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Recensione

AEW: Fight Forever | Recensione - Il nuovo gioco di wrestling di riferimento?

AEW, Yuke's e THQ provano a dire la loro nello scenario videoludico dedicato al wrestling, dopo anni di dominio targato WWE.

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a cura di Nicolò Bicego

Redattore

In sintesi

  • Un gioco di wrestling che rispolvera l'anima arcade
  • La sua voglia di rifarsi ai classici del passato lo rende inevitabilmente molto vecchio
  • Alcune scelte, come l'assenza di diversi lottatori iconici della AEW, sono inspiegabili

Informazioni sul prodotto

Immagine di AEW Fight Forever
AEW Fight Forever
  • Sviluppatore: Yuke's
  • Produttore: THQ Nordic
  • Distributore: THQ Nordic
  • Testato su: PS5
  • Piattaforme: PC , SWITCH , PS4 , PS5 , XONE , XSX
  • Generi: Sportivo
  • Data di uscita: 29 giugno 2023

I fan di wrestling sono ormai abituati al dominio mediatico WWE da più di due decenni: una schiacciante superiorità numerica che si è tradotta anche in ambito videoludico, dove i titoli annuali della WWE non hanno conosciuto praticamente alcuna forma di concorrenza, ad eccezione di qualche solitario tentativo fatto nel corso degli anni (ricordate TNA Impact!, per caso?).

Dal 2019, anno di nascita della All Elite Wrestling, questo dominio è stato finalmente messo in discussione, se non proprio a livello di ascolti e risonanza nella cultura pop quantomeno a livello di immagine, soprattutto tra gli appassionati della disciplina.

A quattro anni dalla nascita della federazione, AEW ha unito le forze con Yuke’s e THQ Nordic (rispettivamente il vecchio sviluppatore ed il vecchio publisher dei prodotti WWE) per realizzare il suo primo videogioco, AEW: Fight Forever, in uscita il 29 giugno su PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Series X|S, Xbox One, Nintendo Switch e PC.

Il gioco promette un’esperienza molto differente rispetto a quella simulativa offerta da titoli WWE da Smackdown! vs Raw in poi, con un ritorno a quell’approccio più marcatamente arcade che aveva caratterizzato titoli storici come No Mercy o Here Comes The Pain – ritenuti, ancora oggi, tra i migliori adattamenti videoludici di sempre per il wrestling.

Scopriamo insieme come sono andate le cose.

Wrestling alla vecchia maniera

Partiamo dall’elemento cardine di ogni gioco di wrestling, vale a dire il feeling del lottatore all’interno del ring. Yuke’s ci aveva abituato da tempo ad un approccio molto più simulativo rispetto a quello di una volta; da Smackdown! vs Raw in poi, infatti, i giochi di wrestling proposti fino a WWE 2K20 hanno puntato sul riprodurre quanto più realisticamente possibile ciò che accade sul quadrato, aggiungendo una complessità gradita a molti, ma certamente non a tutti.

Sebbene la serie WWE abbia cambiato leggermente rotta a partire da WWE 2K22, l’obiettivo dei giochi Visual Concept rimane quello di trovare un giusto equilibrio tra simulazione ed arcade, con i loro ultimi titoli che, pur risultano certamente più semplici da apprendere rispetto agli anni precedenti, non rinunciano comunque a quel realismo a cui siamo ormai abituati.

Con Fight Forever (che potete acquistare su Amazon), Yuke’s sembrava invece voler riprendere quello stile di lotta che abbiamo visto in titoli come No Mercy, Shut Your Mouth o Here Comes the Pain, vale a dire una variazione sul tema marcatamente più arcade, che rinuncia volentieri al realismo in nome dell’accessibilità e della spettacolarità delle azioni.

In effetti, questa promessa è stata mantenuta. Non rivedremo le azioni rocambolesche che erano possibili in quei titoli (voli da altezze e luoghi improbabili, ad esempio), ma Fight Forever è sicuramente il titolo di wrestling più accessibile di queste ultime due decadi o quasi.

Il gioco si discosta dalle proposte recenti, affidandosi a un gradito approccio arcade.
Dopo un breve tutorial, che vi permetterà di prendere confidenza con i comandi base del gioco, sarete perfettamente in grado di lottare efficacemente contro la CPU, riuscendo a mandare a segno mosse elaborate ed anche finisher senza troppi problemi.

La struttura è davvero semplice: avrete a disposizioni calci, pugni e prese, che vi consentiranno di fiaccare il vostro avversario e di caricare la vostra barra finisher. Una volta riempita la barra, potrete “chiamare” la vostra mossa finale: a questo punto potrete eseguirla sul vostro avversario, accumulando un vantaggio che potrebbe rivelarsi decisivo.

Al contrario, un giocatore colpito più e più volte vedrà la barra svuotarsi fino all’arrivo del messaggio “danger”, che sta a significare una maggiore possibilità di essere schienati (o sottomessi, e via dicendo).

La differenza stilistica rispetto all’ultimo WWE 2K23 è davvero enorme – e sicuramente per chi attendeva un ritorno all’immediatezza dei titoli del passato Fight Forever potrebbe rappresentare un nuovo punto di riferimento.

Purtroppo, questo non significa che sia tutto rose e fiori. Da una parte, sicuramente il gameplay di Fight Forever è estremamente immediato e divertente, oltre che soddisfacente quando si riescono ad inanellare mosse in sequenza; dall’altra, manca ancora molto in termini di profondità.

Vedrete che questo tema ripercorrerà un po’ per tutta la recensione, come se Fight Forever fosse solamente un punto di partenza (e davvero speriamo che lo sia), con tanto ancora da imparare e tante potenzialità ancora da esprimere.

Rimanendo sul tema del gameplay, ci sono molti elementi per i quali avremmo gradito una gestione più approfondita. Avremmo gradito un maggior controllo sulle sottomissioni, ad esempio, magari attraverso un mini-gioco apposito; o ancora, avremmo apprezzato poter vedere in ogni momento lo stato del corpo dei lottatori, in modo da capire quali zone continuare a colpire o proteggere.

Da questo punto di vista (così come da altri, lo vedrete) sembra che Fight Forever si sia talmente perso a guardare indietro da perdere molti degli utili aggiornamenti apportati dalla stessa Yuke’s nel corso degli anni.

Ed è un vero peccato, perché per quanto il gioco sia riuscito a divertirci non abbiamo potuto fare a meno di notare quanto avrebbe potuto essere migliore se solamente avesse implementato degli accorgimenti che pensavamo ormai essere degli standard per i titoli dedicati al pro wrestling.

Diventare Elite

Passiamo quindi a vedere l’offerta contenutistica di Fight Forever. Mettiamo le mani avanti: sarebbe stato fuorviante aspettarsi un pacchetto mastodontico come quello visto nei titoli WWE, sia perché parliamo di un primo capitolo, sia perché parliamo di due budget completamente diversi.

Ciò nonostante, anche su questo fronte non possiamo non ammettere che si sarebbe potuto fare molto di più.

Il gioco ci mette davanti a tre modalità principali: la classica esibizione, le partite online e la modalità carriera, ribattezzata Road to Elite.

Nei giorni precedenti all’uscita di questa recensione non abbiamo avuto modo di testare l’online; da quanto abbiamo potuto vedere, però, ci è sembrato piuttosto scarno a livello di presentazione e di possibilità, dando semplicemente la possibilità di affrontare avversari negli stessi match presenti nella modalità esibizione.

Parlando di quest’ultima, invece, sono presenti diverse tipologie di match, ma anche in questo caso sono state coperte davvero solamente le basi. Fa strano, ad esempio, notare la mancanza dei Wargames – non solo perché sono stati un cavallo di battaglia dell’ultimo WWE 2K23, ma anche e soprattutto perché era stata proprio la AEW a riproporre per prima questa stipulazione nel corso del 2022.

Una feature che abbiamo invece apprezzato, tipica dei titoli di una volta, è la possibilità di far cambiare titoli ai lottatori nei match esibizione; se durate un match qualsiasi sconfiggerete il campione in carica (o verrete sconfitti come campioni), il titolo passerà alla vita del vincitore, ed è anche possibile far passare una cintura maschile alla divisione femminile e viceversa.

Un altro dettaglio che farà felici gli appassionati è la presenza del ranking: per ogni lottatore, durante il suo ingresso sul ring, verrà mostrato il conteggio delle vittorie e delle sconfitte dell’anno in corso, proprio come accade nei match della AEW.

Vale la pena spendere qualche parola in più, invece, sulla Road to Elite. Come vi abbiamo detto, si tratta della classica modalità carriera, a cui potrete accedere con un wrestler di vostra creazione o con una superstar già affermata della AEW.

La modalità replica un anno di programmazione della federazione, con show settimanali e PPV. Il funzionamento è molto semplice: ogni settimana virtuale avrete a disposizione tre turni, durante i quali potrete svolgere attività extra, come allenarvi, uscire e andare a mangiare fuori.

Queste attività hanno un impatto sulle statistiche del personaggio, pertanto sarà molto importante gestire al meglio la propria pianificazione della settimana. Di tanto in tanto vi sarà offerta la possibilità di affrontare un match extra in uno show minore (come il vecchio AEW Dark), e starà a voi decidere se lottare e prendervi le ricompense, stancando però il lottatore, o se continuare a riposarvi in vista della puntata settimanale di AEW Dynamite o del PPV mensile.

Il gameplay manca però di profondità e anche i contenuti sembrano scalfire solo la superficie di quello che si poteva fare.
Dopo ogni match riceverete delle ricompense, sia in termini di denaro (spendibile nello shop in-game per sbloccare accessori, elementi per la personalizzazione delle arene ed altro), sia in termini di crescita del lottatore. Quest’ultima possibilità, in realtà, è riservata ai lottatori creati da voi: se state utilizzando dei wrestler AEW non potrete andare a modificare le loro caratteristiche o il loro moveset, cose che invece potrete fare per i vostri wrestler originali.

Insomma, sembrerebbe tutto funzionare in maniera piuttosto classica, senza troppi fronzoli. Ed in effetti è così, ma ancora una volta dobbiamo ribadire quanto il gioco sembri davvero vecchio sotto alcuni aspetti.

Prendiamo le attività settimanali. Le animazioni ed i dialoghi saranno per buona parte sempre gli stessi: il vostro personaggio si allenerà sempre nello stesso modo, dirà le stesse cose mentre mangia e così via. Ogni tanto assisterete a delle scenette extra che coinvolgono altri lottatori, ma è davvero poco rispetto alla monotonia dominante.

Più in generale, si sente la mancanza della profondità offerta dalla concorrenza di WWE 2K. Qui avrete a disposizione un solo anno, potrete assistere solamente ai match del vostro lottatore e non avrete grande capacità decisionale su quello che accade. I bivi presenti, infatti, sono pochi e molto distanti tra loro, un po’ come succedeva nei titoli Yuke’s di tre generazioni fa.

Non aiuta il fatto che spesso la difficoltà sembri troppo bassa. Non a causa del gameplay di per sé, ma a causa di una IA talvolta troppo deficitaria, evidente soprattutto nei match a squadre (ma spesso anche in quelli singoli). Fin troppe volte vi basterà eseguire una sequenza di mosse accompagnata dalla vostra finisher per chiudere il match senza versare una goccia di sudore – cosa che sarebbe comprensibile nelle battute iniziali o a basse difficoltà, ma che qui è davvero la parte preponderante del gioco.

Un punto di partenza

L’impressione che abbiamo avuto giocando a Fight Forever è che si tratti di un punto di partenza per la AEW nel mondo videoludico: ci ha ricordato titoli vecchi di vent’anni, sia in positivo, ma fin troppo spesso in negativo, a causa della mancanza di migliorie e contenuti che ormai siamo abituati a dare per scontati in un gioco di wrestling.

Lo stesso discorso vale, infine, anche per la presentazione del gioco. La riproposizione dei lottatori, pur enormemente migliorata rispetto ai primi trailer, è comunque approssimativa; non siamo certamente al livello di fedeltà che le console odierne sono in grado di proporre, ed anche per la scorsa generazione (su cui il gioco è uscito) il risultato sarebbe comunque poco soddisfacente.

Quantomeno, possiamo dire che Fight Forever non ci ha dato problemi sulla nostra prova, svolta su PlayStation 5 (potete recuperare l’ammiraglia di casa Sony su Amazon): non abbiamo notato nessun bug o glitch, cosa assolutamente non scontata, ed anche i caricamenti sono piuttosto veloci.

A fronte di questo, però, c’è molto della presentazione del gioco che lascia a desiderare. Le entrate dei lottatori, ad esempio, sono completamente tagliate: vedrete solo una manciata di secondi dell’ingresso di ogni wrestler. O ancora, le arene mancano completamente di personalità, finendo per sembrare tutte uguali, con poca differenza tra quelle di Dynamite e quelle dei PPV o di Dark.

Un grosso punto interrogativo, poi, riguarda il roster. Mancano inspiegabilmente numerosi lottatori, anche tra quelli più “storici” della AEW: giusto per fare qualche nome, sono assenti Matt e Jeff Hardy, gli FTR, Keith Lee, così come molti altri.

Sappiamo già che arriveranno dei contenuti scaricabili che porteranno nuovi volti selezionabili (ad esempio, arriveranno a breve proprio gli FTR), ma rimane comunque incomprensibile la mancanza al lancio di wrestler che fanno parte della compagnia da anni.

Tirando le somme, ci sarebbe piaciuto premiare con un voto più alto la volontà di Yuke’s di proporre qualcosa di diverso rispetto al passato recente, con i suoi numerosi richiami ad un’epoca gloriosa per il wrestling su console che abbiamo davvero apprezzato. Al contempo, però, a Fight Forever manca davvero troppo, sia a livello di gameplay che a livello contenutistico, per potersi definire un gioco di wrestling del 2023.

Un buon punto di partenza, dunque, ma il lavoro da fare per contendere lo scettro alla WWE è ancora molto.

Voto Recensione di AEW: Fight Forever | Recensione


6.5

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Gameplay immediato e divertente...

  • Nessuna problematica tecnica incisiva

Contro

  • ... ma anche molto limitato

  • Contenutisticamente si poteva fare di più

  • Tecnicamente siamo indietro di una generazione

Commento

AEW: Fight Forever è un gioco di wrestling marcatamente più arcade rispetto alla sua concorrenza, che punta ad offrire un'esperienza più immediata ed accessibile, pur senza rinunciare al divertimento e alla soddisfazione offerta dal ring. In questo l'obiettivo è centrato, ma al gioco manca ancora molto, tanto sotto il profilo del gameplay quanto soprattutto a livello contenutistico, per aspirare ad essere davvero Elite. Speriamo che sia solo un primo tassello nella futura storia videoludica della federazione, perché le fondamenta giuste ci sono.
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