Recensione

PES 2018, recensione del nuovo calcistico Konami

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a cura di YP

Konami ama indubbiamente far testare con largo anticipo il suo gioco nel corso dei mesi. Per questo motivo PES 2018 è uno di quei titoli di cui abbiamo davvero seguito le varie fasi di sviluppo; dalle build più embrionali a quelle decisamente più strutturate. Prima negli uffici milanesi del publisher, poi alle varie fiere internazionali: in tutte queste occasioni il nuoco capitolo di Pro Evolution si è presentato come il migliore da tre anni a questa parte. Per intenzioni, gameplay e contenuti. Dopo le varie anteprime, ecco quindi la prima fase del percorso che ci porterà alla recensione. La copia stampa che ci è stata fornita è orfana delle funzioni online, ma anche di alcune patch che verranno rilasciate al day one, utili ad aggiornare le rose e sistemare qualche bug. Quello che state per leggere è dunque un’infarinatura generale derivata dalle prime ore di gioco: la recensione completa arriverà qualche giorno dopo l’uscita del gioco. Il riscaldamento è finito: palla al centro, si gioca!

Più tattica, meno istinto
Ve lo abbiamo raccontato fin dall’inizio, ed è stato tema centrale anche e soprattutto nella campagna promozionale operata da Konami per questo PES 2018: realismo. Non solo in termini grafici, di cui parleremo dopo, ma anche e soprattutto di gameplay. Dopo l’ottimo Real Touch, quest’anno si passa al Real Touch +, upgrade della feature introdotta lo scorso anno. Questa implementazione si traduce in un miglioramento incredibile della qualità delle partite, per via di contrasti più credibili, azioni più ragionate maggior controllo sui giocatori. Ogni calciatore infatti avrà caratteristiche e movenze diverse in base alla sua fisicità: stop, passaggi, colpi di testa e scontri con gli avversari; tutto dovrà essere gestito tenendo presente chi stiamo utilizzando. 
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Nel corso delle prime partite non sarà cosi evidente, ma prendendo confidenza con il pad e il sistema di controlli imparerete a padroneggiare al meglio queste caratteristiche, operando così modifiche al vostro stile di gioco che vi permetteranno di vivere partite davvero entusiasmanti e, cosa più importante, non perderete mai il controllo della situazione. PES 2018 abbandona, almeno in parte, alcune cifre stilistiche storicamente sue e si avvicina molto di più a un’esperienza ragionata, complici anche animazioni totalmente riscritte e una fisica della palla che ci è parsa davvero impeccabile, grazie a traiettorie credibili e ben gestite. Ci sono poi le movenze, come anticipato totalmente rinnovate e ora molto più fluide e capaci di restituire sensazioni certamente molto più realistiche. 
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La parole chiave è proprio “Realismo”: ci è stata infatti ripetuta più volte e ce ne siamo accorti durante le nostre prove. Anche l’IA è stata notevolmente potenziata, soprattutto ai livelli di difficoltà più alti. In questo frangente le squadre avversarie sembrano avere coscienza propria: coprono ottimamente le posizioni, orchestrano contropiedi fulminei e sistemi difensivi impenetrabili. In questo senso, ora segnare non sarà più facilissimo e richiederà azioni ragionate, complici anche i portieri, talvolta vere e proprie saracinesche, in particolar modo a livello superstar. Anche gli arbitri sono quasi inattaccabili: non eccedono nei cartellini e non s’inventano falli. Il gameplay del nuovo Pro Evolution è certamente l’aspetto più riuscito di una produzione che continua ad ambire a migliorarsi, anno dopo anno. Questa volta il salto in avanti è percepibile e le nostre lunghe sessioni di gioco ci hanno divertito, con il giusto livello di sfida. Infine, a livello tecnico, il FOX Engine permette al titolo di sfoggiare un look impressionante in termini di qualità di definizione e contributo a creare il senso generale di realismo. Gli stadi sono magnifici, vivi e i giocatori realizzati in motion capture sono semplicemente impressionanti, cosi come è ottimo il lavoro sulle animazioni. Peccato solo per il solito problema legato ai calciatori meno famosi, ma d’altronde è un compromesso se vogliamo necessario a cui ormai abbiamo fatto l’abitudine, e che riusciamo a giudicare con meno severità per via di un impatto generale davvero unico. 

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Modalità ancora un po’ grezze
Terminata la prima fase d’esplorazione nella modalità partita rapida, è tempo di lanciarsi nelle modalità offline, che al solito comprendono la Champions League e l’Europa League, entrambe con licenze ufficiali e davvero fedeli alla controparte televisiva, assieme alla meno blasonata AFC, la Champions League asiatica. Ovviamente ci sono poi le classiche e amate Master League e Diventa un Mito. La prima ci chiederà di impersonare un giovane allenatore che dovrà far carriera nel mondo del calcio. Potremmo decidere che squadra utilizzare e se avere la rosa reale oppure il solito gruppo di mezze calzette da far crescere e migliorare. Ovviamente il cuore dell’esperienza risiede proprio in quest’ultima opzione, e quest’anno potremmo anche impostare la difficoltà sfida, che complicherà di molto le trattative. Diventa un Mito invece ci chiederà di portare alla gloria un giocatore, di cui ovviamente vestiremo i panni. Una volta scelto ruolo e caratteristiche inizia il viaggio. Il problema è che a confronto della modalità The Journey di FIFA, Diventa un mito è ancora molto grezza e per nulla soddisfacente: non bastano alcune cut-scene tra una fase e l’altra per rendere completa questa modalità. La distanza è ancora abissale. Il pacchetto offerto da PES 2018 è quindi abbastanza classico, almeno per quanto riguarda l’offline. Il grande limite della produzione continuano però ad essere le licenze, che anche quest’anno (nonostante la partnership premium) continuano ad essere poche, lasciando così l’amaro in bocca. La Juventus si trasforma in PM Black White, la Premier League è orfana di Chelsea (London FC) e non solo; in Spagna manca anche il Real Madrid e la Bundesliga è totalmente assente, eccezion fatta per il Borussia che gode di partnership esclusiva. Insomma il solito problema che Pro Evolution prova a risolvere, ma che ogni anno è comunque un peso importante da sopportare, capace ancora oggi di allontanare molti player. 

La mia Squadra, il mio Club
Anche quest’anno il comparto online di Pro Evolution è rappresentato soprattutto dal myClub, la modalità che ci permette di creare una squadra seguendo le caratteristiche dei nostri giocatori. Abbinare i calciatori con metodo e oculatezza porterà infatti alla realizzazione di un undici che potrà garantire ottime prestazioni. A differenza di Ultimate Team, myClub si concentra maggiormente sulle statistiche dei giocatori, che potranno essere modificate e migliorate nel tempo, in modo da accrescere l’affinità. Creare un ecosistema di calciatori e allenatore che condividono le stesse caratteristiche sarà la mossa vincente. Per accrescere la propria rosa, myClub mette a disposizione una sorta di calciomercato gestito dagli Osservatori. Queste figure ci permettono di ricercare talenti dividendoli per nazionalità, campionato, età e quant’altro. Più l’Osservatore sarà capace, più agenti gli affiancheremo (metodo utile per restringere il campo d’osservazione), più avremo la possibilità di ottenere il calciatore che desideriamo. In Pro Evolution 2018 c’è anche un nuovo roster di Leggende legate alle squadre sotto licenza. 
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Ecco quindi che oltre a Barcellona e Liverpool, arrivano anche i calciatori storici dell’Inter, da quest’anno premium partner di Pes. Ovviamente il circuito online è composto anche dalla cooperativa e dalla possibilità di partecipare alla PES League, la competizione mondiale organizzata da Konami e che vedrà la finale svolgersi lo stesso giorno di quella della Champions League. Un’altra grande novità è la possibilità che abbiamo accennato poco fa: le partite cooperative. Sarà possibile infatti sfidarsi per un massimo di tre giocatori contro altrettanti tre. L’infrastruttura funziona e la resa è molto divertente; peccato solo per un matchmaking ancora leggermente macchinoso che rende le fasi di attesa un po’ troppo tediose. 

Gameplay solido

Tecnicamente fantastico

Modalità offline ancora grezze

Le licenze continuano ad essere un grosso limite

8.0

PES 2018 è partito aggressivo fin da subito e la versione finale lo conferma: gameplay solidissimo, reso tale da nuove animazioni, il miglioramento del Real Touch e un comparto tecnico al top. Mai come quest’anno Pro Evolution è divertente e stimolante da giocare: sarà capace di tenervi incollati diverse ore e il lavoro di Konami va assolutamente riconosciuto e premiato. Peccato per le modalità offline ancora un po’ grezze e le licenze limitate, che ad oggi rappresentano la vera differenza con la concorrenza. Il comparto online non offre grandi spunti di rinnovamento, se non le modalità cooperative. In buona sostanza PES 2018 continua sul sentiero intrapreso tre anni fa continuando a migliorarsi; nonostante questo rimane un gradino sotto la concorrenza, per via di un’esperienza generale poco rifinita (se non nel gameplay). Parliamo per esempio di una Master League ancora acerba e del fattore licenze che, volente o nolente, continuerà ad incidere, nonostante gli sforzi di Konami nel recuperare terreno sia tangibili e assolutamente apprezzabili.

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8