Recensione

Ratchet and Clank

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a cura di Matteo Bussani

Molte volte è capitato che un film abbia avuto una trasposizione videoludica o che un gioco abbia ricevuto una trasposizione cinematografica. Purtroppo il risultato di questi lavori è raramente di qualità e sugli scaffali arrivano prodotti per la maggior parte mediocri, poco coraggiosi e non in grado di esaltare le potenzialità del brand originario. Con ben in mente questo rischio i ragazzi di Insomniac, riprese in mano le origini della saga che li ha resi famosi, hanno voluto superare ogni tipo di preconcetto e regalarci oltre al film del videogioco, quello che loro stessi definiscono, il videogioco del film del videogioco. Il risultato è un reboot del primo capitolo di Ratchet & Clank che vuole quindi essere un’occasione per riportare nostalgicamente i giocatori di vecchia data in quell’atmosfera ironica e surreale che li aveva appassionati ai tempi della PS2 e avvicinare i neofiti alle avventure di questo scoppiettante duo.

Un Lombax per amico…
La storia incomincia con un inaspettato escamotage narrativo, con il beneamato capitan Quark in carcere dedito a raccontare ad un nuovo compagno di cella le avventure che lo hanno portato fin lì. La sensazione è strana per chi ha avuto modo di giocare al capitolo originale, ma l’effetto risulta estremamente efficace per coinvolgere il giocatore e per far risuonare forte e chiara la nuova impronta del gioco basata sulla controparte cinematografica. Soprattutto i capitoli iniziali vengono realmente raccontati dalla voce fuori campo del capitano e descrivono le azioni dei due protagonisti mentre proseguono nella loro avventura. E da qui i perfetti sconosciuti, il lombax Ratchet e il robottino Clank diventeranno nell’avventura amici inseparabili nonché eroi e salvatori della galassia. 
Non voglio entrare maggiormente nel merito della storia in quanto la prima parte, coloro che hanno giocato alla serie, già la conoscono e gli altri potrebbero storcere il naso nello scoprire anzitempo anche solo scampoli della storia di un videogioco che fa proprio della componente narrativa uno dei suoi punti di forza. Gli sceneggiatori infatti non si sono limitati a riproporre gli sviluppi del primo capitolo, ma hanno recuperato vari elementi dall’intera saga per poi rimescolarli e collocarli in maniera originale, creando anche sviluppi inaspettati verso le parti finali dell’avventura.
Un altro aspetto che sorprende nel quadro narrativo di Ratchet & Clank è la grande mole di personaggi secondari che, tra nuove reclute e vecchi amici, riesce sempre a ritagliarsi un posto di riguardo nel cuore del giocatore. Stavolta, al contrario di come eravamo abituati, questi ci vengono presentati fornendo un background sulle loro vicende maggiore, in modo da ampliare l’universo di gioco che già conosciamo. Inutile dire che sono tutti completamente fuori di testa e alcuni, sfondando la 4° parete, si autocitano all’interno del un videogioco regalando agli appassionati della saga vero e puro godimento da fan-service.
Il tutto poi è veicolato da cutscenes qualitativamente eccelse, probabilmente alcune prese di forza proprio dal film, e tramite dialoghi pregni di un’ironia travolgente ed in grado di intrattenere per tutta la durata del gioco nonché, in alcuni casi, strappare anche fragorose risate.
Obiettivo: svuotare i caricatori!
Passando all’analisi del gameplay bisogna fare un distinguo tra le due nature che fuse insieme creano il nucleo di Ratchet & Clank: l’anima sparatutto e quella platform. Premesso che le due si susseguono senza soluzione di continuità nel mondo di gioco, risulta più facile isolarle per farne un’analisi più dettagliata.
La componente sparatutto del gioco convince senza riserve e si rivela in poche parole semplice, caciarona e divertentissima. Semplice in quanto la mira è prevalente automatica e basterà volgere la telecamera in una direzione per far sì che le armi acquisiscano automaticamente il bersaglio, a quel punto l’unico compito del giocatore è accanirsi sul tasto R2 per svuotare i caricatori contro il nemico. Caciarona per il tipo di armi che avremo nel nostro arsenale. La famosa industria bellica Gadgetron non ci farà mancare doppiette di pixel, fucili automatici con munizioni di lava, palle da disco per confondere i nemici con musiche dance anni ’70 e gli immancabili lanciamissili per seminare distruzione tra le fila nemiche. Divertente infine perché riesce a regalare lo stesso feeling che ricordavamo nei precedenti capitoli, con un gun-play frenetico e appagante in grado di garantire sensazioni pad alla mano corrispondenti all’arma che stiamo impugnando. Le differenze tra i ferri del nostro arsenale si sentono eccome e viene naturale dopo poco affezionarsi alle armi che più rispecchiano il nostro tipo di gioco.
Purtroppo, non si può pensare di fare affidamento sempre sulle stesse fidate armi perché il numero di nemici e il numero di colpi per abbatterli è tale che le munizioni di una singola arma non sono sufficiente a superare ogni singola zona. Non è difficile trovarsi nel mezzo di uno scontro a fuoco a dover scegliere armi a cui non siamo abituati per sopperire alla mancanza di munizioni.
Nel caso in cui fossimo proprio a secco possiamo sempre ricorrere alla nostra fidata e ben nota onnichiave che tra l’altro è l’unica arma che troviamo in tutti i videogiochi della saga. All’apparenza una semplice chiave inglese in pratica un’arma bianca con cui colpire i nemici, un boomerang e infine un vero e proprio attrezzo per avvitare i bulloni dispersi per il gioco.
La cosa che da sempre ha caratterizzato Ratchet & Clank è la possibilità di far evolvere il nostro arsenale durante l’avventura. In questo capitolo prendendo a piene mani dai vari capitoli della saga abbiamo il sistema di sviluppo delle armi più completo mai visto.
Per comprare le armi dai rivenditori Gadgetron dovremo spendere i bolt, la solita valuta a forma di bullone, ottenuti dai nemici sconfitti e dalle casse sparse per il mondo di gioco. Imbracciata un’arma, questa sale di livello quanto più la utilizziamo, aumentando potenza di fuoco, e una volta arrivati al livello cinque si trasformerà nella sua versione finale aggiungendo caratteristiche inedite al modello originale. Se già questo potrebbe essere sufficiente, quelli di Insomniac non si sono fermati qui. Nel mondo, distruggendo cristalli o sconfiggendo alcuni nemici, si ottiene del raritanio. Ogni singolo pezzo di questo materiale serve per garantire un bonus ad un’arma scelta selezionandolo progressivamente tra quelli disponibili mostrati su una mappa ad esagoni. I bonus sono molto semplici e vanno da un aumento delle munizioni disponibili ad un moltiplicatore di bolt ottenuti da un nemico sconfitto. Una volta perfezionato lo sviluppo di un’arma ci si ritroverà in mano qualcosa di completamente diverso da ciò che avevamo in partenza.
La varietà non la ritroviamo solo nelle armi, ma anche nel tipo di sezioni che ci troveremo ad affrontare. Ci sono quelle più classiche sviluppate su ampi corridoi e quindi con sviluppo orizzontale, ma anche sezioni a bordo della nave spaziale o svolazzanti per le mappe di gioco spinti dal nostro turbozaino. In questo modo le mappe assumono una conformazione tridimensionale con una verticalità molto più marcata e ci porteranno a variare il nostro stile di gioco.
Purtroppo in mezzo a tutto questo non compaiono le arene (presenti dal secondo capitolo con i giochi Megacorp). Una mancanza sentita perché avrebbe di certo garantito ore e ore di divertimento aggiuntivo e che lascia un po’ l’amaro in bocca data la bontà del gameplay nella sua componente sparatutto.
Salta, spara, corri, SALTA!
Passiamo ora all’altra anima del videogioco ovvero quella platform. Il gioco infatti si struttura tramite sezioni a percorso in cui dovremo ricorrere alle abilità atletiche del duo. Salti su piattaforme o scalate su montagne di container sono il pane quotidiano per la prosecuzione nella nostra avventura, il tutto sempre accompagnati dal sempiterno compagno di viaggio Swingshot, in grado di farci raggiungere piattaforme altrimenti irraggiungibili utilizzando il solo salto. È doveroso far notare che la difficoltà di queste sezioni è decisamente bassa e superarle non ci creerà alcun tipo di problema neanche nelle fasi avanzate del gioco; sebbene questo possa apparire come un problema questo lo è solo in parte. Si vede infatti che la scelta è stata voluta per concentrare il giocatore più sulle parti sparatutto e creare un tutt’uno più fluido con una narrativa trascinante che potrebbe altrimenti rallentare.
A farci tirare il fiato in questo travolgente incedere proposto dal videogioco, tra un salto e un schermaglia ci verranno proposte altri tipi di sezioni. Potremo prendere il controllo del robottino Clank in zone che Ratchet non è in grado di raggiungere. A questo punto dovremo ingegnarci spostando e ricalibrando microbots per raggiungere zone magari troppo alte per un semplice salto o attivando elettricamente alcuni interruttori presenti nella mappa. Un altro diversivo saranno le corse di hoverboard. Sarà necessario gareggiare su percorsi a circuito per ottenere i gadget messi in palio in questi tornei che serviranno per andare avanti nella campagna.
Ogni gadget presente nel gioco non è fine a se stesso, ma è necessario per sbloccare zone o per raggiungere missioni altrimenti irraggiungibili. Il fatto poi, che alcuni di questi strumenti saranno disponibili solo ad un certo punto nell’avventura, fa sì che alcuni sbloccabili facoltativi presenti all’inizio del gioco siano completabili solo dopo un certo numero di ore.
Non solo l’essenziale!
La saga di Ratchet & Clank è sempre stata farcita di extra e di collezionabili. La cosa poi che ha sempre contraddistinto ogni episodio è che tutto è ottenibile tramite i successi in-game, come la vecchia scuola prevede. Ottenere i bolt d’oro (in totale 28) nascosti sui vari pianeti, permette un progressivo sblocco di un sacco di elementi aggiuntivi come la possibilità di rallentare o velocizzare il gioco, cambiare le maschere del personaggio e addirittura recuperandoli tutti sbloccare le munizioni infinite e l’immortalità. Sempre sulla stessa onda, è stato implementato un sistema di carte collezionabili, reperibili tramite pacchetti nella mappa oppure sconfiggendo determinati nemici. Ogni carta fa parte di un set di tre, che una volta completato garantisce bonus in termini di bolt ricevuti oppure la possibilità di sbloccare la versione Omega delle armi nella modalità sfida. Carte a parte sono le R.Y.N.O. che una volta raccolte tutte possono essere scambiate per la leggendaria arma devastante della saga.
A proposito di extra non manca la modalità sfida. Una volta finito il gioco sarà possibile ricominciare mantenendo le armi ottenute con la run precedente. La difficoltà degli scontri a fuoco in particolare sarà più alta, ma anche il premio in bolt cambierà moltiplicandosi ogni qualvolta sconfiggeremo un nemico per poi azzerarsi quando colpiti. In questa modalità avremo anche modo di comprare, una volta sbloccata, la versione Omega di ciascun’arma.
Grafica da Hollywood! 
Il gioco è graficamente uno dei più gradevoli di questa generazione. Coloratissimo, estremamente dettagliato e privo di cali di frame-rate degni di nota, rimane fisso sui 30 FPS ed incanta come poche altre produzioni. Tutto è al posto giusto e non ci sono note stonate in una direzione artistica che fa sentire il peso degli investimenti di una produzione Hollywoodiana alle spalle. Le cutscenes infatti si alternano quasi impercettibilmente tra quelle prodotte col motore di gioco e quelle che probabilmente sono state prese direttamente dalle scene del film. Il tutto risulta in una grafica eccellente in ogni situazione con un livello di dettaglio e cura nei particolari notevoli. Se proprio si vogliono fare le pulci si avrebbe potuto fare un po’ di più dal punto di vista dall’anti-aliasing, ma rimane un piccolo dettaglio considerato tutto il resto. 
L’assenza di bug evidenti d’altro canto è un altro punto a favore ad un gioco che tecnicamente non ha nulla da temere. Se ciò non basta, musiche orchestrali incorniceranno l’avventura inserendosi magnificamente nei vari contesti. Non potremo non riconoscere i suoni tipici della saga in questo incessante ritorno alle origini. Infine il doppiaggio si attesta anch’esso su livelli molto elevati considerata la media attuale nel mondo videoludico ed è un piacere riconoscere molte voci del doppiaggio originale.

– Armi fuori di testa

– Operazione nostalgia riuscita per i fan di vecchia data…

– … ma anche accessibile per i neofiti

– Graficamente eccellente e privo di bug

– Cutscenes di qualità

– Dialoghi ironici e travolgenti

– Sezioni platform un po’ troppo semplici

– Mancano le arene

8.5

Sony ha deciso di estrarre dalla bacheca dei ricordi un reboot della saga di Ratchet & Clank concreto ed eccezionale sotto tutti i punti di vista. Il gameplay regala le stesse soddisfazioni di un tempo e graficamente non si può che lodare il lavoro del team di sviluppo che non solo riesce ad incantare, ma vanta una rifinitura certosina, ultimamente molto rara.

È innegabile vedere il titolo come un’operazione nostalgica per dare ai fan tutto quello che potevano aspettarsi da un Ratchet & Clank, ma è anche vero che il suo spirito fortemente narrativo permette di avvicinarsi alla saga anche a chi non ha avuto modo di giocarne mai un capitolo. Insomma un must-have per tutti coloro che vogliono entrare nel fantastico mondo di Ratchet & Clank.

Voto Recensione di Ratchet and Clank - Recensione


8.5