Recensione

Spy Fiction

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a cura di Fabfab

Lanciare sul mercato un gioco stealth, vista l’attuale situazione di quasi totale monopolio legata ai due franchise di Metal Gear e Splinter Cell, richiede un attento sviluppo del prodotto, in modo da garantire qualcosa di nuovo e diverso rispetto alla concorrenza che possa ritagliarsi uno spazio tutto suo: i cloni, si sa, hanno vita breve! Sotto questo aspetto alla Sammy (che, per chi non lo sapesse, è la compagnia nipponica che ha assorbito Sega) hanno fatto senz’altro un buon lavoro, introducendo alcune interessanti variante a meccaniche ormai ben note, e questo Spy Fiction appare come un titolo piuttosto valido, anche se non in grado di rivaleggiare alla pari con i mostri sacri del genere…

Spia lui e spia leiIl gioco è un tipico action/stealth in terza persona alla MGS e le sue premesse sono quanto di più scontato possiate immaginare: il protagonista è infatti un agente scelto della misteriosa organizzazione segreta Phantom, che ha l’incarico di eliminare le possibili minacce alla pace costituita. Il gioco permette di scegliere tra un lui, il fighetto Billy Bishop, ed una lei, l’algida Sheila Crawford: oltre che per l’aspetto fisico, i due differiscono quanto a forza (Billy è più resistente della sua collega) e versatilità (solo Sheila può travestirsi da donna, oltre che da uomo). L’avversario di turno è il solito gruppo terroristico, questa volta denominato Enigma.La storia è narrata in maniera molto cinematografica ed avvincente, anche se non punta tanto sulla verosimiglianza, quanto sulla spettacolarità delle situazioni e sulla tensione narrativa: avvalendosi di un espediente forse non molto originale, ma sempre molto efficace, la narrazione comincia proprio dalle fasi finali dello scontro tra Phantom ed Enigma per poi farci rivivere, mediante flashback, gli avvenimenti che hanno condotto a quella situazione.

Meglio di LupinLa vera protagonista del titolo Sammy è la fantascientifica tuta di cui sono dotati tutti gli agenti della Phantom: vediamo di analizzarne le proprietà una ad una.Innanzitutto appoggiandosi ad una parete e rimanendo perfettamente immobili si diventa praticamente invisibili, anche se non incorporei: funzione utilissima, ma da utilizzarsi con cautela perchè a mimetizzarsi sul percorso di una guardia di pattuglia, ad esempio, si finisce coll’essere scoperti quando questa viene a sbatterci contro!Una seconda funzione è quella di poterci trasformare praticamente in qualunque altra persona: basta scattare una foto dell’individuo che si vuole diventare e la tuta sarà in grado di riprodurne con precisione le fattezze. A seconda delle precisione della fotografia, potrà riprodurre gli abiti ma anche il volto della persona selezionata (con il limite che Billy, vista la sua corporatura, non potrà mai camuffarsi da donna). Visto che le missioni di infiltrazione del gioco sono spesso e volentieri ambientate in luoghi assai affollati, non necessariamente solo da guardie, è facile comprendere come il camuffamento rappresenti la chiave di volta per completare con successo le varie missioni e, nel contempo, il vero elemento di novità di questo titolo, un espediente divertente da usare e suscettibile di mille applicazioni diverse. Solo impersonando determinati individui potremo accedere alle locazioni più protette o avvicinarci senza destare sospetti ed ascoltare conversazioni spesso decisive per carpire informazioni essenziali. Attenzione, però, perchè anche in questo caso il trucco non è perfetto: se ad esempio il camuffamento è limitato ai soli abiti, sarà possibile ingannare le sentinelle a distanza, ma se ci avviciniamo verremo inesorabilmente scoperti; d’altronde anche un camuffamento totale non è mai garanzia di impunità, specie se ci faremo sorprendere in atteggiamenti sospetti. Una volta che un nostro camuffamento è stato scoperto, non potremo più utilizzarlo a meno che non si riesca ad accedere e manomettere il sistema d’allarme, cancellando i nostri dati.Al di là dell’espediente della tuta, Spy Fiction è uno stealth/action abbastanza canonico che ricorda molto Metal Gear, pur risultando decisamente semplificato rispetto all’originale: potremo dunque saltare, inginocchiarci, fare capriole, appiattirci contro i muri e sbirciare dagli angoli, appenderci sul soffitto ed eventualmente sparare da quella posizione ai nemici ignari, spaccare casse e barili per recuperare oggetti di cura o di supporto, prendere alle spalle le sentinelle e stordirle, oltre che contare su tutta una serie di gadget ultratecnologici (sensore termico, kit per arrampicarsi, telecamera per l’acquisizione dei dati per i travestimenti, ecc.) in grado di semplificarci la vita.Se anche, nonostante tutte le nostre attenzioni, venissimo scoperti, non c’è comunque da preoccuparsi: grazie alla ridicola I.A. delle guardie ed al loro limitato raggio d’azione, sfuggire alle ricerche il tempo necessario a far cessare l’allarme (dopodichè ritorneranno nella loro posizione abituale come se nulla fosse successo) è molto facile, ma ancora più semplice è estrarre l’arma (non se ne contano molte durante il gioco, la principale rimane la pistola silenziata alla quale si affiancano granate, carte da lancio e stun gun) e far secchi tutti, grazie alla mira automatica e all’eccezionale resistenza dei nostri personaggi, in grado di incassare parecchi colpi prima di morire (lo stesso non vale per i nemici). I cadaveri, poi, scompaiono nel nulla, togliendoci anche l’onere di doverli nascondere e, una volta passato lo stato di allerta, nessuno verrà a cercarli.

I super agenti segretiAll’inizio del gioco potremo scegliere tra tre livelli di difficoltà, sia per i combattimenti che per gli enigmi (un po’ come accadeva in Silent Hill 3): nel secondo caso non cambiano le sfide, ma aumenta proporzionalmente il numero dei suggerimenti, al punto che sconsiglio caldamente di selezionare il livello più facile. La decina di missioni del gioco sono abbastanza lunghe ed articolate e la presenza di due personaggi spinge a rigiocarle una seconda volta per vedere le differenze (non molte, a dire il vero): peccato che la libertà d’azione non sia moltissima, e se in genere potremo sempre scegliere quale strategia adottare, i punti chiave si superano sempre in un’unica maniera.La grafica strizza decisamente l’occhio agli anime giapponesi, con personaggi dal design molto curato ed accattivante: Billy e Sheila, con i loro grandi occhi e i visi eterei ed affascinanti, ricordano molto da vicino un idol giapponese piuttosto che dei duri del calibro di Snake o Sam Fisher. In generale il comparto grafico appare molto pulito e stilizzato (effetto dovuto anche all’utilizzo del motion-blur) ma, al contempo, sufficientemente dettagliato; il motore del gioco riesce a reggere tutto senza particolari problemi e gli effetti di luce sono davvero ben fatti, ma qualche problema lo dà la telecamera, liberamente controllabile con lo stick analogico destro ma ugualmente un poco confusionaria e disorientante: meno male che in qualsiasi momento è possibile passare alla visuale in prima persona, decisamente più utile per farsi un’idea della situazione!Il sonoro, sia per quanto riguarda la musica che gli effetti, fa il suo dovere egregiamente, ed anche il doppiaggio inglese (con sottotitoli in italiano) è piuttosto buono e coinvolgente.

– Bella l’idea dei camuffamenti

– Molto divertente

– Due personaggi tra cui scegliere

– I.A. ridicola

– Telecamera confusionaria

– Piuttosto semplicistico

7.4

Spy Fiction è un buon stealth/action che anche se non raggiunge la profondità ed il coinvolgimento di un Metal Gear o di uno Splinter Cell, rispetto alla concorrenza ha dalla sua un vantaggio non da poco: è davvero divertente da giocare! Le meccaniche stealth sono molto semplificate ma, allo stesso tempo, arricchite dall’idea dei travestimenti: se a questo aggiungiamo un comparto tecnico decisamente bello da vedersi, due protagonisti interessanti, una storia poco credibile ma appassionante, mi sento di consigliare senza riserve il titolo Sammy che tra l’altro è localizzato in italiano e viene venduto ad un prezzo inferiore alla media (39€), il che è sempre un bene…

Voto Recensione di Spy Fiction - Recensione


7.4