Un nuovo gioco dedicato a Dragonball. Rileggete per benino la parola “nuovo”. N-U-O-V-O. Perché parliamo di una serie che passa alla televisione ogni santissimo anno (anche due volte), che ancora sforna film per il grande schermo saltuariamente, e che ad ogni capodanno rifà capolino tra gli annunci videoludici con un picchiaduro, un action, o persino un passatempo mobile. La saga inventata da Akira Toriyama ha cambiato per sempre i manga, è eterna, immortale, e dopo tutto questo tempo… ha rotto pure un pochino gli zebedei. Eppure i Dimps pare abbiano finalmente trovato il coraggio di tirar fuori un gioco diverso dal solito con Dragonball Xenoverse, di cui recentemente abbiamo testato una build a Milano.
Picchiaduro? Sì. Con i personaggi storici? Pure. Ma in grado finalmente di stravolgere un po’ un universo che ormai conosciamo tutti come il palmo della nostra mano. Una tale qualità lo rende automaticamente un titolo da tenere d’occhio per chi ancora ama Goku e compagnia, non credete?
Stronger than the strongest
La rivoluzione la si vede subito a partire dalla trama. In Xenoverse viene infatti sfruttato un espediente esplorato solo in parte dal buon Toriyama che rappresenta forse la scelta più furba per svecchiare a modo le cose, ovvero quello dei viaggi temporali. Per chi non lo sapesse, nell’universo di Dragonball un viaggio nel tempo porta alla creazione di una dimensione alternativa, ove gli eventi possono svolgersi in modo completamente diverso rispetto alla storyline originale. Stavolta un misterioso scienziato di nome Towa, accompagnato dalla potente androide Mira, decide di cambiare la storia, intervenendo direttamente negli eventi principali della cronologia di Dragonball in modo che gli eroi abbiano la peggio durante gli scontri più importanti per la salvezza della terra. Preso dalla disperazione, Trunks fa l’unica cosa sensata, chiede al drago di dare vita a un nuovo eroe capace di sorpassare Goku e compagnia per ristabilire l’equilibrio. Voi siete quell’eroe.
Da qui le possibilità sono praticamente infinite, quindi i Dimps non si sono fatti pregare e hanno deciso di offrire al giocatore praticamente tutte le razze più note della saga insieme a un gran numero di opzioni di personalizzazione per la creazione del proprio eroico alter ego. Deciso l’aspetto del personaggio potrete inoltre dedicarvi al suo sviluppo, considerando che il titolo ha forti elementi gdr e inizialmente non sarete molto pericolosi, dovendo imparare skill e migliorare le vostre statistiche. In vostro aiuto verranno ovviamente i personaggi più noti dell’epica di Toriyama, grazie a un singolare sistema di maestri che vi permetterà di imparare mosse iconiche e di venir supportati attivamente dal vostro mentore negli scontri della campagna, ma non finisce qui. La storia principale può venir infatti lasciata da parte per dedicarsi a combattimenti contro l’intelligenza artificiale o uno dei vostri amici, o ancora al torneo mondiale di arti marziali online, con tanto di classifiche globali.
Dubbiosi sulle possibilità di bilanciamento abbiamo chiesto ai Dimps delucidazioni sulla parte competitiva del gioco. Fortunatamente ci è stata confermata la presenza di un matchmaking ben calcolato, per impedire a giocatori di alto livello di scontrarsi contro dei novellini. Difficile dire al momento se funzionerà a dovere, ma la sua esistenza è di per sé un’ottima notizia.
Incuriositi dalle molte novità, ci siamo buttati sulla prova diretta, breve ma comunque sufficiente a cogliere le basi del titolo. Il sistema è il solito con targeting fisso dei personaggi (alla Budokai, per intenderci), proiettili rapidi dalla distanza, combattenti in volo, combinazioni ravvicinate e schivate a teletrasporto. Funziona, anche in virtù della velocità di movimento dei personaggi durante gli scatti aerei, di un’interessante barra della guardia che può essere spezzata con attacchi secchi se si sta troppo sulla difensiva (diversamente dall’ultimo titolo dedicato al marchio, grazie al cielo), e di un ulteriore indicatore del Ki che permette di mantenere la trasformazione in Super Saiyan o di usare possenti attacchi speciali. Un trigger dorsale assicura inoltre di variare gli attacchi o chiudere con forza le combinazioni usando abilità note come la Galick Gun di Vegeta o l’immancabile Kamehameha di Goku.
Ci sono anche dei problemi, più che altro dovuti a un po’ di legnosità nei movimenti e al fatto che le combinazioni mantengono il targeting una volta partite, costringendo a calcolare le distanze perfettamente per colpire, ma in quei pochi match fatti ci siamo divertiti.
Tecnicamente il gioco vanta animazioni facciali migliorate e personaggi resi ottimamente in Cel Shading, ma le ambientazioni ci sono parse ancora molto spoglie, probabilmente a causa della natura cross gen del prodotto. Molto curioso l’inserimento di un hub online, visitabile da 300 persone contemporaneamente, che permette di comunicare con frasi fatte e pose plastiche. E se ve lo state chiedendo la risposta è sì, le pose della squadra Ginyu ci sono tutte. Avremmo preferito una chat vocale, o perlomeno la possibilità di scrivere liberamente, ma dobbiamo ammettere che conversare a forza di pose ha un suo fascino malato.
Dragonball Xenoverse arriverà infine il 13 febbraio su tutte le console dell’attuale e vecchia generazione, mentre su pc sarà necessario aspettare il 17 dello stesso mese. Per i collezionisti non mancherà una collector edition con steelbox e action figure di Trunks.
– Premessa brillante che permette di trasformare la storyline che tutti conoscono
– Ricco di potenziale online
Dragonball Xenoverse sembra aver le carte in regola per ridare un po’ di brio all’universo di Toriyama in campo videoludico. Una premessa estremamente furba, un combat system accessibile ma apparentemente ben calcolato, e una componente online potenzialmente appassionante sono tutti elementi da non sottovalutare. Che sia la volta buona per un ritorno in grande stile della serie tra i videogiochi? Alzate le braccia al cielo e sperate insieme a noi.