Recensione

White Knight Chronicles

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a cura di Folken

C’era un tempo non troppo lontano che vedeva noi giocatori occidentali innamorati del particolare modo di fare videogiochi tipico del sol levante, aspettare mesi, se non anni per poter finalmente mettere mano a versioni comprensibili dei nostri giochi preferiti. La next-gen ha tra le altre cose portato un cambiamento importante in tal senso, permettendo l’uscita di ogni titolo se non simultanea, comunque differita di pochi mesi nei tre maggiori mercati mondiali. White Knight Chronicles decisamente non appartiene a questa generazione, e non solo per averci fatto tornare a quei giorni sparendo per più di un anno prima di presentarsi nei nostri negozi di fiducia.

Da grande voglio fare il MMORPGIl titolo, sviluppato da Level-5, si presenta come un gioco di ruolo giapponese in certi aspetti tradizionale, che ha però dalla sua interessanti novità tra cui quella più di spicco è sicuramente una massiccia componente online. L’avvio della prima partita spiazza il giocatore, mettendolo di fronte ad un editor di personaggi ricchissimo di opzioni. Ma questo, come vedremo, è solo il primo dei tanti aspetti che avvicinano il gioco al mondo degli RPG online. Conclusa la prima fase, verrete catapultati in un universo fantasy medievale, popolato da personaggi piuttosto tipici. Il protagonista della storia è Leonard, un ragazzo all’apparenza come tanti altri che per una serie di coincidenze si ritroverà a dover salvare la classica principessa rapita dall’ancora più classico cavaliere pieno di cattive intenzioni, il malvagio Generale Dragias. Nel mezzo, un’armatura magica creata dagli antichi, il White Knight del titolo, vero fattore scatenante degli eventi. A farla da padrone in White Knight Chronicles sono gli stereotipi, ma il problema del plot narrato nel gioco non sono tanto i cliché, quanto piuttosto una sceneggiatura scritta e sviluppata in modo piuttosto superficiale. Fortunatamente una durata dell’avventura al di sotto degli standard permette al prodotto di raccontare le vicende senza allungare il brodo, riuscendo dunque a mantenere alta l’attenzione del giocatore. Il titolo presenta inoltre un ottimo design, che mescola alcuni elementi tipicamente della cultura fantasy del vecchio continente con volti e mostri invece spiccatamente orientali. Tornando al personaggio da voi creato a inizio partita, questo purtroppo non avrà un ruolo nelle vicende, ma più semplicemente fungerà da spalla al protagonista, apparendo a mò di comparsa nelle cut-scene, e farà parte del vostro party.

Una gigantesca armatura per amicaIn White Knight Chronicles vi troverete a condurre Leonard ed i suoi compagni di avventura per vastissime aree da esplorare e villaggi dove fare compere e parlare con innumerevoli NPC. A livello di gameplay la gestione dei personaggi e l’esplorazione, ma soprattutto il sistema di combattimento avvicinano moltissimo il gioco ad un MMORPG. I mostri saranno sempre ben visibili sul campo di battaglia permettendovi quindi di scegliere chi e quando attaccare. Gli scontri sono strutturati a turni, scanditi da un cerchio che vi permetterà di eseguire l’azione desiderata una volta riempitosi. Data la grande quantità di abilità previste dal gioco, gli sviluppatori hanno optato per un menu completamente personalizzabile posto in basso allo schermo, dal quale selezionare la skill desiderata in attesa del proprio turno. Vi è inoltre posto per delle combo, anch’esse personalizzabili, che aumentano il vostro potere distruttivo ed il quantitativo di colpi che riuscirete ad infliggere nello stesso arco temporale. Molto approfondita è la gestione dei personaggi, che dal menu apposito potrete specializzare nel ruolo che preferite sviluppando specifiche abilità. Un grafico circolare vi permette di verificare l’orientamento che state dando ad ogni combattente mentre per controllare il comportamento dei compagni di squadra, potrete selezionare delle voci dall’apposita schermata che li renderà così più propensi all’attacco, alla cura o alla difesa. Il rovescio della medaglia di questo sistema molto denso di opzioni è purtroppo un’interfaccia ed una gestione generale molto macchinosa, che vede nel complesso inventario l’apoteosi. Averne uno separato per ogni personaggio più due depositi comuni, uno per gli item generici e l’altro per l’equipaggiamento, rende il tutto inutilmente scomodo da gestire. Anche il battle system non è esente da difetti. Alcuni dettagli mal rifiniti sono in grado rovinare in parte l’esperienza, come ad esempio la gestione della distanza di attacco. Molto semplicemente, gli attacchi corpo a corpo andranno a segno se sarete vicini al vostro avversario mentre quelli a distanza saranno efficaci solo entro un certo raggio d’azione. I vostri nemici non avranno questo problema, così che potreste morire anche lontani dal mostro dal quale stavate scappando, per un pugno miracolosamente andato a segno da decine di metri di distanza. Superato un certo momento della storia, verrà sbloccato il cavaliere bianco nel quale vi potrete trasformare, a patto di avere sufficienti punti abilità, da utilizzare negli scontri più critici. Purtroppo anche qui una certa disattenzione nello sviluppo rende questa opzione utile, ma non in grado di divertire quanto ci si aspetterebbe. Il ritmo dell’azione infatti non cambierà e gli attacchi che potrete eseguire sono distanti anni luce dalla spettacolarità delle evocazioni dei vari Final Fantasy. Inoltre è impossibile utilizzarlo proficuamente negli scontri contro più nemici, in quanto una volta sconfitto un avversario si ritornerà alla forma normale, costringendoci così ad attendere di riaccumulare tutti i punti abilità prima di poterlo tornare ad utilizzare. Per non parlare di una telecamera che in questi frangenti farà di tutto per mettervi in difficoltà.L’esplorazione delle ambientazioni ci ha lasciati con sensazioni piuttosto contrastanti. Inizialmente si resta stupiti di fronte alle dimensioni e perdersi per gli sterminati scenari è un piacere. Procedendo tuttavia la natura forse troppo intricata delle mappe rende il tutto piuttosto fittizio e riesce a far sembrare le sterminate distese più simili ai labirinti dei GDR di una volta, piuttosto che ad ambientazioni liberamente esplorabili. Non è necessariamente un difetto, ma per alcuni potrebbe risultare frustrante perdere diverse ore alla ricerca della strada giusta da percorre per raggiungere l’uscita di ogni zona. Il titolo è inoltre ricchissimo di oggetti, sotto-quest e personaggi con cui interagire, rendendo così l’esperienza ruolistica decisamente completa e vicina ai gusti di un’utenza più tradizionale.

Arte medievaleGraficamente il titolo Level-5 accosta un design molto piacevole ad una realizzazione tecnica non particolarmente d’impatto. I personaggi sono ben realizzati, così come le varie creature, a tratti veramente bizzarre. Ma ad impressionare positivamente sono le ambientazioni, sterminate durante le esplorazioni di terre selvagge e molto ben dettagliate quando invece vi ritroverete in centri abitati. Purtroppo a livello tecnico si notano numerose texture poco definite ma soprattutto effetti speciali realizzati in modo davvero approssimativo, cosa che durante gli scontri abbassa non poco la soddisfazione. E’ inoltre presente un fastidioso pop-up di mostri ed oggetti, molto evidente durante le fasi esplorative. A dispetto di una trama poco stimolante, le cut-scene sono ben realizzate anche se un po’ di maniera, così come il doppiaggio in inglese ed il resto del comparto audio. Peccato per i sottotioli in italiano, realizzati in modo frettoloso e troppo spesso impreciso. Il completamento dell’avventura richiede all’incirca una trentina di ore, che come di consueto andranno ad aumentare se deciderete di completare ogni missione secondaria.

JMMORPG?Il titolo Level-5 presenta una completa modalità online, denominata Georama, nella quale la particolare impostazione donata al gioco trova la sua giusta collocazione. Accedendo dai piloni sparsi per le mappe di gioco adibiti al salvataggio della partita, entrerete in una sezione del gioco che potremmo definire come una versione ridotta di un MMORPG. Infatti, da qui avrete la possibilità di incontrarvi con altri tre avventurieri con i quali condividere le varie quest sbloccate durante la campagna singolo giocatore. Nell’anno intercorso tra l’uscita giapponese e quella occidentale, ha permesso agli sviluppatori di includere nuove funzionalità come la chat vocale o la possibilità di creare e personalizzare le proprie città nelle quali invitare amici e persino personaggi non giocanti estrapolati dall’avventura principale. Purtroppo si sente la mancanza di un qualcosa che leghi le varie missioni, risultando a conti fanti in un insieme di compiti da portare a termine, divertenti ed appaganti, ma alla lunga ripetitivi.

– Mondo fantasy medievale accattivante

– Sistema di combattimento profondo e dettagliato

– Tante idee interessanti…

– Graficamente ancora gradevole…

– Trama e personaggi scontati

– Gameplay “spigoloso”

– …ma mal implementate

– …ma tecnicamente deludente

7.0

Il ritardo accumulato nel giungere sul nostro continente avrebbe dovuto essere speso dai Level-5 per smussare i numerosi spigoli presenti nella propria produzione. Purtroppo, per quanto riguarda la parte singolo giocatore, ciò non è accaduto ed il risultato è un JRPG comunque piacevole, ma molto lontano dalla qualità a cui gli sviluppatori giapponesi ci hanno abituato. La speranza è che tutte le buone idee introdotte con questo primo capitolo, come l’avatar o anche lo stesso White Knight, per non parlare della modalità multiplayer, ben implementata ma poco concludente, trovino il giusto riconoscimento in una migliore implementazione nel prossimo episodio. I più tenaci troveranno comunque un prodotto soddisfacente, grazie al vastissimo mondo che White Knight Chronicles mette a disposizione e al completo sistema di evoluzione dei personaggi, uniti ad un aspetto estetico non perfetto, ma decisamente accattivante.

Voto Recensione di White Knight Chronicles - Recensione


7