Immagine di Sniper Ghost Warrior Contracts - Recensione
Recensione

Sniper Ghost Warrior Contracts - Recensione

CI Games dedica questo spin-off agli amanti degli FPS tattici, senza però riuscire a compiere il definitivo balzo di qualità.

Avatar

a cura di Daniele Spelta

Redattore

Informazioni sul prodotto

Immagine di Sniper Ghost Warrior Contracts
Sniper Ghost Warrior Contracts
  • Sviluppatore: CI Games
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE
  • Generi: Sparatutto
  • Data di uscita: 22 novembre 2019

Sniper Ghost Warrior Contracts ha un grande merito: mi ha fatto rivalutare le routine quotidiane. Grazie a questo spin-off della proprio non brillantissima serie di FPS tattici targati CI Games – i tre titoli principali vagano dall’anonimo al dimenticabile – ho capito quanto anche il minimo dettaglio sia importante all’interno di un quadro più ampio e quanto ripetere in modo mnemonico le stesse operazioni sia la via più sicura verso un buon risultato. Il problema è che, almeno in teoria, dovrebbe esserci qualcosa di più nella vita di un freddo cecchino, spunti che faticano ad emergere in questo shooter a partire dalla stessa trama.

Da qualche parte in Siberia

Va bene, è un progetto minore e nei passati capitoli il team di sviluppo non ha mostrato una grande dimestichezza con la penna in mano, ma Sniper Ghost Warrior Contracts sembra non voglia nemmeno provarci e immerge il giocatore in uno scenario di fantapolitica uscito dalle prime bozze di un aspirante Tom Clancy. Le vicende prendono piede in una Siberia distaccatasi dalla madre patria russa, in un fittizio stato governato con il pugno di ferro da Nergui Kurchatov. In questo contesto che sa molto di dejà-vù si vestono i panni del Predatore, un silenzioso assassino senza volto e senza nome. Ingaggiati di punto in bianco ci si trova alle prese con i soliti complotti internazionali, tradimenti, retorica militare, armi chimiche, una lista di nemici da far fuori e segreti da recuperare, obiettivi sparsi all’interno di macro-aree sandbox da affrontare in modo libero. Insomma, se cercate qualcosa di più oltre a premere il grilletto per vedere le cervella schizzare fuori dalle tempie avete sbagliato posto e già dopo le prime missioni le scene di intermezzo – che per fortuna non coincidono con gli infiniti caricamenti del terzo capitolo, almeno su PC – diventano solo delle pause in cui tirare il fiato e la voce fuori campo sparisce sul sottofondo dell’ennesima uccisione.

Quello che funziona…

Sniper Ghost Warrior Contracts ha una struttura che ricorda quanto proposto nei recenti Hitman o in Wolfenstein: Youngblood. Al posto di uno sviluppo lineare vengono infatti proposti al giocatore degli scenari aperti con più obiettivi da portare a termine senza un ordine prestabilito. Oltre ai contratti principali – una lista di “nomi illustri” della nazione appena nata e tutti ovviamente cattivissimi come da tradizione – ci sono numerose attività di contorno, taglie da riscuotere, collezionabili da scovare e sfide da portare a termine, tutti riempitivi che aumentano i contenuti in singleplayer e che servono a tamponare la mancanza – almeno al lancio – della modalità online.

Le lande desolate della Siberia assumono così i contorni di un parco giochi – sempre che ci sia qualcosa di giocoso nell’eseguire delle stragi – dove trovare una chiave di lettura differente a seconda delle proprie preferenze. Come è lecito aspettarsi, le maggiori soddisfazioni ce le si toglie affrontando gli incarichi stando acquattati nell’ombra per far calare dall’alto una morte improvvisa sotto forma di cartuccia da 7.62 mm. Con tre livelli di difficoltà differenti Sniper Ghost Warrior Contracts cerca di trovare un giusto equilibrio tra immediatezza e complessità: lascia ai giocatori più esperti il piacere di calibrare al millimetro la traiettoria, studiando il vento e sincronizzando il respiro coi battiti, ma allo stesso tempo si rivela molto accondiscendente verso chi cerca un’esperienza più semplificata.

Fare centro da svariate centinaia di metri è sempre una bella soddisfazione e l’immancabile killcam è un attestato che rende giustizia alla metodicità e all’analisi di ogni minimo dettaglio. Pur non essendo molto estese, tutte le aree hanno una loro personalità e sono sviluppate proprio per valorizzare i ritmi lenti e chirurgici, con punti nascosti, picchi sopraelevati, vaste distese che si alternano a ruderi industriali e zone grigie da cui scrutare i numerosi pericoli.

… E quello che funziona meno

Scalare una vetta, marcare tutti nemici con il binocolo o con un drone, scegliere una sporgenza ben nascosta e poi poggiare saldamente al suolo la fedele bocca da fuoco: una procedura che richiede un’attenzione maniacale, ma che alla lunga potrebbe non bastare a sopperire la pochezza degli altri approcci, finendo così con l’essere anche l’unica strada percorribile. Infiltrarsi in una base furtivamente per eliminare le sentinelle può infatti oscillare tra la frustrazione e una passeggiata di piacere e tutto dipende dai riflessi ballerini delle guardie, alle volte capaci di scovare la presenza del Predatore anche da distanze sospette o al contrario del tutto ignari della loro fine nonostante ci si aggiri proprio sotto i loro nasi. L’interazione ambientale è invece molto buona e fra casse o armadietti dentro cui nascondersi, centraline da hackerare e sistemi da bypassare per distrarre le guardie c’è sempre un escamotage per non lasciare alcuna traccia. Siamo lontani gameplay emergente di un Dishonored o di Hitman, ma trattandosi di uno shooter in prima persona non ci si può di certo lamentare.

Sbagliare un paio di colpi di troppo significa mettere in allarme le sentinelle e in men che non si dica la situazione precipita innescando sparatorie a corto raggio decisamente più grezze. Come da tradizione bastano un paio di colpi per finire KO – almeno inizialmente – e gli scontri ravvicinati spesso si concludono con il caricamento del checkpoint precedente. La difficoltà sconsiglia dunque questo metodo diretto, ma sono soprattutto il feeling quasi nullo delle raffiche e le scarse ricompense ottenute a far intendere come Sniper Ghost Warrior Contracts sia stato pensato con una visione differente e tutta incentrata sull’arte del cecchinaggio. Oltretutto, l’AI fatica a creare dei pattern offensivi validi e spesso la tattica dei soldati si riduce ad un trenino facile da abbattere standosene appostati dietro ad un angolo mentre la barra della vita si rigenera in automatico.

Il kit del perfetto cecchino

Dove si sente con maggior forza il cambio di passo rispetto agli standard della serie è nella personalizzazione del proprio avatar, uno sviluppo in stile RPG che si dipana attraverso svariati perk e abilità da sbloccare. La parola d’ordine è abbondanza, anche in merito alle dotazioni. Il lungo elenco di armi comprende numerosi e differenti fucili di precisione, pistole e mitraglie di ogni genere, e bastano un paio di click per modificare le munizioni, il mirino e i gadget del fidatissimo compagno di headshot.

In Sniper Ghost Warrior Contracts viene ribaltata la prospettiva ed è il mezzo – il gameplay – a giustificare il fine – una storia frammentata e pressapochista. Certo, la sospensione dell’incredulità viene messa a dura prova se si immagina la sfuggente sagoma del protagonista mentre porta sulle spalle un drone, una torretta fissa, dei coltelli da lancio, qualche mina, un fucile lungo due metri e un paio di pistole, ma tutti questi ingredienti rendono ogni missione un canovaccio bianco che invita il giocatore a sperimentare tattiche e strategie sempre differenti.

Nuovo protagonista, cambia la struttura dei livelli e si espande il livello di customizzazione, ma ad affiancare il lavoro di CI Games resta sempre l’immancabile CryEngine. Il motore di gioco ha senza ombra di dubbio dato risultati migliori e Sniper Ghost Warrior Contracts ne sfrutta solo in parte il potenziale e alterna sprazzi di tutto rispetto dove risaltano i giochi di luce e gli effetti climatici a geometrie fredde e anonime quando ci si addentra nei vari avamposti.

+ Livelli da affrontare liberamente

+ Tante abilità e possibilità di personalizzazione

+ Sistema di mira ben fatto

- Storia dimenticabile

- Intelligenza artificiale da rivedere

- Se ci si sposta dallo sniping non resta molto

6.5

Sniper Ghost Warrior Contracts segue le orme del terzo e precedente capitolo, ne rinnova la formula e cerca di mescolare le carte tramite delle missioni più aperte, ma l’esito non si sposta di molto con pregi e difetti oramai insiti nel DNA della serie. Quando si tratta di prendere la mira e di calcolare la traiettoria al millimetro, il titolo di CI Games ha ben pochi rivali sul mercato, ma proprio questa consapevolezza sembra abbia fatto sedere sugli allori il team polacco, incapace di costruire attorno a questa meccanica una struttura ludica completa e ripulita dai tanti piccoli errori.

Voto Recensione di Sniper Ghost Warrior Contracts - Recensione


6.5

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Livelli da affrontare liberamente

  • Tante abilità e possibilità di personalizzazione

  • Sistema di mira ben fatto

Contro

  • Storia dimenticabile

  • Intelligenza artificiale da rivedere

  • Se ci si sposta dallo sniping non resta molto

Commento

Sniper Ghost Warrior Contracts segue le orme del terzo e precedente capitolo, ne rinnova la formula e cerca di mescolare le carte tramite delle missioni più aperte, ma l'esito non si sposta di molto con pregi e difetti oramai insiti nel DNA della serie. Quando si tratta di prendere la mira e di calcolare la traiettoria al millimetro, il titolo di CI Games ha ben pochi rivali sul mercato, ma proprio questa consapevolezza sembra abbia fatto sedere sugli allori il team polacco, incapace di costruire attorno a questa meccanica una struttura ludica completa e ripulita dai tanti piccoli errori.