Recensione

Wasteland 2 Director's Cut

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Poco più di dodici mesi fa, qui sulle pagine di Spaziogames.it, vi raccontavo, con grande piacere, di un gioco di ruolo profondo, sfaccettato, dotato di un combat system stimolante e capace di offrire un’ “esperienza di gioco totalizzante”, giusto per usare le stesse parole di cui mi servii in quella circostanza.Oggi sono qui a fare una lista delle numerose aggiunte che inXile ha fatto alla propria creatura, in modo da abbellirla ed arricchirla per il suo debutto sul mercato console: per l’occasione, Wasteland 2 ha anche guadagnato il titolo di Director’s Cut

Arizona dreamingDei comparti del prodotto, da quello tecnico al gameplay, quello narrativo è andato incontro al minor numero di cambiamenti, visto che l’aggiunta di nuovi personaggi non giocabili, sparsi per la mappa, si concretizza solamente in un paio di missioni secondarie e qualche nuova linea di dialogo, senza impattare significativamente sulla storia, che pertanto ricalca quella della versione PC.Recluta dei Desert Ranger, l’unica organizzazione che prova a mantenere l’ordine nel Midwest americano devastato dalla guerra nucleare, il giocatore sarà sotto il comando del generale Vargas, che ha mantenuto lo stesso, ottimo doppiatore della precedente versione e anche lo stesso carisma: ogni comunicazione radio, ogni ordine impartito, ogni consiglio paterno risulteranno credibili e coerenti con l’universo che Fargo e compagni hanno messo in piedi.Come tutti i giochi di ruolo che offrono grande libertà al giocatore, tanto in termini esplorativi quanto di scelta su quali quest portare a termine ed in quale modo, l’intreccio in sé non rappresenta il vero asso nella manica di questa Director’s Cut, che ammalia piuttosto il giocatore calandolo in una realtà credibile, in cui le scelte compiute portano a conseguenze tangibili già a partire dalla prima missione.Quando uno spostamento anche di pochi km può terminare in un’imboscata letale o in una quest secondaria particolarmente azzeccata, piuttosto che nel reclutamento di un nuovo compagno di viaggio, la vera molla diventa il senso della scoperta.L’aumento esponenziale delle linee di dialogo doppiate (sulla cui qualità ci esprimeremo nella sezione dedicata al reparto tecnico) viene incontro al pubblico console, teoricamente meno incline a leggere pagine e pagine di testo, e risulta una scelta coerente per riuscire a sfondare anche su un mercato relativamente vergine come quello che attiene a PS4 e Xbox One.

Crescendo rossinianoAlla relativa immobilità a livello narrativo fanno da contraltare aggiunte notevoli tanto a livello di gioco quanto a livello tecnico, con queste ultime assolute protagoniste della scena.In un crescendo rossiniano, soffermiamoci quindi sul gameplay: l’ossatura di base è rimasta invariata, con un sistema di combattimento a turni di stampo tattico, così popolare su piattaforma PC e assai meno frequente su console, dove si predilige, generalmente, il tempo reale.L’esplorazione ha ancora un peso determinante nell’economia di gioco, e l’utente non viene imbrigliato in alcun modo: la gran parte della mappa è disponibile da subito, ma la curiosità eccessiva potrebbe uccidere il gatto, visto che le imboscate sono all’ordine del giorno e i nemici non si impietosiranno dinanzi ad un party di basso livello.Le modifiche più sostanziali riguardano tre aspetti: l’interfaccia, l’introduzione di perk e manie e la possibilità di mirare alle diverse parti del corpo dei nemici, sullo stile dei recenti Fallout, di cui, ricordiamolo ancora una volta, la serie di Wasteland rappresenta il padre spirituale.I perk e le manie sono, rispettivamente, dei bonus e dei malus extra che vanno a caratterizzare ulteriormente i personaggi del nostro party, determinandone il comportamento in certi frangenti (un membro del party con la fobia degli insetti difficilmente risulterà utile in un combattimento contro enormi scarafaggi radioattivi) e aggiungendo ulteriori variabili ai combattimenti, già latori di un livello di complessità non indifferente.Questa introduzione testimonia l’attenzione di inXile nei confronti del pubblico e dei suoi feedback, visto che, in occasione del lancio della versione PC, una delle critiche più ricorrenti era stata quella relativa alla scarsa caratterizzazione dei personaggi, che, creati con l’editor del gioco, peccavano, in effetti, di tratti caratteristici che li distinguessero in maniera peculiare.L’interfaccia, dal canto suo, è stata riorganizzata con una ruota circolare, con una soluzione già adottata da molti altri titoli portati da tastiera a pad, e con risultati più che soddisfacenti: se l’appassionato proveniente da PC sentirà la mancanza di qualche scorciatoia, l’utente medio PS4 (la versione da me testata per questa recensione) troverà in pochi minuti il bandolo della matassa.Menzione d’onore anche per la possibilità di mirare a parti specifiche del corpo dei nemici, al prezzo di un decremento nella percentuale di riuscita del colpo: è stupefacente come questa semplice feature aggiunga ulteriore profondità strategica ad ogni scontro, soprattutto a quelli più tesi e difficili.

Unity 5Ed eccoci giunti al maquillage tecnico, consistente anche se non sconvolgente: il passaggio dalla versione 4.5 alla 5 del motore Unity ha giovato al gioco in termini di definizione, aumento dei dettagli a schermo, numero e gamma di colori e animazioni, ma anche in tanti altri aspetti, tra cui spicca il sistema di illuminazione, completamente rinnovato.I progressi, abbastanza evidenti per coloro i quali hanno giocato al titolo in versione PC (a proposito, questi otterranno l’upgrade alla Director’s Cut in maniera del tutto gratuita), non faranno gridare al miracolo gli utenti di mamma Sony, perché, di per sé, non stiamo parlando di un titolo che fa della prestanza grafica uno dei suoi punti di forza.Le migliaia di linee di dialogo doppiate da zero accompagnano una colonna sonora sempre sul pezzo, arricchita di un paio di nuovi arrangiamenti, per quella che diviene, a tutti gli effetti, la versione migliore di Wasteland 2 disponibile sul mercato.Chiosa finale per la durata complessiva, che sfora senza troppi patemi la sessantina di ore di gioco se doveste decidere di dedicarvi alla gran parte degli incarichi opzionali, fermandosi “solo” a quarantacinque ore in caso puntiate dritto ai titoli di coda.

– Longevo ed appassionante

– Aggiunte significative

– Buon restyle tecnico

– Non un gioco per tutti

8.0

Tra il prezzo incredibilmente favorevole (quaranta euro per oltre sessanta ore di gioco di qualità), l’ottimo lavoro svolto sull’adattamento dell’interfaccia e le numerose aggiunte al gameplay e al versante tecnico, risulta davvero difficile non consigliare questa Director’s Cut a tutti gli appassionati di giochi di ruolo di stampo occidentale su console, complice anche la grande qualità del prodotto base, che già aveva saputo meritarsi elogi dodici mesi fa su PC.

Wasteland 2, insomma, non è mai stato così in forma.

Voto Recensione di Wasteland 2 Director's Cut - Recensione


8