FIFA 19, non solo Champions: la prova della demo

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a cura di Paolo Sirio

La liturgia annuale procede spedita e vede nel lancio della demo uno dei suoi ultimissimi step. FIFA 19 è ormai ad un passo dall’uscita di fine settembre e, nell’attesa, abbiamo potuto goderci una sostanziosa versione dimostrativa su cui mettere le mani per avere un assaggio del nuovo gameplay, dell’utilizzo della licenza ufficiale UEFA per la Champions League e del terzo capitolo della modalità storia “Il Viaggio”. FIFA 18 è stato un capitolo polarizzante, forse più del solito, e il fatto che la demo dell’iterazione sia stata attesa a livelli astronomici – tali da mandare in tilt il PlayStation Store – non fa altro che restituirci la sensazione di una serie con qualcosa da dimostrare alla propria utenza. Non avremo la pretesa di fornirvi un giudizio completo, per quello aspettiamo pazientemente la recensione dei prossimi giorni, ma è chiaro che nel nostro playtest abbiamo messo alla prova il gioco sui punti critici evidenziati la passata stagione.

Per cominciare: il discorso dei portieri e dei pali. Ricorderete che in F18 capita spessissimo che le partite finiscano con punteggi tennistici, sia per una leggerezza eccessiva delle retroguardie che (soprattutto) per un comportamento in adeguato degli estremi difensori, al punto da richiedere una patch poco dopo la release ufficiale per provare, senza troppo successo, a dargli una sistemata. Ancora, un aspetto curioso è la frequenza con cui si colpiscono i legni, anch’essi vicini alla decina per ogni incontro. Precisiamo subito che entrambe queste “falle” emergono maggiormente quando si gioca online contro altri utenti e l’agonismo sale alle stelle, e che il multiplayer non è disponibile in questa demo, per cui possiamo solo teorizzare sulla base del gameplay solitario al livello Leggendario se vi sia stato un cambio di marcia e, se sì, di quali dimensioni. Ebbene, l’impressione che abbiamo avuto nelle ore dedicate alla demo è che la base di partenza sia proprio quella post-patch di FIFA 18, sicuramente con una maggiore reattività ma senza introduzioni in termini di animazioni né un incremento dell’”intelligenza”; sembra che, anziché lavorare sui portieri in sé, ci sia stata una concentrazione sulla meccanica di tiro, resa in effetti meno prevedibile e abbastanza complicata da gestire in una fase iniziale, specie per quanto riguarda i tiri da fuori area. Al netto di ciò, ci è successo di prendere reti con calci di prima dal limite dell’area, forti e secchi, su cui i vari Szczesny, Buffon, Courtouis e soci non appaiono molto preparati, segno che centrando la nuova meccanica della finalizzazione a tempo si lascia loro ben poco scampo. Lo stesso dicasi dei tiri a giro e dei pallonetti, circostanze (quest’ultima forse un po’ di più) nelle quali tornano a galla le difficoltà croniche della serie. Sui pali invece riscontriamo una sensibile diminuzione: pur con partite da appena quattro minuti, nella nostra prova su strada ne abbiamo colto soltanto uno e subiti due, quindi da questo punto di vista sembra che EA Sports abbia ridotto questo fenomeno quasi macchiettistico riscontrato nella precedente gestione.

Cogliendo la palla al balzo, possiamo parlare della Finalizzazione a tempo, un nuovo sistema opzionale per i giocatori desiderosi di avere un tiro più preciso. Si tratta di una meccanica che pone una barra del tiro aggiuntiva una volta superato il primo caricamento: fermare l’asticella troppo a sinistra comporta una conclusione fiacca, ai limiti del liscio, mentre sforare a destra comporta una sparata alta in stile Sergio Ramos. È una meccanica che va testata più approfonditamente e digerita sul lungo termine per capire se avrà davvero un futuro nel titolo e nel franchise, ma possiamo anticiparvi che in questa versione preliminare non abbiamo sentito l’esigenza di adoperarla troppo, principalmente perché non siamo troppo amanti del tiro da fuori se non in occasioni ghiottissime. Fatto sta che lo sviluppatore canadese ha pensato di ritoccare il funzionamento del trainer, l’assistente visivo, per permettere ai neofiti di questa feature di avere un aiuto concreto nell’utilizzo e di assimilarla più rapidamente. Ora, i giocatori hanno la possibilità di personalizzare in ogni minimo particolare le istruzioni che vogliono visualizzare sul campo in un apposito menu, fino a lasciare soltanto la barra della Finalizzazione a tempo… o quasi: una minuzia che non ci è piaciuta è l’impossibilità di rimuovere l’indicatore di direzione del passaggio o del tiro, che “sporca” l’immagine quando si sceglie di lasciare soltanto la barra addizionale della conclusione.

Altra novità sono i Piani di gioco. Negli anni passati, in base al risultato o semplicemente alla propria preferenza, era possibile cambiare l’atteggiamento della squadra sul rettangolo verde, passando da una disposizione equilibrata ad una difensiva od offensiva in corso d’opera. Electronic Arts ha pensato stavolta di dare una maggiore organicità a questo cambio, permettendo agli utenti di selezionare prima della partita a cosa debba corrispondere ciascun atteggiamento in termini di modulo ed istruzioni. Adesso possiamo stabilire, ad esempio, che ultra offensiva dovrà comportare l’approdo ad un 4-2-4 o che difensiva ci vedrà schierarci con una difesa a 3 e un centrocampo più folto; oppure potremo stabilire di partire direttamente con un posizionamento offensivo dei nostri per poi passare ad uno equilibrato dopo aver segnato una rete, e così via. Presumibilmente per non avere troppe opzioni da gestire è stato rimosso il “tutti in attacco”, la funzionalità che consentiva di mandare il difensore centrale tra le punte nelle situazioni disperate dei minuti finali. Indubbiamente il feeling è quello di un maggiore controllo su quanto succede “on the pitch”, non soltanto prima che l’incontro parta ma anche, e soprattutto, nelle sue fasi più concitate, dove c’è poco tempo per ragionare e poco fosforo per farlo in maniera lucida.

Non abbiamo finito qui con le impressioni. Palla al piede, complice il fatto che le squadre a disposizione nella demo sono tutte di livello alto o altissimo, abbiamo avuto la sensazione di poter giocare di più e meglio nello stretto rispetto a FIFA 18. C’è una resa migliore in particolare dei calciatori con baricentro basso sia quando corrono e fraseggiano, sia quando usano il doppio passo, che è stato visibilmente ritoccato per rispecchiare il leggero ma pacifico cambiamento subito da questa finta di ronaldiana memoria nel corso del tempo. Buone notizie arrivano dal reparto difensivo, dove terzini e soprattutto centrali hanno una resa credibile dell’elevazione e della capacità di salto in base al relativo parametro, e possono far valere il fisico pure quando sembrano verticalmente in ritardo. Vale quindi sempre la pena provare a saltare, appiattendosi all’attaccante per sbilanciarlo o portarlo fuori traiettoria quanto basta.

Altra magagna dell’ultimo capitolo è l’ulteriore innalzamento del ritmo delle azioni. Lo abbiamo già osservato, in FIFA 19 l’idea sembra essere stata rendere il gioco nello stretto più appagante e proficuo, evidentemente come modo per evitare che il tappeto verde si trasformi ancora una volta in un flipper che veda di continuo lanci alle ali velocissime di turno e relative corse forsennate. Chiaramente, l’efficacia di questa misura dipenderà sempre dal modo in cui voi e i vostri avversari decidere di giocare, dagli interpreti in campo e così via, ma – a maggior ragione dopo aver provato a lungo anche PES 2019 – siamo giunti alla considerazione che al franchise di EA manchi, più che un rallentamento generale, un ritmo più cadenzato: con tutti i suoi difetti, il calcio di Konami identifica diverse fasi nella stessa partita (una in cui le squadre prendono fiato, una in cui quella di casa spadroneggia, una in cui quella in trasferta si riprende e va all’assalto tambureggiante, ecc.) e il risultato è che il match appare più lungo e meno concentrato; questo a FIFA manca completamente, perché dall’inizio alla fine le partite sono un flusso unico dove nel giro di pochi istanti dall’attacco alla difesa e viceversa. A giudicare dalla demo, la release 19 non pare cambiare le carte in tavola.

Allo stesso modo, Il Viaggio, la modalità storia della serie, non cambia le sue carte in tavola – al più, le rimescola. Com’è noto, Il Viaggio: Campioni avrà tre protagonisti differenti, tutti già conosciuti nelle prime due annate, ma in questa versione dimostrativa EA Sports non ha voluto giocarsi i propri assi nella manica e ha concesso la possibilità di provare esclusivamente Alex Hunter, il personaggio con il quale abbiamo ormai familiarità. C’è una certa curiosità intorno alla modalità visto che Hunter è passato al Real Madrid, con tanto di battage promozionale sui social ufficiali del club campione in carica in Champions League, e nel piano originale avrebbe dovuto affiancarsi a Cristiano Ronaldo, l’uomo immagine passato in estate alla Juventus. Vi anticipiamo che nella demo Hunter si ritrova nello spogliatoio delle Merengues e si guarda intorno scrutando le magliette delle stelle che lo “abitano”, ed in quel frangente abbiamo avuto la sensazione – quando l’inquadratura si fissa sulla camiseta del capitano Sergio Ramos – che CR7 avrebbe dovuto avere un ruolo nella scena, che fosse soltanto attraverso la sua maglietta o con una comparsata e relativo dialogo. Frangente che presumiamo sia stato sforbiciato in seguito all’inatteso trasferimento estivo ai bianconeri. Nella storia, in ogni caso, il talento inglese è chiamato a fare il proprio debutto in Champions League al Santiago Bernabeu, subentrando a Karim Benzema ad inizio secondo tempo contro il Manchester United. Ritorna all’ingresso la tabella con gli obiettivi prefissati, un 8.5 come valutazione, 10 passaggi e una vittoria, e parimenti riecco il sistema di dialogo ad albero con tre tipologie di scelta che non ha subito ritocchi di sorta. Il momento FIFA Street della scorsa edizione è rimpiazzato da un torello-prova di abilità nello spogliatoio del Bernabeu con i vari Modric, Kroos e compagnia cantanti; qualcosa per cui pagheremmo oro nella vita reale ma che nella sua fugacità non lascia particolarmente impressionati nel virtuale.

In chiusura, diamo uno sguardo rapido all’aspetto grafico. La demo consente di giocare soltanto allo stadio Bernabeu e al Metropolitano di sera, quindi si tratterà di un parere assolutamente parziale. Da quanto abbiamo potuto apprezzare sulla versione PC, si riscontrano miglioramenti importanti sui volti e sull’illuminazione, con quest’ultima che permette di avere una resa più realistica dei movimenti e dei calciatori nelle scene d’intermezzo (con una sensazione molto vicina a quella delle cut-scene di Pro Evolution Soccer). Il punto della spettacolarità è molto curato, prevedibilmente, sia per quanto riguarda l’audio – con cori assordanti per le squadre di casa – che per il video, con vere e proprie coreografie sugli spalti come quella di Del Piero che vi mostriamo in alto. Il pubblico è molto più definito e vario, e abbiamo scorto anche espressioni facciali più curate tra i calciatori, con sorrisi a fine partita tra i vincitori (ci ha colpito quello di Bonucci, praticamente identico nell’espressione rispetto alla controparte reale). Il contro del ritocco all’illuminazione sembra per il momento un effetto “luccicanza” tra i calciatori, un ritorno a ben vedere per la serie, vicino al debutto nella generazione Xbox 360/PS3 se non a quei livelli quasi patologici. Quanto alla Champions, qui abbiamo notato dei font per formazioni e nomi non esaltanti (non sappiamo se saranno questi nella nuova edizione della coppa, dal momento che non è ancora iniziata, o c’è un’effettiva carenza di fedeltà). La presentazione a livello musicale e scenico è risultata un po’ frettolosa, com’è tipico di FIFA. Abbiamo però potuto provare soltanto una partita dei gironi, per cui la manopola della tensione, del tifo e della concentrazione sui dettagli visivi potrà alzarsi ulteriormente nella versione finale.

Lo spettacolo della Champions

Più libertà nello stretto

Strategie in corso d’opera meno casuali

Con la demo ora disponibile, i giocatori hanno potuto toccare con mano di FIFA 19 in vista del lancio di fine settembre. Le novità non sono moltissime ma funzionali, e con un impatto sul comfort dell’esperienza e sulla sua spettacolarizzazione, sebbene a questo primo sguardo veloce non rivoluzionino il lavoro svolto sulla precedente iterazione né abbiano l’ardire di provare a farlo. A voi la parola, adesso: che ne dite di questa versione dimostrativa, aspettando il day one?