negli scorsi anni, ed ha sempre avuto un titolo "per ragazzi", di anno in anno. Dal 2017 in poi, questi giochi sono sempre appartenuti proprio alle serie di Spyro e Crash.

Ora, Activision ama anche gli anniversari e le ricorrenze, come testimoniato dagli annunci legati proprio a questi due brand. Non sarebbe da escludere, quindi, un annuncio entro la fine dell'anno – per rientrare comunque nel 25° anniversario della serie – ed un'uscita nel corso del 2024. Ovviamente, si tratta di un'ipotesi basata su come Activision si è comportata in passato, e non ci sono garanzie che questo pattern venga mantenuto.

Dopo oltre dieci anni di attese a vuoto che ci hanno forgiati, però, sperarci in fondo non costa nulla.