Anteprima

From Dust

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a cura di andymonza

Da Populous a Black and White, i titoli che hanno permesso agli appassionati di videoludica di vestire i panni della divinità non sono mancati in passato, perlopiù recanti la prestigiosa firma di Peter Molyneux – oggi completamente dedito alla direzione creativa di Microsoft ed alla saga di Fable. Sembra tuttavia che il genere, dimenticato in quest’ultima generazione, stia per ricevere nuova linfa grazie alla vena creativa di Eric Chahi: sebbene alcuni di voi potrebbero non battere ciglio di fronte al nome, si tratta della stessa mente che negli anni ’90 diede i natali a Another World, un rivoluzionario platform sviluppato “in casa”, ancora oggi riconosciuto per l’utilizzo innovativo delle cut scene e delle influenze cinematografiche. Dopo qualche anno di pausa dal mercato videoludico, il game designer sembra nuovamente intenzionato a tornare sul palco con From Dust, un’esperienza ludica interessante tanto per le tecnologie impiegate quanto per la filosofia che si cela dietro al gameplay.

Polvere alla polvereSono tragedie come quella recentemente consumatasi in Giappone a ricordarci di tempi in cui il nostro pianeta non era così ospitale come oggi può apparire, millenni durante i quali la sopravvivenza agli elementi della natura era garantita solo da una quotidiana lotta, e non dal placido crogiolarsi nel consumismo e nel progresso. Una piccola tribù di stampo sciamanico – africana, potremmo dire – ci chiama dallo schermo, chiedendoci disperatamente aiuto, incapace di guadare un corso d’acqua attraversato da violente correnti d’acqua. Per una volta, non siamo noi a dover trovare una soluzione ai problemi ideati dal game designer di turno: la soluzione, in un certo senso, siamo noi. Una delicata pressione del grilletto sinistro del pad nelle nostre mani è sufficiente per “assorbire” un piccolo quantitativo di terra, il quale va a raccogliersi in una graziosa sfera sospesa a qualche metro da terra – l’unico riferimento, insieme ad un puntatore circolare, che ci permette di capire che “ci siamo” anche noi – mentre con una seconda pressione, questa volta del trigger destro, depositiamo il materiale direttamente nel corso d’acqua, osservando compiaciuti come quest’ultima reagisca in maniera assolutamente realistica, cercando nuovi passaggi attorno alla collinetta appena formatasi. Ripetiamo la procedura un certo numero di volte finchè, finalmente, riusciamo a creare un passaggio sufficientemente largo per permettere allo Sciamano ed al suo piccolo seguito di procedere. La raggiunta di uno specifico punto, l’anélito della scoperta, il bramoso desiderio di scrutare cosa ci sia al di là delle immediate vicinanze, è il motore principale da cui scaturisce l’azione offerta da From Dust. Di ambientazione in ambientazione, nei panni di uno “spirito della natura” con cui gli Sciamani hanno potere di comunicare, dovremo aiutare la tribù a compiere il suo percorso di scoperta attraverso il meraviglioso pianeta Terra: da incantevoli atolli ad aride terre bruciate dall’attività dei vulcani, l’unico strumento tramite il quale potremo intervenire nelle sorti della nascitura civiltà sarà la nostra capacità di “assorbire” e rilasciare materia, un espediente che funzionerà con qualsiasi elemento si trovi al suolo, sia esso terra, acqua, lava o ghiaccio.Un gameplay tanto rarefatto e semplice da risultare “naturale”, seppure le meccaniche alla base non manchino, ben dissimulate. Sostanzialmente il compito del giocatore sarà sempre quello di permettere alla tribù di giungere nei pressi dei Totem sparsi sul territorio, liberamente esplorabile con lo sguardo “dall’alto” (verticale o isometrico) possibile grazie alla natura divina dell’io giocante. Una volta raggiunti questi monoliti, lo Sciamano ed il resto della tribù daranno il via ad un rituale che permetterà loro di richiamare le forze della natura, facendo fiorire l’arido ambiente circostante e concedendo la fondazione di un villaggio. Di Totem in Totem, di villaggio in villaggio, il percorso troverà la sua conclusione presso il Portale, un ultimo traguardo che consentirà al popolo di proseguire nel suo cammino di scoperta verso una nuova ambientazione. Naturalmente starà al giocatore aiutare il più possibile la tribù durante questo lungo viaggio, ed altrettanto palesemente, il guado dei fiumi non sarà l’unico problema da risolvere.

Forza della naturaLa prima ambientazione testata, un grazioso ensemble di atolli separati da un mare cristallino, faceva sostanzialmente da tutorial, spiegando passo passo i controlli al giocatore. Completato questo breve ed illuminante incipit le meccaniche di gameplay si complicano velocemente, aggiungendo alla formula l’intervento della natura. Tsunami ed eruzioni vulcaniche saranno all’ordine del giorno, e minacceranno costantemente il benessere della tribù: l’unica soluzione sarà naturalmente facilitare il più possibile la progressione attraverso i Totem, e raggiungere il Portale prima che la situazione precipiti – va da sé che la dipartita di tutti i membri della tribù porterà ad un inevitabile Game Over. Entra così in gioco un timer, spesso presente nella parte alta dello schermo, che segnerà il tempo restante prima della prossima catastrofe naturale, periodo durante il quale il giocatore potrà scegliere tra la costruzione di barriere naturali difensive, oppure lo spianamento della strada da un Totem all’altro. La formula è ulteriormente arricchita dalla presenza nelle mappe di Totem accessori – detti Pietre del Sapere – i quali saranno in grado di conferire poteri speciali alla Sciamano: durante il nostro hands on abbiamo visto all’opera un rituale in grado di fermare gli tsunami ed una magia naturale capace di raddensare uno specchio d’acqua, ma siamo certi che la versione finale del titolo conterà molte altre possibilità in questo senso. Naturalmente la raccolta di questi poteri non è obbligatoria, oltretutto rallentando il percorso verso il Portale, aprendo a diverse possibilità di completamento dei singoli scenari: si potrà decidere di correre verso il prossimo livello, oppure cercare di soffermarsi e tentare di dominare la natura. Per quanto non vi sia nessun vero scopo in quest’ultimo approccio, è evidente come From Dust sia un titolo dove la sperimentazione ed un po’ di puro intrattenimento saranno necessari per godere appieno della curiosa formula ideata da Chahi, che rischierebbe altrimenti di perdere fascino nel caso si corresse da un’ambientazione all’altra con il solo scopo di finire il prima possibile. In questo senso, l’ambiente naturale proposto dagli sviluppatori si presta alle sperimentazioni, reagendo attivamente alle azioni del giocatore: ad esempio, avvicinare troppo una sfera di lava ad una zona boscosa finirà per provocare un incendio, che si propagherà in maniera realistica finchè non deciderete di spegnerlo versandovi abbondante acqua di mare. I giocatori più interessati al background del titolo potranno inoltre decidere di sbloccare le Memorie della Tribù, ottenibili con la riforestazione dell’arido suolo: una volta attivato un Totem, essa si propagherà in automatico, a patto che ci si occupi di collegare le eventuali isole con strisce di terraferma.

Comparto tecnicoSe dal punto di vista grafico From Dust si presenta già godibile pur in questa versione beta, il vero cuore tecnico della produzione risiede nel motore di simulazione della fisica, capace di cose eccezionali quando si tratta di riprodurre la dinamica dei fluidi: l’acqua si comporta in maniera assolutamente realistica, così come la lava, ed è impossibile non spendere svariati minuti di gioco a sperimentare con il meraviglioso sandbox offerto dagli sviluppatori, creando isole, svuotando bacini d’acqua, erodendo zone con la lava. Tutto risponde in maniera sorprendentemente fluida e naturale, così come molto curati risultano gli effetti massivi legati alle catastrofi naturali, con lo tsunami riprodotto in tutta la sua spaventosa maestosità. La medesima attenzione al dettaglio è riscontrabile nel comparto audio: curiosa innanzitutto l’idea di lasciare i dialoghi dello sciamano della tribù nella lingue originale (probabilmente un dialetto africano), naturalmente accompagnato dai sottotitoli: la particolare inflessione e cadenza del linguaggio aiutano ad immergersi in un’atmosfera del tutto particolare. Ulteriore aiuto in questo senso giunge dalla colonna sonora, interamente realizzata con percussioni tribali, utilizzate anche per sottolineare certi passaggi dell’azione a schermo e nei menu. Nel complesso un ottimo lavoro, perfetto per calarsi in un mondo parallelo credibile e compiuto.

– Gameplay originale

– Simulazione della fisica impressionante

– Contestualizzazione curata

Come tutti i prodotti basati su un’idea geniale, From Dust è un progetto molto affascinante, che tuttavia avrà bisogno di conferme dal punto di vista del puro gameplay. Pur presentandosi già più vario di altre produzioni in parte analoghe (impossibile non pensare a Flower di Jenova Chen), il titolo potrà combattere la ripetitività solo grazie ad un level design estremamente curato e vario. Le basi per un grande successo ci sono tutte, e speriamo in un ulteriore conferma della grande crescita che il mercato arcade sta avendo negli ultimi anni. Rimanete con noi per tutti gli aggiornamenti, come sempre su queste pagine.