Lo sciopero degli attori vocali nei videogiochi è ufficialmente finito. Dopo quasi un anno di trattative, SAG-AFTRA ha ratificato un nuovo contratto con il 95% dei voti favorevoli, mettendo così fine a una delle battaglie sindacali più lunghe e delicate dell’industria videoludica.
L’accordo coinvolge colossi come Activision, Insomniac ed EA, ed entra in vigore con effetto immediato.
Il nodo centrale della trattativa era l’utilizzo dell’intelligenza artificiale e delle cosiddette “repliche digitali”, ossia versioni sintetiche della voce o dell’aspetto degli attori.
Da oggi, ogni uso dovrà essere autorizzato esplicitamente dagli interpreti, con dettagli precisi sul contesto in cui il loro volto o la loro voce saranno impiegati, come il genere del progetto, la presenza di contenuti violenti o sessuali, e se si tratterà di un ruolo ricorrente.
È stato inoltre riconosciuto agli attori il diritto di sospendere il proprio consenso in caso di nuovo sciopero, in modo da impedire l’uso automatico delle loro repliche anche durante le proteste.
Non mancano tutele più concrete e immediate: gli attori riceveranno compensi più alti, incluse tariffe per straordinari, e non potranno più essere chiamati a sostenere prove pericolose o fisicamente stressanti senza la presenza di personale medico. Il contratto vieta esplicitamente anche richieste di stunt rischiosi durante le audizioni.
Una clausola piuttosto inquietante è quella che riguarda l’utilizzo postumo delle repliche digitali. Se un attore ha dato il proprio consenso in vita, questo continuerà a essere valido anche dopo la morte, salvo indicazioni contrarie.
In caso non sia possibile contattare gli eredi, sarà direttamente il sindacato a decidere. È un dettaglio che può far sorridere o rabbrividire, ma che riflette la direzione in cui si sta muovendo il settore.
Il nuovo accordo rappresenta un successo importante per i lavoratori, ma non mancano le critiche. Alcuni attori, come Elias Toufexis, si sono lamentati della mancanza di consultazione durante la stesura dell’accordo sull’IA, sostenendo di non essere mai stati coinvolti nonostante l’importanza della questione.
E c’è anche chi accusa il sindacato di aver prolungato inutilmente le trattative, danneggiando lavoratori che per mesi non hanno potuto lavorare.
Resta comunque il fatto che, per la prima volta, gli attori hanno ottenuto strumenti legali per difendere la propria voce anche in un mondo dominato dagli algoritmi.
O, come ha scritto Chris Kerr di Game Developer, adesso hanno persino il potere di mandare in sciopero le loro repliche digitali. E in effetti, l’idea di una IA che incrocia le braccia perché il suo originale umano lo ha deciso è un’immagine che definisce perfettamente il futuro strano — ma sempre più concreto — del videogioco.
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