Recensione

La recensione del finale di Batman: The Enemy Within: noi, nel male che ci circonda

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Attenzione: questa recensione non contiene spoiler, né dalla prima né dalla seconda stagione.
Ci eravamo salutati, nell’ultima recensione, con in bocca il buon sapore che ci aveva lasciato What Ails You, la quarta fatica di Batman: The Enemy Within. Forte dei suoi dilemmi e soprattutto di quelli del personaggio di Bruce Wayne, il quarto episodio ci ha proiettati verso Same Stitch, che segna l’epilogo per questo nuovo viaggio a Gotham mano nella mano con Telltale. La paura, non lo abbiamo mai nascosto, era ritrovarsi di fronte ad un finale che ricalcasse i difetti di quello della Season 1, che ebbe la colpa di puntare sul conflitto con un antagonista senza pathos, peraltro arresosi al Cavaliere Oscuro in modo quasi sbrigativo. Fin da subito, però, Telltale ha voluto mettere le mani avanti, facendo sapere che Same Stitch è l’episodio più ambizioso che abbia mai provato a realizzare per le sue avventure grafiche. E, questa volta, il risultato degli sforzi si vede.

Se cerchi un nemico, potresti guardarti allo specchio

Avevamo già anticipato nella recensione dell’episodio 4 che uno dei temi portanti di Batman: The Enemy Within è il fatto che i super-cattivi non arrivino semplicemente dal nulla. Un elemento che è rimasto più coerente che mai nella narrativa di Same Stitch, che è l’episodio che meglio di tutti dà libertà alla profondità tematica della serie. L’evoluzione del vostro rapporto con John Doe, destinato a diventare uno dei due Joker possibili di cui Telltale ha tanto parlato nelle notizie dei giorni scorsi, è tutta sulle vostre spalle e vi assicuriamo che si tratterà di un peso che il gioco riuscirà a farvi sentire. Ecco, allora, che il mondo di Gotham, un po’ Batman e un po’ Suicide Squad, smette di calzare il guanto delle divisioni assolute, del bianco e del nero, e si riempie di grigio, arrivando a mettere in bilico perfino Bruce Wayne—ossia voi, la metà meno super-eroica, di voi. Il lavoro svolto dagli sceneggiatori nel corso dei diversi episodi e coronato da quanto vivrete nel capitolo 5 è maturo ed intelligente, vi farà provare emozioni autentiche e, soprattutto, vi farà mettere in discussione voi stessi e le vostre scelte, perché a volte non basta imporsi di non uccidere ed indossare un mantello minaccioso per essere sicuri di avere tutto sotto controllo e di essere migliori.
Proprio per questa serie di motivi, i conflitti che dovrete affrontare e risolvere in Same Stitch sono avanti di anni luce rispetto all’epilogo di Batman: The Telltale Series: lo scontro finale con il vostro nemico sarà di quelli da ricordare, non tanto per i numerosissimi QTE quanto per alcune opzioni di dialogo che vi saranno offerte e che vi costringeranno a fare i conti con la vostra coscienza e la vostra presunta trasparenza, tra una colluttazione e l’altra.

Il peso delle scelte, guardando al futuro

Oltre ai già citati numerosi QTE, irrinunciabili considerando che l’episodio è ricchissimo di azione, Same Stitch pone l’accento su diverse opzioni di scelta. Mentre alcune potranno avere effetti immediati, altre danno la sensazione innegabile di guardare soprattutto al futuro e ad una eventuale stagione 3. Non aspettatevi, insomma, di raccogliere i frutti di tutte le decisioni che prenderete—la maggior parte delle quali riusciranno brillantemente a lasciarvi un nodo nello stomaco, il che significa che sono state scritte con intelligenza—perché alcune rimarranno in sospeso e guarderanno all’immancabile cliffhanger finale, che come nella Season 1 punta ad un prosieguo, per ora non annunciato.
Messi in ordine tutti i (grandi) pregi del comparto narrativo di questo epilogo, è anche opportuno appuntare che alcune scene, soprattutto appena dopo che sarà risolto il conflitto con l’antagonista principale, danno la sensazione di correre verso il finale. Avrete l’impressione di una chiusura un po’ troppo rapida di alcune tematiche rimaste aperte, così come apparirà innegabile il fatto che alcuni personaggi parecchio carismatici nei precedenti episodi trovino qui pochissimo spazio, relegati a mere comparse e sacrificati sull’altare del cattivone principale. Una scelta sicuramente giustificata, anche in virtù del fatto che l’episodio doveva mantenersi intorno alle due ore di longevità, ma che ci fa sperare di poterli rivedere nell’eventuale stagione 3, perché ne varrebbe davvero la pena.

Un fumetto in movimento

Il codice per la recensione dell’episodio 5 ci è stato fornito, come per l’intera stagione, su PC, quindi possiamo valutare il comparto tecnico e le performance unicamente su questa piattaforma. Nel complesso, il gioco scorre senza intoppi evidenti, mettendovi al centro di un fumetto in movimento che, anche nella direzione artistica, riflette la grande ambizione di cui Telltale aveva parlato in merito a Same Stitch. Interessanti gli scenari e curato come sempre il comparto sonoro firmato da Jared Emerson Johnson, capace di sottolineare o contrappuntare in modo brillante quanto stiamo vivendo su schermo. Abbiamo particolarmente apprezzato anche le performance di alcuni doppiatori, come Anthony Ingruber nei panni di John Doe/Joker, decisamente ispirato.

– L’evoluzione del rapporto tra Batman e Joker vi terrà incollati alla serie e a questo epilogo

– Sfida finale epica

– Il nodo allo stomaco che sentirete di fronte ad alcune scelte

– Degno finale per una stagione molto più brillante della prima

– Alcune scene sembrano sbrigative e “corrono” verso il finale

– Poco spazio per alcuni personaggi che si erano fatti amare nei precedenti episodi

8.5

Same Stitch è un degno finale per una serie che si è mantenuta su livelli abbastanza alti, come è stata Batman: The Enemy Within. Telltale impara dalle incertezze della stagione precedente e propone ai giocatori un viaggio nell’universo di Gotham che saprà appassionarvi e, perché no, emozionarvi, con buona pace del fatto che la pietra angolare sia sempre sorretta dai semplici QTE e dai dialoghi a risposta multipla. Per fare un confronto, insomma, nel suo percorso complessivo e con questo finale sicuramente all’altezza The Enemy Within si rivela più curato e molto più godibile della Season 1, oltre che di qualità sensibilmente più alta rispetto ad un’altra release recente di Telltale in salsa supereroi, ossia Guardiani della Galassia.

Se non avete paura di essere testimoni di qualche licenza poetica su uno dei più iconici personaggi della storia dei fumetti e se le meccaniche classiche dei giochi Telltale, come sempre invariate, fanno per voi, Batman: The Enemy Within è un’esperienza che vi consigliamo di fare, soppesandone pesi e difetti. Per salvare Gotham da chi è scivolato nel baratro del suo profilo più oscuro. E, prima di tutto, da voi stessi.

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8.5