Recensione

Devil May Cry 4

Avatar

a cura di Antonello Buzzi

Senior Staff Writer

A distanza di circa tre anni dal terzo capitolo, Dante è finalmente tornato. Inutile spiegare chi sia questo oscuro figuro vestito con un cappotto rosso, armato di un’enorme spada e due pistole. Sin dalla sua prima apparizione nel 2001, il figlio del demone Sparda ha saputo ritagliarsi la propria schiera di fan, pronta, ad ogni nuovo episodio della serie “Devil May Cry”, ad affrontare orde di esseri mostruosi per il bene dell’umanità. Dopo il passo falso costituito dalla seconda iterazione della saga, con DMC3 (soprattutto l’ultima incarnazione Special Edition) si era ritornati ai fasti dettati dall’esordio della serie. Questo Devil May Cry 4 sarà all’altezza del nome che porta?

Dante passa lo scettro a NeroCome già preannunciato dai numerosi trailer rilasciati nei mesi scorsi (senza contare la recente demo sul PlayStation Store), il protagonista di questo Devil May Cry 4 non sarà il carismatico Dante, bensì Nero, un ragazzo che tuttavia assomiglia in modo inequivocabile al nostro eroe. Ci troviamo nella città di Fortuna, governata da una casta conosciuta come “l’ordine della spada”, che venera il cavaliere oscuro Sparda come un Dio e salvatore. Durante una cerimonia tenutasi nella chiesa principale, accade un imprevisto: un misterioso individuo (che noi sappiamo benissimo essere Dante), piomba giù dal soffitto rompendo una finestra e uccide il leader dell’Ordine, così come alcuni “cavalieri sacri” che sono intervenuti per fermarlo. Dopo aver messo in salvo la propria amata, Kyrie, Nero si lancia all’attacco per fermare il suo avversario.Perchè Dante si è comportato in questo modo? Non ci resterà altro che scoprirlo andando avanti nel gioco.

Combattimenti a profusioneInizialmente, dovremo sorbirci l’installazione di gran parte del titolo su hard disk. La procedura dura una ventina di minuti, durante i quali scorreranno a video alcune schermate che riassumono i capitoli precedenti della serie, spiegandone la trama e definendone i protagonisti principali. Vi consiglio di andare a fare altro nel frattempo, visto che già dopo i primi cinque minuti queste schede inizieranno a ripetersi. Ovviamente, è una operazione da svolgersi unicamente al primo avvio per consentire al gioco di fregiarsi di caricamenti praticamente istantanei successivamente. Il menù principale è abbastanza scarno e permette unicamente di avviare una nuova partita, continuarne una salvata oppure accedere alle opzioni. Dopo aver scelto la difficoltà (tra Umano e Acchiappademone), potremo subito catapultarci nell’azione. In seguito alle prime cutscene, che mostreranno i fatti raccontati nel paragrafo precedente, affronteremo direttamente Dante. Questo primo livello rappresenta anche un tutorial per prendere confidenza con i comandi, che tuttavia saranno immediati per tutti coloro che hanno già avuto modo di provare uno dei primi tre capitoli della saga.Nero è armato di una generosa pistola a doppia canna chiamata Blue Rose, accompagnata dalla spada Red Queen, capace di aumentare la propria propria potenza tramite l’Exceed system attivabile con L2. La verà novità è data tuttavia dal braccio destro del ragazzo, il Devil Bringer, in grado di utilizzare i poteri demoniaci per prendere, lanciare e dare poderosi pugni agli avversari. Consente quindi di poter inanellare combo semplicemente, ad esempio, saltando, prendendo un nemico, colpirlo più volte, riprenderlo prima che raggiunga il suolo e così via. Ovviamente con questo sistema sarà anche facile passare da un avversario all’altro. Il braccio sarà inoltre molto utile durante gli scontri contro i boss, dato che rappresenterà il metodo per togliere il maggior quantitativo di energia. Effettuare combo sempre più spettacolari ed efficaci sarà necessario per riuscire ad ottenere una valutazione migliore (da D, Deadly, a SSS, Smokin’ Sick Style) e di conseguenza un numero maggiore di Red Orbs da spendere presso le apposite statue, per acquistare nuove abilità ed oggetti.Oltre ai combattimenti, saranno presenti alcuni enigmi da risolvere per proseguire la nostra avventura, che coinvolgono l’attivazione di appositi interruttori, o lo spostamento di oggetti. Talvolta, dovremo superare alcune sezioni platform, in cui sarà necessario utilizzare l’abilità speciale del Devil Bringer per appenderci a dei globi luminosi per riuscire a passare burroni o elevarsi più in alto all’interno del livello.

…e poi torna DanteDa circa metà gioco, potremo vestire nuovamente i panni di Dante, armato delle sue mitiche pistole Ebony e Ivory, la gigantesca spada Rebellion ed infine il fucile a canne mozze Coyote. Ritroviamo inoltre i quattro stili disponibili in DMC3, quali: Trickster, Sword Master, Gun Slinger e Royal Guard. A differenza del terzo capitolo, sarà possibile intercambiarle in qualsiasi momento tramite una pressione del D-Pad e non saremo quindi costretti a sceglierne una all’inizio di ogni livello. Non mancherà neppure la trasformazione in demone con il Devil Trigger attivabile con L1. Il cambio di personaggio inizialmente sarà un po’ disorientante, vista l’assenza del Devil Bringer di Nero che ci è stato molto utile nei precedenti stage e che consentiva un approccio più offensivo durante gli scontri. Tuttavia, ben presto impareremo ad utilizzare tutti gli stili che il figlio di Sparda mette a disposizione, per creare combo spettacolari e devastanti. A questo, vanno aggiunte tre armi demoniache (Gilgamesh, Lucifer e Pandora) che andranno acquisite durante le nostre scorribande.Davvero deludente il fatto che la parte di Dante si limiti ad un mero backtracking del viaggio fatto sino a quel momento da Nero, obbligandoci quindi a ripercorrere le stesse ambientazioni e, soprattutto, riaffrontare i medesimi nemici e boss. I programmatori avrebbero potuto almeno cercare strade alternative da utilizzare per il nostro eroe, anche utilizzando gli stessi scenari, invece ci ritroveremo solo a riattraversare le stesse identiche aree con cambiamenti davvero minimi. Questo fa comprendere come il ruolo di Dante sia marginale rispetto a Nero, quasi un “contentino” per i fans, ma ciò non giustifica la ripetitività che scaturisce da questa scelta che certamente, nel suo complesso, fa perdere alcuni punti al titolo.

Longevità e affiniLa longevità del titolo nella sua interezza è piuttosto buona. Inizialmente sono disponibili solo due livelli di difficoltà, Umano e Acchiappademone, che corrispondono rispettivamente ai canonici “facile” e “normale”. Anche scegliendo il secondo, il gioco non si rivela mai frustrante come poteva sembrare per alcuni DMC3, e le sfide più complesse da affrontare saranno date dagli scontri con i boss. In generale si può affermare che per completare i 20 livelli proposti non impiegherete più di una dozzina di ore, contando anche quelli bonus da trovare all’interno degli stage. Questi ultimi vi vedranno eliminare ondate di mostri entro un certo tempo limite, o ripetere la stessa azione più volte; se riuscirete a superare le prove verrete ricompensati spesso e volentieri con un frammento di sfera blu per aumentare il massimo livello di energia disponibile. Completando il gioco più volte potrete sbloccare fino a sei livelli di difficoltà, i più alti dei quali si riveleranno davvero tosti; per questo motivo li consigliamo solo a quei giocatori particolarmente bravi o testardi, pena una certa dose di frustrazione che potrebbe portarvi a lanciare il controller verso la TV. Il tutto è completato dalla presenza del “Bloody Palace”, già presente in DMC3, una modalità sulla falsariga del survival, in cui dovremo affrontare e uccidere il più rapidamente possibile varie ondate di nemici. Sono presenti inoltre le opzioni “Filmati”, per rivedere le splendide cutscene; Classifica Generale, che visualizza le classifiche delle missioni completate in ogni modalità; Biblioteca, una sorta di “enciclopedia” di Devil May Cry dove possiamo avere informazioni su oggetti, nemici, armi e quant’altro disponibile all’interno del gioco; ed infine Rete, che permette di confrontare i nostri risultati con quelli dei nostri amici o, più in generale, con i gamers di tutto il mondo.Di carne al fuoco, quindi ce n’è parecchia, tanto da tenerci impegnati per diverse decine di ore per completare il titolo al 100%.

Aspetto TecnicoDal punto di vista grafico, Capcom ha svolto un ottimo lavoro. I personaggi appaiono molto particolareggiati e ricoperti da texture di alta qualità, così come i vari scenari che ci ritroveremo ad attraversare. Un particolare impatto visivo rivestono i vari effetti di luce e particellari che faranno bella mostra di sé, specialmente durante gli scontri contro gli enormi boss. A dir poco spettacolari le cutscene, che mostrano inoltre una buona regia, atta ad enfatizzare le scene più significative con inquadrature più che adeguate. Il tutto, poi, viene mosso fluidamente dall’engine a 60 frames al secondo, quasi un’eccezione nel mondo next-gen che predilige una migliore grafica a fronte di un ottimizzazione a 30 fps. Tuttavia, non è tutto oro quel che luccica. Ogni tanto si può notare qualche texture non all’altezza, mentre nei livelli ambientati nella foresta si può assistere a qualche rallentamento di troppo ed una gestione delle ombre davvero approssimativa, tanto che spesso e volentieri appariranno come blocchi di pixel distinti. Peccato per la scarsa varietà di nemici proposti.Anche al fronte sonoro possiamo muovere ben poche critiche. La colonna sonora si conferma perfettamente integrata alle scene mostrate e il doppiaggio (in inglese, sottotitolato in italiano) è di buona qualità.

– Ottima realizzazione grafica

– Combattimenti in quantità industriale

– Gameplay classico ma ben collaudato

– Level design ripetitivo

– Occasionali rallentamenti

– Gestione delle ombre approssimativa

8.8

Devil May Cry 4 è un degno sequel della serie che conta ormai milioni di fans in tutto il mondo. Seppur l’aggiunta di Nero e delle sue capacità uniche non abbia stravolto più di tanto il gameplay, quello che ci troviamo di fronte è un action game sviluppato a dovere che farà la felicità di tutti gli appassionati del genere. Le uniche pecche che non hanno consentito al titolo di elevarsi a capolavoro, sono da ricercarsi nel level design ripetitivo e nella mancanza di vere e proprie innovazioni, che avrebbero potuto donare aria fresca alla saga, un po’ come è stato fatto dalla stessa Capcom con Resident Evil 4. In ogni caso un acquisto decisamente consigliato a tutti.

Voto Recensione di Devil May Cry 4 - Recensione


8.8