Dall’alto del palco Reggie il tonante disse “stiamo a ffà un musou di Zelda”, e in Giappone migliaia di negozi contenenti WiiU si accesero come lampadine a Natale. A quel punto l’armata Nintendo tirò fuori le sue navi più possenti e si diresse sicura verso le nuove fonti di luce pronte a guidarla. Poi il silenzio… e infine un boato.
Booom! “Abbiam venduto il quadruplo delle console, e ci è bastato far ammazzare a Link un quadrilione di mostri, sia lodato Miyamoto”.
Vi pare un po’ troppo romanzato come evento? Eppure non è lontanissimo dalla verità: Nintendo ha dato a Tecmo Koei la licenza The Legend of Zelda, questi ci han fatto su un musou, e in Giappone sono volati soldoni da tutte le parti. D’altronde si sa che in terra nipponica questo genere funziona fin troppo bene, ma ora che Hyrule Warriors è in arrivo anche da noi resta d’obbligo porsi il solito quesito: “è la stessa solfa o c’è qualcosa di davvero innovativo in questo esponente del genere?”. La risposta ve la daremo in sede di review, ma intanto possiamo descrivervi le prime ore del titolo, allegramente affrontate nei panni di alcuni dei personaggi più amati della storia del videogioco.
It’s dangerous to fight alone
Meglio andare subito al sodo. Il gameplay di Hyrule Warriors è quello tipico dei musou, si controlla un personaggio in grado di eseguire combinazioni devastanti, si viene piazzati in arene piuttosto estese ricoperte da un numero enorme di nemici, e si riempie di mazzate tutto ciò che si vede. Scendendo più nel dettaglio, i fondamentali sono un sistema di combo basato sulla semplice pressione alternata di due tasti d’attacco (uno leggero e uno potente), la presenza di mosse speciali ad area ricaricabili, e un elemento tattico minimo correlato alla conquista di zone controllate dagli avversari, che una volta riguadagnate permettono di spawnare più truppe della propria fazione. È un modello semplicistico, che non si è mai sviluppato realmente, anche se in passato si sono visti alcuni titoli in grado di dargli un leggero scossone. Hyrule Warriors gli dà a sua volta una spintarella, inserendo nella formula degli elementi tipici degli Zelda 3D, capaci paradossalmente di affinare il tutto più di quanto ci aspettassimo.
Il primo cambiamento è la presenza del targeting, ovvero la capacità di puntare la telecamera su un singolo nemico per tenerlo d’occhio e facilitare l’esecuzione di manovre offensive e difensive concentrate. Si tratta di una meccanica già vista in moltissimi generi (Ocarina of Time ha influenzato mezzo mondo dopo tutto), ma spesso tralasciata nei musou. In Hyrule Warriors acquisisce un valore elevatissimo, grazie alla presenza di numerose boss fight ispirate proprio alla serie su cui tutto si basa. Meglio chiarire: a volte le boss fight nel genere musou sono piuttosto confusionarie, molto esagerate, e non particolarmente diverse dal resto del gameplay. Con la possibilità di mantenere l’attenzione su un avversario potente, invece, gli sviluppatori hanno potuto dar vita a scontri un tantinello più elaborati della norma, in cui si richiede un certo tempismo nella schivata e spesso l’utilizzo di specifici strumenti per stordire il boss o spezzare le sue difese. Già, perché in Hyrule Warriors sono anche presenti bombe, archi, boomerang, e svariati altri oggetti familiari ai fan di Link e amici, che offrono un po’ di varietà extra durante i monotoni scontri contro gli eserciti del male.
Eroi rimodellati
Spesso e volentieri, comunque, il modo migliore per dare brio a prodotti di questo tipo è la creazione di un roster di eroi esteso e ben congegnato, con i protagonisti dotati di abilità spettacolari e tecniche uniche. Non stiamo certo a spoilerarvi tutti i personaggi utilizzabili, ma almeno sappiate che i principali appaiono già molto diversi tra loro, e che ogni singolo eroe è dotato di più armi, che ne mutano completamente combo e stile di gioco. Abbiamo ad esempio in più livelli dato a Link un bastone del fuoco capace di scatenare un vero inferno sui nemici, e ci siamo trovati ad abbandonare gli assalti veloci in corpo a corpo dell’eroe di Hyrule in favore di proiettili dalla distanza e coni fiammeggianti. Gli altri comprimari non sono da meno, e il team ha in generale svolto un lavoro egregio nel mantenere una certa unicità tra le scelte. Nel gioco sono persino presenti un sottosistema elementale, che favorisce l’utilizzo di certe armi nei livelli e spinge a testare più membri del cast, e uno sviluppo elementare da gdr, con armi che possono fondere le proprie abilità e stemmi da sbloccare per ottenere bonus passivi. Un lavoro di certo più impegnato di quanto si veda di solito in questi prodotti, non c’è che dire. Pare che il controllo qualità di Nintendo abbia colpito pure qui.
Interessante anche la presenza di modalità extra, dedicate al ritrovamento di armi e contenuti bonus o alla semplice distruzione senza pensieri. Scenderemo nel dettaglio in futuro, voi intanto sappiate che il gioco fortunatamente non offre solo un’infinità di missioni tutte uguali.
Tecnicamente siamo rimasti abbastanza colpiti, tenendo presente il genere di appartenenza. Abbiamo visto spessissimo musou con motori disastrosi, pop up esagerato, modelli tridimensionali dei nemici appena accettabili e ambientazioni composte da due poligoni in croce. Hyrule Warriors non rappresenta un passo avanti estremo, ma è pur sempre un bel miglioramento e almeno per quanto riguarda animazioni, modelli tridimensionali e fluidità, è una spanna sopra alla maggior parte della concorrenza. Le ambientazioni, tristemente, restano poco dettagliate, ma sono più carismatiche del solito, ispirandosi ai vari capitoli della saga.
– Meccaniche extra che affinano la formula tipica dei musou
– Molto curato in ogni aspetto
– Licenza di The Legend of Zelda, che non è roba da poco
Se l’arrivo di Hyrule Warriors vi ha fatto sperare in una rivoluzione del genere musou, possiamo già spegnere il fievole fuocherello della vostra speranza. Ci spiace, diciamo davvero, ma il gioco Nintendo sembra già dalle prime ore volersi attenere alle basi del genere tanto apprezzate in terra nipponica, affinandole solo con qualche meccanica aggiuntiva. Preso in questa tipologia di titoli, comunque, il lavoro di Tecmo Koei pare far parte dei top di gamma, e chissà che avanzando nella campagna ed esplorando le modalità extra non salti fuori qualche sorpresa capace di innalzarlo ulteriormente. Vi sveleremo tutto nella review, restate da queste parti!