Recensione

Rule Of Rose

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a cura di Antonello Buzzi

Senior Staff Writer

I survival horror si possono distinguere sostanzialmente in due gruppi: da una parte abbiamo quelli psicologici che tirano fuori i nostri demoni, le nostre paure interiori, in storie solitamente drammatiche dove abbondano scene conturbanti e dai molteplici significati (la saga di riferimento per questa categoria è Silent Hill); dall’altra parte invece abbiamo titoli molto più portati all’azione che tendono a spaventare il giocatore con colpi di scena, passaggi particolari e solitamente un buona trama, anche se spesso e volentieri si scende nei soliti cliché come strani esperimenti condotti su umani o mostri o similia (di questo filone l’esponente più famoso è Resident Evil). A questi possiamo aggiungere altri titoli più particolari come Forbidden Siren di Sony o Project Zero di Tecmo. Dopo questa breve introduzione, parto subito dicendo che Rule Of Rose appartiene sicuramente alla prima categoria, proponendo una trama intrigante e psicologica. Ma oltre a questo c’è altro? Andiamo quindi a vedere cosa ci aspetta in questo nuova avventura.

I bambini fanno paura?Rule of Rose è ambientato negli anni ’30 e racconta la storia di Jennifer, una giovane ragazza inglese che, inizialmente, sta dormendo a bordo di un autobus. Svegliata da un bambino che le consegna un misterioso libro intitolato “La Piccola Principessa”, scende poi dal bus per inseguirlo, fino ad arrivare ad un vecchio orfanotrofio nel bel mezzo del nulla. Ben presto si accorge che quella di seguire il ragazzino è stata davvero una brutta idea: infatti l’edificio è infestato da bambini con un sacchetto sulla testa che non fanno altro che spaventarla. In seguito, viene addirittura catturata e al suo risveglio si trova su una gigantesca macchina volante, dove incontra un gruppo di bambine che si fanno chiamare come “Gli aristocratici della matita rossa”. Queste affidano alla nostra eroina dei compiti da svolgere se vuole continuare a vivere, ma è tutto così confuso, così schematico… sarà realtà o finzione? E il passato di Jennifer è legato in qualche modo a quello che sta succedendo? A queste e ad altre domande potrete rispondere solo continuando a giocare….

Legati come un cane al guinzaglioCome avrete potuto capire leggendo il paragrafo precedente, in Rule Of Rose non dovrete affrontare i “soliti” demoni, zombie o mostri vari, bensì dei “simpatici” bambini. A causa di questo e alcune tematiche di stampo sessuale presenti all’interno del gioco, il titolo inizialmente non era previsto per i territori all’infuori di quello nipponico ma, fortunatamente, sono stati trovati degli editori che si sono occupati della sua distribuzione negli Stati Uniti ed in Europa.Il gameplay ricalca quello classico del genere: nei panni di Jennifer dovrete farvi strada per i vari ambienti di gioco, raccogliendo oggetti, risolvendo enigmi e uccidendo i nemici per progredire nella trama. Nonostante ciò, il titolo soffre di una pesante linearità, molto superiore alla media. In pratica ogni volta che apparirà una cutscene, non dovrete far altro che dirigervi verso il luogo indicato, spesso e volentieri seguendo qualcuno. Se proverete magari ad esplorare parti non inerenti con esso difficilmente potrete proseguire; ad esempio, nella prima parte del gioco dovrete inseguire il bambino che vi ha consegnato il libro per tutto l’orfanotrofio; nel caso in cui decidiate di andare in una direzione diversa da quella indicata, troverete porte chiuse o magari le aprirete ma saranno subito richiuse da una delle bambine, impedendovi di entrare. In pratica non dovrete fare altro che seguire le indicazioni. Procedendo nella storia, verrete ben presto a contatto con il cane Brown, che per mostrarvi il suo apprezzamento per averlo liberato, diverrà la vostra “guardia del corpo personale”: in particolare vi guiderà al ritrovamento di alcuni oggetti chiave grazie al suo proverbiale fiuto e distrarrà i nemici. Parlando del sistema di combattimento, non possiamo che considerarlo abbastanza scadente. Come era lecito aspettarsi, Jennifer è solo una ragazza impaurita e quindi non si trova a suo agio a maneggiare armi per sconfiggere gli avversari, mostrandosi molto impacciata. La cosa è particolarmente evidente quando ci si trova nei classici scontri con i boss, dove bastano pochi colpi per ucciderci ma molti per riuscire ad atterrarli; senza contare il fatto che vi innervosirete perché la rilevazione delle collisioni è piuttosto approssimativa, quindi in molti casi andrete “a vuoto” inspiegabilmente, anche se la vostra posizione poteva sembrare corretta per infliggere danni al vostro nemico. Questo è piuttosto irritante perché i punti di salvataggio non sono poi molto ben distribuiti lungo l’avventura e ripetere una parte di gioco dopo che si è stati uccisi dal boss di turno alla lunga può risultare frustrante.Nonostante il titolo sembri piuttosto ripetitivo e anche un po’ noioso, quello che vi farà continuare a giocare fino alla fine sarà svelare i misteri che si nascondono dietro a tutto: infatti è la trama il vero cardine che riesce a risollevare in parte il giudizio sul gioco.

Aspetto TecnicoSotto il profilo prettamente visivo, Rule Of Rose si presenta nella media dei giochi PS2 con personaggi formati da un discreto numero di poligoni e ricoperti da buone texture, mentre gli ambienti di gioco godono di un’attenzione minore, scadendo anche in una ripetitività che spesso e volentieri vi farà perdere il senso dell’orientamento a causa dei corridoi tutti uguali tra loro. E‘ possibile inoltre settare l’intensità del filtro video “granulare” che, sovrapposto al gioco, dona al tutto un aspetto ancora più tetro (avete presente quello di Silent Hill 2?).Sul fronte sonoro possiamo annoverare il buon lavoro di Yutaka Minore, autore delle colonne sonore di “Skies Of Arcadia” e “Panzer Dragoon Orta” che, utilizzando quasi esclusivamente strumenti ad arco come il violino, riesce a fornire un giusto sottofondo alle scene, mentre il resto degli effetti sonori è nella norma con un discreto doppiaggio inglese e le vocine stridule dei bambini che si sentono in ogni dove. A questo proposito l’esperienza di gioco guadagna in immersione se possedete un impianto home theatre che supporti la codifica Dolby Pro Logic 2 presente nel titolo.

– Svolgimento della storia intrigante

– Ottima qualità delle scene prerenderizzate

– Gameplay ripetitivo

– Scenari confusionari che vi faranno perdere l’orientamento

– Sistema di combattimento frustrante

– IA dei nemici scadente

6.0

Rule Of Rose si affaccia all’ormai affollato panorama dei survival horror cercando di catturare l’attenzione con delle tematiche fuori dall’ordinario. Nonostante la storia sia intrigante e porti a desiderare di arrivare fino alla fine, il titolo purtroppo soffre di alcuni problemi alla giocabilità come l’elevata linearità, che fa sembrare al giocatore di essere sempre “preso per mano” per il proseguimento dell’avventura, senza contare il sistema di combattimento da revisionare e una certa ripetitività nel level design. L’acquisto è consigliato solo a coloro che vivono per i survival horror e vogliono sperimentare un’esperienza diversa dal solito, dove i “mostri” sono quanto di più tenero e innocente ci sia: i bambini.

Voto Recensione di Rule Of Rose - Recensione


6