Recensione

Crypt of the Necrodancer

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a cura di Dr Whi7es

Se c’è una cosa che dobbiamo al mondo dei giochi indie, è l’assoluta originalità di alcuni prodotti. Svincolati da qualsiasi obbligo produttivo, molte idee strampalate di un gruppo di nerd si sono trasformate in veri e propri gioiellini videoludici che hanno contribuito non poco al successo di questo mercato alternativo alle grandi major. Crypt of the Necrodancer è proprio uno di questi giochi. 
Immaginatevi la scena: uno sviluppatore al soldo di una grande casa di produzione si presenta nel palazzone del proprio producer e gli parla di un dungeon crawler con meccaniche roguelike, il tutto sotto la veste e il gameplay di un gioco musicale. La risposta del grande produttore, probabilmente, sarebbe stata l’immediata defenestrazione del povero sviluppatore, i cui resti sarebbero stati raccolti dal cofano di un’auto venti piani più in basso. Fortunatamente, la piena indipendenza di Brace Yourself Games ha permesso non solo di salvare gli sviluppatori da un volo di venti piani, ma di fare in modo che questo gioco venisse realizzato e pubblicato su Steam.
Pompo nelle casse
Avete capito bene: Crypt of the Necrodancer è un gioco davvero strano, che mescola i classici elementi e stilemi di un dungeon crawler (l’esplorazione di sotteranei, il movimento a caselle, la presenza di mostri archetipo come lo slime, lo scheletro, lo zombie, il drago, eccetera) a quelli di un roguelike (il farming, la permadeath, le mappe procedurali), incasellando il tutto nelle meccaniche di un rhytm game. Per muoversi e combattere in questo gioco, infatti, è necessario rispettare metodicamente il ritmo di una canzone che scorre in sottofondo e controllare il tutto con le sole frecce direzionali sulla tastiera. Se si perde il ritmo il moltiplicatore del denaro raccolto in gioco scende inesorabilmente, e il personaggio può restare bloccato per qualche istante che, talvolta, può rivelarsi letale. Sia l’eroe che i nemici seguono il ritmo della canzone, e il pattern degli avversari – una volta appreso – deve essere coniugato alla musica. Così, il giocatore è costantemente chiamato a pigiare i tasti a tempo di musica, creando una sinfonia ritmica che combina la musica, il movimento e le azioni dell’eroe e, ovviamente, il ticchettio delle dita sulla propria tastiera.
Il gioco, nella sua assurdità, è tutto qui. Ci sono cinque diversi mondi da esplorare, ognuno dei quali è diviso in tre livelli più un livello boss. Ogni livello è denso di segreti, di armi, magie e oggetti da raccogliere che si rivelano fondamentali per proseguire. Ad ogni morte si è costretti a tornare nell’hub principale e a ricominciare da capo, con la sola presenza di alcune gemme da raccogliere nei livelli che sbloccano gli importanti oggetti trovati nei forzieri. Un po’ di farming è necessario per riuscire a concludere l’avventura, e abbiamo trascorso le prime due o tre ore di gioco a potenziare il nostro personaggio per avere qualche chance in più di superare i livelli. Crypt of the Necrodancer, infatti, è un gioco piuttosto difficile e vi troverete spesso sorpresi dalla difficoltà di alcune fasi di gioco. Ma non vi preoccupate: grazie ai livelli procedurali e al ritmo incalzante della colonna sonora, questo è quel genere di gioco che giocherete e rigiocherete di continuo e che, spesso, innescherà quel perverso meccanismo che vi spinge a provare e riprovare, fino a fare le ore piccole. Nel complesso, avremmo gradito qualche livello in più e qualche modalità extra (rispetto alla fase early access è stato aggiunto solo un nuovo mondo), ma i contenuti si possono ritenere più che buoni.
Oltre alla modalità principale, nel gioco è presente una deliziosa e divertentissima modalità multiplayer locale, una sfida giornaliera con classifiche online e una serie di puzzle che fungono anche da tutorial per le fasi avanzate. Quest’ultima modalità si è rivelata davvero cervellotica e molto più divertente del previsto, ed è un vero peccato che vi siano appena quattro livelli da superare. Infine, è possibile selezionare una pletora di personaggi sbloccabili in game che modificano sensibilmente il gameplay, dando luogo a situazioni davvero assurde e che aggiungono un po’ di pepe alla miscela.
Musica personalizzata, stile retrò
Un aspetto davvero eccellente di Crypt of the Necrodancer è riscontrabile nella possibilità di aggiungere le proprie musiche personali alla miscela. Il gioco, infatti, è in grado di analizzare qualsiasi file MP3, di individuare il beat e di sincronizzarlo con il gameplay. Così, se siete amanti della musica con un buon ritmo, Crypt of the Necrodancer aumenterà ulteriormente il proprio valore consentendovi di giocare sulla musica della vostra libreria personale. Se la vostra musica sale sopra ai 160bpm, fatevi il segno della croce. La colonna sonora originale, in ogni caso, è davvero di qualità eccellente e ci siamo divertiti a mescolare i brani inclusi con qualcosa di personale.
Lo stile grafico del gioco è totalmente retrò. Parliamo di una grafica in 16 bit (o forse dovremmo definirla a 16 beat) con livelli caratteristici e nemici davvero ben realizzati. Non vi sono fronzoli né effetti, ma tutto sommato la resa grafica del gioco è di quelle che divertono.

– Gameplay originalissimo e divertente

– Colonna sonora personalizzabile

– Impegnativo e altamente assuefacente

– Divertente anche in multiplayer

– Meno contenuti del previsto

– Richiesto un po’ di farming per progredire

8.0

Crypt of the Necrodancer è un gioco originalissimo e molto divertente, che ci ha tenuti incollati davanti allo schermo per diverse ore e che ben si presta ad essere giocato e rigiocato, anche per brevi sessioni. La particolarità di questo gioco unita al suo gameplay pressoché unico meritano un plauso, e siamo convinti che questo titolo meriti uno spazio nella vostra libreria. Se il ritmo vi conquista, lasciatevi trascinare.

Voto Recensione di Crypt of the Necrodancer - Recensione


8