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Snooker 19 Recensione | Voglio essere Ronnie O’Sullivan

Il titolo perfetto per gli appassionati di snooker. O forse no? Scopriamolo con la recensione!

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a cura di Francesco Ursino

Oddio, forse in questo preciso momento non vorremmo essere nei panni di O’Sullivan, eliminato clamorosamente al primo turno del mondiale da tale James Cahill. Ciò non toglie, comunque, che il buon vecchio Ronnie sia uno dei volti di punta di Snooker 19, videogioco che porta alla ribalta l’intero movimento del biliardo di altissimo livello. In questa recensione analizzeremo i punti di forza del titolo Lab42, e parleremo anche delle cose che ci hanno convinto di meno.

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Un titolo per appassionati

Approcciandosi a Snooker 19 la prima impressione è che si tratti di un titolo pensato veramente per chi lo snooker lo segue, ne conosce le dinamiche e soprattutto i personaggi. Sono presenti, infatti, ben 128 giocatori, tutti dotati di foto, biografia e volto ricreato in 3D. Fanno la loro comparsa, inoltre, i 25 maggiori tornei di snooker, oltre che alcuni dei tavoli da gioco più famosi al mondo, come il Crucible di Sheffield.

Parlando delle modalità di gioco, sembra giusto iniziare con il match singolo, che dà modo di scegliere gli sfidanti, il tavolo, il numero di frame e la specialità. A questo proposito, Snooker 19 permette di giocare sia con le regole base dello snooker, ma anche nelle varianti 6 rosse e tiro dopo tiro. Le stesse modalità sono disponibili anche nelle partite online, che vantano inoltre una leaderboard da scalare vincendo tornei ed eventi organizzati periodicamente.

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La modalità regina, in ogni caso, è sicuramente la Carriera. In questo ambito, il giocatore è chiamato a scegliere se impersonare uno dei grandi dello snooker (Higgins, Selby, lo stesso O’Sullivan e via dicendo), oppure prendere il controllo di uno dei tanti giovani che si affacciano sulla scena. Stupisce in positivo la presenza di numerosi partecipanti non solo europei, ma anche asiatici, come il mitico tailandese Akani Songsermsawad, per gli amici Sunny Akani. Scegliendo un giovane, il nostro campito sarà quello di farci strada tra le zone basse dei tabelloni dei vari tornei, e di fare qualche sgarbo a qualche mostro sacro.

Nonostante la completezza di giocatori, campi e competizioni, avremmo preferito di certo una maggiore varietà nelle modalità di gioco. Ad esempio, mancano opzioni banali come quella relativa all’allenamento (ne parleremo meglio nel paragrafo del gameplay). Ancora, iniziare una carriera come astro nascente o grande maestro dello snooker può avere un certo appeal per gli appassionati duri e puri; la mancata possibilità di creare un giocatore da zero, magari con le proprie fattezze, potrebbe però limitare il divertimento di giocatori più casual.

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In buca ad angolo

E veniamo all’analisi del gameplay. Diciamo subito che il quadro complessivo è positivo. La fisica ci è sembrata plausibile e realistica, i giocatori impiegano crocette e accessori nei casi opportuni, e in generale colpire la palla in un modo piuttosto che in un altro dà vita a traiettorie sensate. Quest’ultimo è un particolare fondamentale: nello snooker, infatti, è sì importante mandare in buca quante più palle possibile, ma è altrettanto necessario calcolare dove la biglia bianca si posizionerà dopo aver colpito.

Dal punto di vista pratico, la gestione del tiro si affida a soluzioni classiche. La prima cosa da fare è determinare la traiettoria; in seguito, è necessario selezionare la potenza del tiro, grazie all’apposita barra posizionata alla sinistra dello schermo. In questo ambito, il gioco propone tre modalità di assistenza. Nella prima, la più permissiva, il giocatore riceve indicazioni sia sulla traiettoria della palla colpita, sia sul percorso della biglia bianca. L’indicatore della potenza del tiro, inoltre, è molto preciso, e dà un’indicazione ideale del livello di forza. Le modalità Pro e Master diminuiscono gradualmente gli aiuti grafici, fino ad arrivare all’opzione che non prevede alcun supporto.

Un frame infinito

Le nostre prove sono state basate sulla versione PlayStation 4, e perciò col pad. Dobbiamo dire che in alcune occasioni non siamo stati molto soddisfatti della sensibilità offerta dalle levette analogiche, non tanto in fase di scelta della traiettoria quanto di definizione della potenza del tiro. Questa dinamica ci ha fatto sbagliare non pochi colpi difensivi, che peraltro sembrano essere molto apprezzati dalla IA. In alcuni casi, infatti, abbiamo passato larghi tratti di frame alternandoci con la CPU in colpi di copertura, per fasi di gioco non proprio limpide.

Tutto ciò dipende, forse, anche dall’abilità del nostro sfidante. In Snooker 19, infatti, tutti i giocatori sono catalogati in tre divisioni, relative al loro ranking. I primi venti giocatori al mondo, tra i quali trovano posto i vari Higgins e O’Sullivan, appartengnono alla fascia Pro, e rappresentano la sfida più ostica. Seguono poi i giocatori fino al ranking 60, di livello medio, e infine quelli oltre il livello 60, che in teoria rappresentano la sfida più semplice.

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Sfida che, in effetti, sempre così facile non appare, visto che in più di un’occasione anche i giocatori in teoria più deboli hanno piazzato dei frame quasi perfetti, andando vicini a ripulire il tavolo. La sensazione è che l’unica discriminante tra i giocatori sia non tanto la creatività nei tiri, quanto la presenza di errori più o meno casuali nel corso delle partite. Tutto ciò è ancora più evidente quando si seleziona uno dei tre livelli di difficoltà disponibili.

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Comunque la si veda, Snooker 19 è un gioco che richiede pazienza e abilità. La sua curva di apprendimento è leggermente ripida, e ammettiamo che in alcune occasioni un colpo andato male ci ha fatto perdere la pazienza e venir voglia di lanciare il pad fuori dalla finestra. Se, tutto sommato, questa ci pare anche una cosa buona, è proprio per la difficoltà non banale del gioco che avremmo preferito l’introduzione di una modalità di allenamento, dove provare da soli i nostri colpi.

Anche perché la dinamica dei match, per la stessa natura del gioco, non sarà sempre avvincente. Oltre a una leggera possibilità di accelerare il tempo, il titolo non dà modo di saltare i turni giocati dalla CPU. Per questo motivo, a volte, ci siamo dovuti sorbire interi frame giocati dalla IA, in cui noi non eravamo altro che spettatori (cosa che, se possibile, ci ha innervosito ancora di più).

Le luci della ribalta

Dal punto di vista grafico, Snooker 19 è un gioco che nel complesso regala sensazioni positive. Va fatto un plauso, infatti, alla realizzazione dei volti dei giocatori, quasi sempre rassomiglianti alle proprie controparti reali. Anche le arene appaiono realizzate in maniera discreta. C’è ancora tanto, tanto lavoro da fare sulle animazioni, specie quando i giocatori si producono in tiri dove è necessaria una posa un po’ fuori dal normale, ad esempio con le gambe sul bordo del tavolo.

Va meglio con la rappresentazione di quello che succede sul tavolo. Le biglie sono belle lucide, come uno se le aspetterebbe.  La presentazione ci ha lasciato soddisfatti. I menu sono discretamente eleganti, mentre le inquadrature dal sapore televisivo sono quasi sempre azzeccate. Manca però – ed è un’assenza abbastanza inspiegabile – una telecamera che riprende dall’alto verso il basso, in perpendicolare, il tavolo da gioco. La telecamera libera offerta dal gioco, inoltre, è limitata nei movimenti.

snooker 8Dal punto di vista audio, segnaliamo la presenza della telecronaca in inglese. La quantità di frasi non è molto elevata, e già dopo un paio di match abbiamo iniziato ad ascoltare ripetizioni. Lo stile misurato dei commentatori, però, è quello che si addice alle gare di snooker. Il pubblico, come anticipato, si farà sentire con applausi scroscianti dopo un bel colpo, ma anche con versi di sdegno (e irrisione) dopo errori clamorosi.

Per ultimo, segnaliamo che sulla versione PlayStation 4 abbiamo osservato degli strani rallentamenti nella navigazione dei menu. In particolare, sembra che il gioco impieghi qualche secondo di troppo a caricare le immagini di tavoli e giocatori, ad esempio nelle schermate di scelta delle impostazioni delle partite.

+ Giocatori, tavoli e tornei reali

+ Presentazione discreta in alcuni dettagli

+ Gameplay adeguato…

- …ma ancora da rifinire in certi aspetti

- Poche modalità di gioco

- Qualche incertezza tecnica e grafica

7.0

Snooker 19 è un titolo che getta delle buone basi per quello che, forse, si candida a essere un franchise sportivo a cadenza periodica. Il gameplay è adeguato, sebbene siano presenti alcune disattenzioni. Ancora, alcuni dettagli grafici sono piacevoli e la presenza di numerosi giocatori reali non può che fare la felicità degli appassionati. Per il prezzo a cui viene venduto il titolo, però, ci saremmo aspettati maggiori modalità di gioco, come l’allenamento. Se siete appassionati di questa specialità di biliardo potreste fare vostro il titolo, magari in occasione di un calo di prezzo.

Voto Recensione di Snooker 19 Recensione | Voglio essere Ronnie O’Sullivan - Recensione


7

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Giocatori, tavoli e tornei reali

  • Presentazione discreta in alcuni dettagli

  • Gameplay adeguato…

Contro

  • …ma ancora da rifinire in certi aspetti

  • Poche modalità di gioco

  • Qualche incertezza tecnica e grafica

Commento

Snooker 19 è un titolo che getta delle buone basi per quello che, forse, si candida a essere un franchise sportivo a cadenza periodica. Il gameplay è adeguato, sebbene siano presenti alcune disattenzioni. Ancora, alcuni dettagli grafici sono piacevoli e la presenza di numerosi giocatori reali non può che fare la felicità degli appassionati. Per il prezzo a cui viene venduto il titolo, però, ci saremmo aspettati maggiori modalità di gioco, come l’allenamento. Se siete appassionati di questa specialità di biliardo potreste fare vostro il titolo, magari in occasione di un calo di prezzo.