Secondo recenti studi sull’utenza di internauti italiani, risulta che la fruizione di materiale pornografico sia particolarmente diffusa, così come la pratica del sexting. A tal proposito il sessuologo dr. Mario bini, direttore del Centro riproduzione e del Centro dell’Osservatorio nazionale sull’identità di genere presso l’ospedale Niguarda di Milano terrà una conferenza il prossimo 21 e 22 settembre per discutere dell’argomento.Stando alle sue parole “Il 74% degli adolescenti maschi e il 37% delle femmine ricorre al web per fare sesso, vedere sesso, sapere tutto sul sesso o cercare un partner“. Il motivo sarebbe da ricercare prevalentemente nella diffusione di contenuti gratuiti di questo tipo presenti sul web. ““Esistono circa 2 miliardi di siti pornografici. Una possibilità di scelta infinita di immagini, che può provocare nel giovane evidenti ripercussioni sulla sessualità e in particolare sul rapporto di fedeltà al partner. Infatti, proprio per quest’ampia disponibilità, diversamente da quanto avveniva ai nostri tempi si crea un rapporto con le immagini e l’immaginazione instabile: non si è fedeli al partner fantasma, lo si sarà probabilmente meno anche con il partner reale”.Tutto ciò è causa dell’età prematura a cui avvengono i rapporti sessuali, e se all’inizio degli anni ’90 circa il 60% degli adolescenti sperimentava il primo rapporto, oggi la percentuale appare parecchio più alta.Preoccupa in particolare il fenomeno del sexting, ovvero l’invio tramite mail o MMS di fotografie e video della propria persona a carattere sessuale, pratica parecchio diffusa via chat e nei siti di incontri. Si stima che una persona su cinque abbia mandato immagini di questo tipo, mentre quasi una su due ne abbia ricevute.