Recensione

Forza Motorsport 5

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a cura di Shiryo

Ci sono saghe che, come gli sponsor tecnici sulle carrozzerie delle autovetture da gara, restano incollate ad una console o ad un marchio in formula esclusiva, dandogli un’identità precisa. Forza Motorport, brand indissolubilmente legato a Microsoft, si è sempre imposto come esclusiva di valore, dando a più di un utente la motivazione di acquistare una Xbox 360. L’ultimo capitolo della saga, Forza Motorsport 5, ambisce ad essere una killer-app come in passato anche su Xbox One, con tanto di bundle con una console disponibile già al day one.
I ragazzi di Turn 10 conoscono bene l’importanza di questo gioco, e hanno cercato di metterci un sacco di enfasi. La presentazione delle gare mantiene un forte stampo televisivo, con menu veloci e moderni, intervallati da scene di presentazione del mezzo che andremo a guidare. Si salta di gara in gara ad alto ritmo, accompagnati da una voce femminile doppiata in italiano, e con qualche divertente incursione in lingua originale di Jeremy Clarckson, celebre conduttore della serie televisiva Top Gear. In alcuni casi vengono presentate delle gare molto particolari, in cui i circuiti si riempiono di oggetti. Si tratta di alcuni intermezzi simpatici, introdotti sia per divertire il giocatore che per mostrare l’ottima fisica del gioco su Xbox One, che riesce a gestire decine e decine di oggetti mossi contemporaneamente su schermo, senza alcun calo di frame
Abbiamo speso diverse ore testando più di un’automobile, riuscendo a comprare qualche macchina in modalità carriera e facendoci venire l’acquolina in bocca per qualche modello end-game che non potremo raggiungere se non in lunghe giornate di gioco. Questi bolidi, però, sono presenti nelle modalità libera, che consente sin da subito di mordere l’asfalto con auto superveloci. 
Senza pioggia si va più forte
Passando al gameplay, Forza Motorport 5 rispetta quanto offerto dalla serie anche in questa quinta edizione. La possibilità di regolare gli accurati indicatori relativi ai vari aiuti alla guida, come ABS, freno automatico o assistenza sulle curve, permette di sentirsi piloti provetti anche se si è dei veri negati, e di mettere alla prova le abilità dei più audaci se disattivati del tutto.  Il ritorno del riavvolgimento del tempo per evitare ad errori commessi, completamente disattivabile, è un punto esclamativo in questo senso. Abbiamo affrontato una lunga sessione di gameplay con impostazioni standard prima di iniziare con qualsiasi cambiamento, test che ci hanno confermato impostazioni di default forse troppo generose in termini di aiuti. Un setting personale riuscirà senza dubbio a far trovare la giusta equazione a qualsiasi giocatore, perché il gameplay alla base è solido e funzionale. La simulazione è raffinata, si fa apprezzare sia con aiuti che senza. Si percepisce, semplicemente, la qualità, che viene enfatizzata dal buon controller Xbox One. Lungi dal volerne tessere le lodi ad ogni futuro articolo su un prodotto Microsoft, cogliamo l’occasione di avere per le mani il primo gioco di guida simulativo sulla console, per raccontare quanto perfettamente il form factor del controller, la qualità degli stick, più precisi e con un grip migliorato, ma soprattutto dei grilletti dorsali, solidi, responsivi e forniti di vibrazioni distinte utili a simulare il feedback di cordoli laterali, accelerazione e frenata, siano possibilità tecniche che perfettamente si adattano al genere di guida in generale, e che Forza Motorsport sfrutta nel migliore dei modi.
Ciò che invece Forza Motorsport 5 non introduce, nonostante il nuovo hardware, si riscontra nelle variazioni metereologiche. Anche questo quinto capitolo non presenta effetti di pioggia, neve, vento, né il ciclo giorno notte. L’eventuale presenza di nuvole è legata alla pista scelta. Ad esempio, la pista di Top Gear presenta un cielo coperto, mentre il circuito cittadino di Praga è perennemente baciato dal sole.
Nonostante questo aspetto, a nostro avviso fortemente negativo in un titolo di nuova generazione, la componente tecnica è indubbiamente di qualità eccellente. Il problema è che tale qualità finisce inevitabilmente per danneggiare la quantità. Il titolo esclusivo Microsoft  presenta infatti 200 vetture divise tra cinquanta stimati produttori mondiali, e appena 14 circuiti da affrontare. Siamo enormemente distanti dai numeri di Forza 4, non c’è dubbio, ma è altresì palese che realizzare un autovettura dovendone curare in maniera maniacale esterni ed interni, replicando alla perfezione elementi come la qualità dei materiali, le lancette del tachimetro o persino la tessitura dei sedili deve avere richiesto una quantità enorme di tempo al team di sviluppo. Una coperta corta, il rapporto tra quantità, qualità e tempi di consegna, che il team promette di distendere rilasciando in corso d’opera altri contenuti in forma di DLC, avendo il  giusto tempo per produrli e distribuirli dopo il rilascio.
In quest’ottica, stona la presenza di autovetture scaricabili a pagamento già dal lancio, che sarebbero dovute essere a disposizione sin da subito. Inoltre non mancano varie funzioni a pagamento, quali l’acceleratore di Punti Esperienza, l’accesso a scontistiche in-game o gettoni d’acquisto. Insomma, anche davanti ad un buon titolo come Forza Motorsport 5, c’è il rischio di metter mano al portafoglio, e se questo è giustificabile considerando l’andazzo generale del mercato, lo è di meno per auto che sarebbero potute essere disponibili già da retail.
Piloti tra le nuvole?
Un punto forte del marketing di Microsoft in merito alla sua macchina di nuova generazione, è stato il fantomatico sistema Cloud a disposizione di Xbox One. Miglioramenti prestazionali grazie al computing da remoto, aggiornamenti automatici, bilanciamenti costanti e non solo: tanti bei propositi, che devono però poi trovare riscontro in game, per non deludere le aspettative. Con Forza Motorsport 5 il Cloud viene usato, eccome, grazie ai Drivatar, e la differenza si vede. Dopo ogni gara giocata, nel resoconto finale della stessa abbiamo un momento dedicato allo sviluppo del Drivatar personale, con un semplice indicatore che va riempendosi, sino a completare il suo caricamento nel giro delle prime quattro o cinque gare. Il gioco, a quel punto, avrà raccolto abbastanza dati da generare un’intelligenza artificiale in grado di rispettare il vostro personalissimo stile di gioco, un alter-ego del giocatore in grado di replicare il suo stile di guida. Tale avatar viene condiviso online, e gli altri giocatori possono ritrovarsi a giocare contro una versione virtualizzata di voi stessi. Ovviamente, la presenza di avversari estremamente abili sparsi per il mondo e scaricati dal sistema Drivatar potrebbe complicare la difficoltà di gioco in maniera esponenziale. Non è così: il titolo permette infatti di selezionare il livello di Drivatar che si è disposti ad affrontare. In altre parole, se vorrete giocare contro i Drivatar dei più forti giocatori al mondo, potete farlo selezionando il più alto livello di difficoltà. Abbiamo affrontato più di una gara sfidando Drivatar, e il feedback è assolutamente positivo, sebbene sia ancora troppo presto per poter dire se questo sistema, effettivamente, manterrà la qualità che abbiamo riscontrato durante le nostre prove.
Il lancio di una nuova generazione di console necessita sempre di un titolo capace di stupire per il suo comparto grafico e Forza Motorsport è un testimonial perfetto in questo senso. L’impatto con la nuova generazione si sente già dai primi passi che il titolo ci chiede di fare, camminando virtualmente verso la prima autovettura perfettamente riprodotta. Viene davvero da rallentare il passo, girare intorno al mezzo, apprezzandone i riflessi credibili ed in tempo reale sia sulla carrozzeria che negli interni. Alla guida del bolide il cerchio si chiude: il feeling sui comandi è ottimale, le vibrazioni sul gamepad, distinte per acceleratore e freno sui due tasti dorsali, aiutano nel coinvolgimento, già offerto da piccole chicche estetiche come le mani del pilota riflesse sul lunotto anteriore, i bagliori del sole che ostacolano la visione proprio in fase di sorpasso, o le scintille che produce lo scontro tra sportelli avversari in contrasto a pochi metri da noi. Ottima la resa dei dettagli della pista, come l’erba o la porosità del cemento dei cordoli.
Il luccichio del telaio
In merito al puro comparto estetico e funzionale, si segnala un netto miglioramento di quell’effetto che non pochi giocatori della saga hanno percepito e riconosciuto come un “pattinamento” dell’autovettura, non tanto in termini di guidabilità, ma di pura resa estetica della velocità in rapporto al controllo. Le differenti autovetture sembrano ora più solide e effettivamente appoggiate alla strada, con un pattinamento molto ridotto. La maggior parte del tempo spesa sul titolo l’abbiamo passata utilizzando la visuale dall’interno dell’abitacolo, visuale che più di altre trasmette la reale sensazione del peso dell’autovettura, e che quindi va a mitigare eventuali strascihi di un effetto soggettivamente ancora percepibile.
Nonostante i tanti, determinanti miglioramenti estetici, restano piuttosto limitate le dinamiche legate ai danni. Esteticamente, anche scontri eclatanti danneggiano la carrozzeria solo in parte, senza mai deformarla in maniera importante. Arrivare a fine gara senza un paraurti penzolante, un cofano rialzato o le fiancate ammaccate è quasi impossibile anche solo dopo pochi urti, mentre manca una credibile simulazione di danni gravi o conseguenti ad impatti ad alta velocità.
L’intelligenza artificiale, anche senza Drivatar, è del tutto soddisfacente. Si tratta di un’IA eterogenea, che dà personalità agli avversari, creando compagni più e meno aggressivi, che si spingono fino quasi a cercare di buttarci fuori strada. Dimenticatevi i trenini  di autovetture che lasciano spazio al giocatore per affiancare tutti e guadagnare posizioni: gli avversari sono ora in grado di prendere cautamente le traiettorie, ma anche di lanciarsi verso la curva con frenate dell’ultimo momento.
Concludiamo con una rapida analisi di quanto offerto dall’integrazione di Kinect. Torna la possibilità di guardarsi intorno all’interno dell’abitacolo, inclinando il busto lateralmente, che già come in passato si non si dimostra particolarmente utile al gameplay, ma che aiuta al coinvolgimento.

– 1080p per 60 FPS reali e stabili

– Dettagli curatissimi

– Gameplay migliorato

– La carriera è ancora poco interessante

– Diminuzione netta di auto e tracciati

– L’ombra di microtransazioni e DLC in quantità incombe

8.0

Forza Motorsport 5 si conferma un capitolo capace di mantenere alto il livello del brand. Il comparto simulativo strizza l’occhio ai novizi della guida videoludica con aiuti sostanziosi, ma concede anche livelli di simulazione di altissima raffinatezza, soprattutto se si utilizza un volante. Anche via gamepad, in ogni caso, non mancano varie finezze funzionali, che ancor di più si mostrano sontuosamente nel comparto grafico.

Pur con qualche difetto rintracciabile in una carriera ancora senza mordente e un numero di auto e tracciati troppo limitato, Forza Motorsport 5 giustifica il passaggio alla next gen non solo per mera estetica, ma anche per l’utilizzo del nuovo pad e della migliorata capacità di gestione della fisica che la nuova generazione hardware è in grado di reggere. Nell’ottica di sfruttare al meglio le possibilità della nuova console, una qualche iniziativa in più sul versante Kinect sarebbe stata gradita, e avrebbe potuto fungere da spot pubblicitario per rendere più eclatante il suo miglioramento rispetto alla prima versione. A parte questa nota, Forza Motorsport 5 è indubbiamente uno dei giochi da acquistare al lancio di Xbox One.

Voto Recensione di Forza Motorsport 5 - Recensione


8