Il fenomeno degli zombie games non vuole proprio fermarsi. Nel corso degli ultimi mesi abbiamo assistito a un rilascio massivo di titoli di questo genere, e dunque non ci siamo stupiti quando abbiam visto Yager Entertainment, insieme ai ragazzi svedesi di Fatshark, annunciare Dead Island 2 ed Escape Dead Island. Dopo aver visto il secondo capitolo, ecco che che al booth di Deep Silver abbiamo potuto provare lo spin-off con mano.
Tutti sull’isolaTemporalmente Escape Dead Island si pone e cavallo tra il primo e il secondo capitolo della serie, e pone la propria enfasi non solo sulla mera uccisione di zombi, bensì anche sul comparto narrativo. Il titolo ci vedrà vestire i panni di Cliff Calo, figlio di un ricco magnate che desidera seguire la propria strada e realizzarsi una vita da solo piuttosto che seguire le orme del padre. La sua aspirazione è infatti quella di divenire un documentarista, e la sua prima impresa consiste nel recarsi sull’isola di Banoi per scoprire le cause di un virus letale che si sta via via diffondendo: il Pathogen HK.Insieme ai propri amici il protagonista si troverà ben presto a farsi strada tra orde di zombie assetati di sangue e situazioni che lo metteranno duramente alla prova, sia fisicamente che mentalmente. La sua permanenza sull’isola, infatti, gli provoca delle sporadiche allucinazioni (come la visione di container che piovono dal cielo), dando vita talvolta a situazioni ilari e decisamente fuori dal comune.
Zone pericoloseDopo aver assistito a una breve presentazione di qualche minuto abbiamo avuto modo di giocare per un quarto d’ora circa, in versione PC, una build ancora provvisoria. I cambiamenti che saltano subito all’occhio sono il cambio di visuale, passata dalla prima alla terza persona, e l’utilizzo del cel shading. Nonostante non ci fossero texture particolarmente dettagliate l’impatto visivo è stato notevole, e siamo curiosi di scoprire come verranno gestiti gli effetti particellari e tutte le location previste dal team di sviluppo.La missione assegnataci ci vedeva intenti a recuperare oggetti sparsi in giro per la mappa e raggiungere specifiche location. Per tutta la durata della prova non abbiamo avuto a nostra disposizione alcuna arma da fuoco o comunque letale, bensì un semplice cacciavite, utile per sconfiggere i nemici in maniera stealth. Abbiamo dunque dovuto camminare furtivamente dietro a ringhiere, assi di legno e altri oggetti per evitare di catturare l’attenzione dei nemici, e attendere il momento giusto per un agguato alle spalle. Detto ciò, nella versione finale del titolo sarà tranquillamente possibile decidere quale approccio adottare per superare un livello, a patto ovviamente di avere le armi e quindi i requisiti necessari.L’intelligenza artificiale dei mostri è tuttavia piuttosto altalenante: sebbene la loro attenzione sia influenzata dai rumori ambientali – per esempio in una sezione del livello venivano attratti in due direzioni diverse da altrettanti telefoni squillanti – talvolta, quando sono presenti in più di uno e uccidiamo uno dei loro compagni del gruppo dal nulla, questi non si accorgono di nulla, rimanendo poi fermi sul posto e aspettando la nostra successiva mossa per mettersi in allerta e a cercare nella nostra zona.
Fuoco a volontàParlando del comparto tecnico, pur avendo provato la build in versione PC, si sente un po’ la mancanza della next gen tra le versioni previste (infatti il titolo uscirà su console solamente per Xbox 360 e Playstation 3) quando si guardano le texture di gioco, talvolta poco definite. Va ovviamente detto che il titolo si trova ancora in una versione provvisoria, e che ora della release finale sarà sicuramente possibile apprezzare ulteriori miglioramenti che impreziosiranno l’intera componente grafica. A livello di frame rate non possiamo dire nulla, dato che non abbiamo avuto informazioni circa le specifiche su cui girava il titolo, ma siamo ottimisti per la versione PC e diamo per scontati i 30 fotogrammi per secondo su console a una risoluzione probabilmente sub-HD. Il mancato arrivo del titolo sulle console next gen è dovuto alla volontà degli sviluppatori di vedere la reazione del pubblico alle versioni finora previste, e pertanto per il momento preferiscono lasciare a Yager Entertainment il compito di far approdare la serie su Playstation 4 e Xbox One. Lo sviluppo su current gen non è comunque da escludersi, dunque pensiamo che in futuro potrebbe comparire nei nostri negozi una versione remastered del titolo.
BraaaiinsDetto ciò, rimangono moltissimi dubbi relativi alle modalità di gioco presenti nella versione finale del titolo. Quando il team di sviluppo ha infatti mostrato una diapositiva dalla quale si evinceva l’assenza del comparto multigiocatore, ci sono cadute le braccia. Le premesse per realizzare un titolo buono ci sono, e sarebbe stato assai interessante vedere come gli sviluppatori avrebbero potuto implementare una modalità multiplayer cooperativa, tramite la quale magari giocare l’intera campagna di gioco insieme ai propri amici. Il motivo di questa scelta risiede nel voler sviluppare maggiormente il comparto narrativo dedicato a Cliff, ma nonostante ciò questa giustificazione ci è parsa poco convincente. Il multiplayer è stato infatti uno dei punti di forza dei precedenti capitoli, e un titolo con uno stile del genere avrebbe potuto fare davvero faville.
– Stile grafico accattivante
– La visuale in terza persona funziona bene
Escape Dead Island ci ha tutto sommato convinto. Il nuovo stile grafico e la telecamera in terza persona sembrano funzionare in maniera piuttosto egregia, ma quello che ci ha fatto storcere il naso è stata la totale assenza di una componente multigiocatore, una mancanza imperdonabile per un titolo di questo tipo. Ormai è purtroppo troppo tardi per cambiare la decisione, e speriamo che la campagna in singolo possa rivelarsi all’altezza, con un comparto narrativo ben studiato e una storia più che interessante.