Recensione

WRC: FIA World Rally Championship 4

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a cura di Hybr1d

Dopo il convincente esordio con MotoGP 13, Milestone ritorna sulle strade polverose dei rally con WRC 4, titolo ambizioso da cui ci si aspetta il tanto atteso salto di qualità che questa software house nostrana sta rincorrendo da tempo. L’esperienza maturata con i tre capitoli precedenti e la solida fan base acquisita nel corso degli anni ha permesso al team di individuare le maggiori criticità e di focalizzarsi sul miglioramento di quegli aspetti stroncati dai fan. Il feedback degli utenti non è una risorsa da sottovalutare, anzi. Milestone lo sa bene e si è fidata della sua community, ha scartato tutto ciò che non piaceva riprogrammandolo totalmente: ora è arrivato il momento di scoprire se la fiducia è stata degnamente ripagata.

Quattro ruote di traversoLa software house milanese è attualmente la realtà videoludica più importante del panorama italiano. Con un’attività prettamente incentrata sui titoli corsistici, nei suoi studi sono passate licenze importanti come Superbike, MotoGP, Motocross e, da qualche anno a questa parte, anche le regine del fuoristrada. Grazie a Milestone la licenza WRC ha trovato nuova linfa vitale in questi ultimi anni; sebbene non sia mai riuscita ad impensierire i corsistici tripla A, la serie è stata capace di sfruttare al massimo la licenza a disposizione, ritagliandosi un solido seguito di fan fortemente legati a questo genere di competizioni. L’inclusione di tutte le licenze ufficiali è senza alcun dubbio il miglior pregio di WRC 4, che permette al giocatore di calarsi nei week end di gara in maniera totale e appagante a bordo delle vetture della classe regina, oppure di quelle minori del campionato WRC 2, WRC 3 e Junior WRC. Le opzioni tra cui scegliere sono davvero tante e sono tutte strutturate in modo tale da riprodurre fedelmente la vita di un team di WRC, sia che si tratti di un campionato intero, sia che ci si limiti ad una tappa o addirittura ad una manciata di prove speciali. Oltre alla gara veloce, in cui veniamo catapultati in pista prima da subito nei panni di un pilota randomico in un tragitto casuale, possiamo scegliere una singola prova di campionato da affrontare con il nostro team preferito. Ogni tappa si articola in tre giornate, ognuna delle quali composta da due prove dalla lunghezza variabile. Alla fine di ogni giornata si ha accesso al Service Park, dove i nostri meccanici hanno a disposizione un’ora per riparare i danni più critici subiti dalla vettura durante la gara. Ad ogni componente del mezzo viene associato un certo tempo di riparazione, quindi sta al giocatore scegliere dove intervenire evitando di sforare il tempo massimo, pena l’aggiunta di minuti in classifica generale. Se da una parte questa meccanica permette sicuramente un maggiore realismo nella gestione del veicolo, dall’altra è in parte limitata dalla mancata proporzionalità del danno subito dall’auto con il tempo necessario per ripararla. Spieghiamoci meglio: se durante due prove abbiamo maltrattato la macchina, tanto da danneggiarne in maniera grave il motore o le sospensioni, arrivati al momento della riparazione, questa richiederà ai meccanici lo stesso tempo che richiederebbero dei danni solamente lievi. Inoltre possiamo ricorrere alla riparazione dello stesso pezzo ogni volta che ne abbiamo l’occasione, aspetto decisamente distante dal realismo del rally: durante un campionato volendo possiamo sostituire turbo, marmitta, intercooler, scatola del cambio ogni volta che entriamo nel Service Park, condizione che certamente non si possono permettere i team del mondo reale. Al di là di queste piccole incoerenze, la possibilità di intervenire in toto sui parametri della vettura e regolarne gli assetti lascia ampia libertà di manovra e sperimentazione al giocatore, che, testando la vettura sui vari tipi di terreni, pian piano arriva a scoprire il miglior set-up da adottare in ogni circostanza. Le modifiche tecniche a sospensioni, trasmissione, ripartitore di frenata, angolo di sterzo e altezza vettura danno il giusto feedback durante la guida, così come i danni che progressivamente rendono il motore più lento in ripresa, lo sterzo difficile da indirizzare e le sospensioni meno performanti, soprattutto nei cambiamenti di fondo stradale o in caso di dossi e salti.

Un volante che scottaA proposito di fondo stradale, il feedback delle vetture al cambiamento di terreno rappresenta un passo avanti nella serie, richiedendo una diversa interpretazione delle curve e del rapporto freno acceleratore. L’asfalto ha perso la troppa scivolosità del capitolo precedente a fronte di un grip più solido e accentuato, mentre terra, ghiaia e soprattutto neve lasciano scivolare la macchina in modo molto più realistico che in passato, anche se risultano ancora troppo simili tra di loro. Dosare gas e freno è d’obbligo per evitare testa coda o fuori pista, ma con un po’ di pratica si arriva abbastanza in fretta a padroneggiare i mezzi della classe regina. Le classi minori fungono da ottimo tutorial, e il progredire di cilindrata e potenza permette di impratichirsi al meglio prima di prendere il volante della classe successiva. Tuttavia, se siete un po’ più smaliziati, non ci vorrà molto tempo per prendere confidenza con le varie Citroen DS3, Volkswagen Polo R, Ford Fiesta RS, e compagnia bella, complice un modello di guida che fatica ancora a trovare un suo preciso indirizzo. In sostanza si tratta di un’ambigua contaminazione tra quello simulativo e l’arcade, che siamo sicuri non riuscirà a soddisfare appieno i palati più esigenti. Tra le opzioni di guida è possibile abilitare l’aiuto freni, l’aiuto stabilità, la trasmissione, l’implementazione dei danni, e un più o meno cospicuo numero di rewind per rimediare ai propri errori, ma, anche una volta disattivati gli aiuti, il modello di guida manca di quella gratificazione che è lecito aspettarsi dopo aver imparato a padroneggiare una bestia imbizzarrita che derapa a gran velocità sullo sterrato. I motori da trecento cavalli si addomesticano in poco tempo, freno e acceleratore si dosano con sicurezza e il freno a mano si rivela un insospettabile alleato per impostare tornanti e curve strette con decisione e togliersi delle belle soddisfazioni, anche se poco realistiche. Pennellare le traiettorie, tagliare le chicane e sfrecciare veloci su tracciati fedelmente riprodotti scopre il fianco di un gameplay che di fatto fatica ancora a trovare una sua identità. Con un po’ di pratica la macchina si controlla degnamente anche con tutti gli aiuti disattivati, e la sfida si riduce solamente a una questione di tempi cronometrici. A quel punto entra in gioco la regolazione dell’intelligenza artificiale, regolabile in dieci livelli progressivamente più veloci. Allora lì la sfida si riaccende, ma rimane l’amarezza di affrontare una lotta contro il tempo, e non prima di tutto con la macchina che si ha sotto il sedere. Colin McRae diceva: “Se senti l’ auto perfettamente sotto controllo, significa che non stai andando abbastanza forte”. Ed è proprio questo il problema alla base di WRC 4. La macchina la si impara a padroneggiare fin troppo facilmente, e le difficoltà subentrano nel momento in cui si decide di battere un certo tempo sul tracciato e, guidati dalla frenesia, si incappa in errori compromettenti come stamparsi contro un albero o finire in un burrone impostando una curva troppo larga. Dopo un paio di volte che si affronta la stessa prova speciale, imparato il percorso, le incertezze iniziano a cadere e si pennellano traiettorie agili tra curve e chicane spingendo al limite la vettura senza troppe difficoltà.

Meglio di Loeb Ritornando alle modalità, la vera regina di WRC 4 è la modalità carriera, che mette il giocatore nei panni di un pilota fittizio alla ricerca del successo e della gloria nel mondo del rally professionistico. I parametri di personalizzazione si limitano a nome, cognome, nazionalità e numero di macchina, ma tanto basta a rendere l’esperienza personale e avvincente in egual misura. Dopo un paio di wild card con un team di Junior WRC, alcuni team di WRC 3 ci offriranno il sedile della loro vettura, permettendoci di partecipare al nostro primo vero campionato. Ad ogni tappa ci viene assegnato un obiettivo minimo e un rivale da battere, soddisfacendo i quali vengono assegnati un maggior numero di punti reputazione. Questi misurano la popolarità nell’ambiente automobilistico, portando il nostro nome all’attenzione dei team più forti. Se da una parte, come detto, guidare per più tempo i vari tipi di vetture ci permette di perfezionare il nostro stile di guida, dall’altra affrontare tre stagioni lunghe ed estenuanti prima di poter mettere finalmente le mani sul volante di una WRC stanca in fretta, soprattutto alla luce di un’eccessiva facilità nel padroneggiare le vetture meno potenti. La gestione del team, della vettura e i rapporti con il manager e il copilota, avvengono attraverso un hub fatto a ufficio, ben organizzato e molto più bello da vedere rispetto alle statiche schermate del capitolo precedente. Un ottimo passo in avanti in termini di svecchiamento, anche se persistono alcuni aspetti che cozzano brutalmente con il senso di realismo a cui il titolo aspira apertamente. Al di là dell’utilizzo indiscriminato dei Service Pack di cui sopra, quando prendiamo parte a una prova speciale ci troviamo da soli sul tracciato. Percorriamo il percorso in solitudine, e anche se accumuliamo ritardi di minuti su minuti, non vedremo mai sopraggiungere la vettura che teoricamente avrebbe dovuto scendere in pista dopo di noi. Insomma, non proprio una prova di realismo simulativo. Invero è positiva la quantità di contenuti presenti in WRC 4, che grazie alla licenza ufficiale FIA, può vantare tutte e 13 le tappe ufficiali del mondiale 2013, 65 vetture, tra cui la concept car Hyundai i20 WRC che prenderà parte al campionato ufficiale solamente a partire dal prossimo anno, e tutti i piloti ufficiali legati alle rispettive scuderie, con tanto di foto e video. Inoltre, nonostante abbia preso parte solo ad alcune tappe del mondiale in corso, tra i piloti figura anche il pluricampione Sébastien Loeb, vera e propria leggenda vivente dello sterrato, in grado di conquistare ben nove titoli mondiali consecutivi dominando le strade di tutto il mondo dall’ormai lontano 2004. Sul fronte multiplayer, il titolo Milestone propone due modalità: la prima, è un classico rally online a cui possono prendere parte al massimo sedici giocatori per sfidarsi su una prova singola, un intero rally o addirittura su un campionato completo. La seconda modalità, denominata Hot Seat, permette fino a quattro giocatori di sfidarsi offline affrontando uno dopo l’altro una prova speciale nei panni di un pilota reale. Un’idea carina per una partita in compagnia, considerando che per sua natura i titoli di rally non permettono a più persone di prendersi a sportellate a vicenda.

Tecnica discutibileSul fronte tecnico sono molte le novità introdotte dalla software house italiana. Prima di tutto, WRC 4 vede l’esordio del nuovissimo Spikengine, che segna un passo in avanti sul fronte visivo rispetto al capitolo precedente. Nel complesso i modelli poligonali delle vetture sono accettabili, anche se sul fronte di pulizia e dettaglio sono destinati a perdere il confronto con la concorrenza più blasonata, sebbene il miglioramento sia più che apprezzabile. I riflessi sulla carrozzeria sono appena accennati, e nel caso di gare su neve o sterrato le vetture si ricoprono progressivamente di sporco, per un tocco di realismo apprezzabile. Quello che invece è meno apprezzabile è il sistema di danni. La carrozzeria tende a deformarsi e perdere pezzi abbastanza facilmente, ma alcune parti rimangono completamente avulse dal processo distruttivo. Ad esempio, per via di un violento impatto contro un albero, ci siamo ritrovati con il cofano scoperchiato e il paraurti penzolante attaccato alla macchina per miracolo, ma inspiegabilmente i fanali erano come nuovi. Nonostante le strisciate, gli impatti e gli urti laterali, i fanali rimangono lì, pronti a dar bella mostra di sé su un’auto che cade a pezzi. E a dispetto della loro incredibile resilienza, non funzionano mai: sia con la macchina nuova, che con una vettura distrutta non si possono azionare. Altre criticità sono i continui pop up delle texture, i fastidiosi cali di frame rate ogni qualvolta si utilizza il rewind e un marcato aliasing delle vetture, segno che il nuovo motore grafico non è ancora stato ottimizzato al cento percento. Inoltre particellari ed effetti di luce sono al minimo sindacale, togliendo parte del fascino alle gare su sterrato. Le scie di polvere che le macchine lasciano dietro di sé sono ridotte all’osso, così come il lens flare, decisamente sotto tono nella gare all’alba e al tramonto.Ottimo invece il reparto sonoro, con rumori delle vetture realistici sia per quanto riguarda il motore, sia per le tipiche “fucilate” durante i cambi di marcia. Il campionamento è stato rifatto da zero utilizzando un gran numero di microfoni dislocati all’interno dell’abitacolo di veicoli reali, e i risultati sono ottimi fin dal primo affondo sull’acceleratore.

– Licenze, team, tracciati e piloti ufficiali

– Modalità di gioco ben strutturate

– Comparto sonoro apprezzabilissimo

– Comparto tecnico deficitario

– Modello di guida manca di carattere

7.5

Purtroppo WRC 4 non è riuscito a convincerci appieno, confermando il mancato salto di qualità del brand nonostante le console di riferimento siano ormai al tramonto. Il titolo sviluppato dall’italianissima Milestone brilla per ricchezza di contenuti, ma perde inesorabilmente terreno per via di un comparto tecnico poco incisivo e ancora troppo deficitario. Il livello di dettaglio generale non impressiona, così come i particellari e gli effetti di luce, ancora troppo carenti rispetto a quanto visto in altri titoli del recente passato. Licenze, tracciati, team e piloti ufficiali attenuano in parte queste criticità, ma il titolo fatica a trovare una sua identità, offrendo una volta di più un’esperienza insipida a cavallo tra simulazione e arcade che potrebbe non soddisfare i palati più esigenti.

Per ulteriori approfondimenti vi segnaliamo il Play LIVE dedicato a WRC 4.

Voto Recensione di WRC: FIA World Rally Championship 4 - Recensione


7.5