Anteprima

Blacksea Odyssey

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a cura di Forla

Il sottobosco indie, vera fucina di idee (alcune buone, altre meno e molte proprio pessime) è come una macchina in continuo fermento che sforna titoli a ritmi allarmanti. Molto spesso risulta difficile districarsi nella giungla di prodotti di studi indipendenti che affollano Greenlight, in modo da non incappare in beceri cloni di titoli già visti centinaia di volte. Mischiare un po’ le carte in tavola risulta un buon espediente per creare degli scenari freschi ma che si avvalgono di solide meccaniche già rodate. Questo è il caso di Blacksea Odyssey, che cerca di rinfrescare un genere vetusto addobbandolo con qualche buona idea presa da titoli più recenti. Imbracciate gli arpioni e spiegate le vele, oggi si va a caccia.
Come Achab ma nello spazio
Blacksea Odyssey è un top-down shooter che pesca a piene mani da vecchi capisaldi del passato come Asteroids, aggiungendo alla ricetta vari “condimenti” moderni. Lo scarno incipit narrativo ci vede protagonisti di un torneo in cui i migliori cacciatori di taglie dell’universo sono chiamati a competere, dimostrando il loro valore sconfiggendo enormi mostri che abitano lo spazio infinito.
Durante la nostra prova della versione alpha abbiamo avuto modo di testare Old Man, primo di cinque personaggi che saranno poi disponibili nella versione definitiva. Il vecchio dalla lunga barba si sposta per lo schermo su di una sorta di tavola da surf a propulsione e ha a disposizione due tipi di attacco: delle lance da scagliare a profusione con il tasto sinistro del mouse e un arpione assegnato invece al tasto destro. La meccanica più originale del gioco è legata all’arpione che, se scagliato in un punto sensibile del nemico, vi rimarrà saldamente ancorato. Premendo nuovamente il tasto adibito è possibile richiamare la fiocina, la quale tornerà da noi spesso estirpando pezzi del nostro avversario. E’ in questo modo infatti che gli sviluppatori hanno deciso che dovremo affrontare le gargantuesche prede che abitano i bui recessi dell’universo: facendole a pezzi poco alla volta. Da questo punto di vista Blacksea Odyssey si accosta grosso modo a titoli come Shadow of the Colossus o, per budget e stile, al più recente Titan Souls. Nelle aree di caccia infatti troveremo anche qualche piccola creatura errante, ma il nodo focale del livello rimane sempre l’eliminazione del boss, il quale si fa notare per dimensioni, conseguente numero di punti vulnerabili e varietà di pattern di attacco. Gli altri piccoli alieni che si incontrano durante il cammino rappresentano perlopiù delle distrazioni durante il combattimento principale e contribuiscono a rendere meno vuota la zona di missione. 
I combattimenti risultano adrenalinici, ma devono essere affrontati con calma e dovuta preparazione. Prima di riuscire ad avere la meglio su uno dei titanici mostri risulta opportuno studiarne le strategie offensive e i punti deboli in modo da sapere a cosa si va incontro. Il gioco infatti ha una difficoltà tarata verso l’alto e basteranno pochi colpi per far finire il  nostro alter ego dritto all’inferno dei cacciatori di taglie. 
Per gli amanti della sofferenza
Come gran parte dei giochi indipendenti di stampo roguelike, anche Blacksea Odyssey non si esime dall’incorporare all’interno della sua formula il permadeth, la generazione procedurale dei livelli e lo spawn casuale dei bonus. In questo caso per “livelli” si intendono le formazioni di cristallo che fluttuano nel buio del cosmo e che avranno il compito di rendere il campo di battaglia differente ad ogni partita. Questi asteroidi di varie forme e dimensioni possono comunque essere trapassati dal nostro mezzo di locomozione utilizzando a dovere il boost, o scalfiti con le lance e l’arpione in modo da creare pertugi attraverso i quali intrufolarsi. Per contro i giganteschi mostri spaziali con cui ci scontriamo sono in grado di solcarli come farebbe un coltello caldo con un panetto di burro, quindi non fateci troppo affidamento. Una volta portato a termine con successo uno scontro è possibile reclamare la taglia sulla testa della creatura e fare incetta dei bonus che il suo cadavere lascerà fluttuare nello spazio, siano essi rune o oggetti ad uso singolo. Le prime forniscono modificatori di attacco per le lance come l’aggiunta di danni elementali, sparo doppio, triplo e così via; oppure per il nostro mezzo aumentandone la velocità, la resistenza e altre caratteristiche. Gli oggetti ad uso singolo invece garantiscono per la maggior parte bonus temporanei, cure o attacchi speciali una tantum. Ognuno di questi bonus viene droppato casualmente, con una percentuale maggiore o minore indicata ad inizio missione, ovviamente a percentuali più favorevoli corrispondono anche potenziamenti dei nostri avversari. Questi fattori randomici concorrono a generare un livello di sfida elevato con il permadeth come ciliegina sulla torta. Alcune partite vanno particolarmente lisce e ci si trasforma in una macchina da guerra in breve tempo, mentre in altre sembra di raccattare solo spazzatura spaziale.

– Livello di sfida elevato

– Boss da studiare accuratamente prima di essere affrontati

Blacksea Odyssey è un gioco indipendente che vi mette di fronte a giganteschi mostri spaziali da fare letteralmente a pezzi con il vostro arpione. Ogni lembo di carne strappato abbassa le capacità offensive del titano e vi porta più vicino a reclamare la vostra taglia. Le meccaniche roguelike promettono ore di ardui scontri e una probabile scomunica dalla vostra confessione religiosa. Se siete amanti del genere e non vi spaventa un po’ di sano gaming hardcore vi consigliamo di tenere d’occhio questo prodotto.