Anteprima

The Devil's Men

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a cura di Pregianza

La casa forse è ignota a molti in Italia, specialmente se non si è appassionati di avventure grafiche, ma i Daedalic negli anni sono cresciuti con la rapidità di una palla di Katamari Damacy, passando da piccolo studio indie a distributore tedesco di un certo livello, con numerosi progetti all’attivo. Invitati ai Daedalic Days nella bella Amburgo, abbiamo avuto la possibilità di scoprire molti dei titoli della casa attualmente in lavorazione e in particolare siamo rimasti positivamente impressionati da un progetto che l’anno scorso era stato appena accennato: The Devil’s Men. Trattasi di avventura grafica, of course, ma si parla comunque di un gioco ricco di ottime idee e rafforzato da un’ambientazione di tutto rispetto. Se il mouse è il vostro migliore amico e la notte vi sognate ancora i giochi Lucasarts, questa punta e clicca potreste volerla tenere sotto controllo.
Un mondo difficile
The Devil’s Man è al momento uno dei progetti più ambiziosi di Daedalic: ci sono parecchi sviluppatori e artisti impegnati nella creazione dell’avventura, e Kevin Mentz, autore già noto per Memoria, è colui che ha dato vita all’affascinante mondo di gioco. L’ambientazione è sostanzialmente steampunk, ma presenta luoghi ben più decadenti di quanto siamo abituati a vedere quando ci si addentra tra il vittoriano e la tecnologia a vapore, e mette il giocatore nei panni di due protagoniste femminili, Emily e Adelaide. Emily, in particolare, è il personaggio che abbiamo visto usare durante la lunga presentazione all’evento, una ragazza appartenente alla grossa gang nota come “La Colonia” con già un paio di omicidi alle spalle e la tendenza a ignorare la morale se si tratta di raggiungere i suoi obiettivi. I destini di entrambe le donne si intrecceranno a causa di una serie di morti sospette che le porteranno a indagare sui Devil’s Men, un misterioso gruppo di scienziati. Una premessa senza dubbio interessante, ma che non rappresenta il principale punto di forza del titolo, visto che dalla demo mostrata l’intento di Daedalic sembra quello di offrire un’esperienza mutevolissima e pesantemente modificata dalle scelte del giocatore, oltre che accompagnata da puzzle di una certa complessità.
In pratica, sia Emily che Adelaide avranno varie opzioni di dialogo durante la loro avventura, e svariati modi di risolvere certi enigmi. Scegliere l’una o l’altra via può portare in seguito ad avvenimenti inattesi, capaci di cambiare le alleanze di certi comprimari o persino provocare la morte di alcuni di loro . Un esempio lo abbiamo osservato già nel tutorial, dove la soluzione voluta ha portato il nostro compagno a ferirsi ad una mano (una conseguenza che si sarebbe poi rivelata ben più grave di quanto inizialmente prevedibile). Le scelte non sono poi così ovvie, dunque i loro effetti risultano costantemente inaspettati e donano all’esperienza una certa rigiocabilità. A questa interessante struttura si aggiungono inoltre enigmi di stampo classico, nei quali bisogna sfruttare oggetti e dialoghi per avanzare. Le soluzioni, fin dall’inizio, non ci son parse così scontate e la promessa di una difficoltà crescente dei rompicapo ci ha stuzzicato non poco. Sembrano esserci davvero un bel numero di possibilità, legate sia al rampino di Emily che alle conversazioni, un tipo di profondità che sembra venir sempre più a mancare nelle avventure moderne. L’unico dubbio risiede proprio nel sistema dell’inventario, che attiva automaticamente un certo numero di oggetti quando si interagisce con qualcosa, facilitando un po’ il compito al giocatore. Presto ad ogni modo per dire quanto e come, trattandosi solo della primissima parte dell’avventura.
A gritty cartoon
I dialoghi sono a loro volta un buon motivo per interessarsi a The Devil’s Men. Gli scrittori di Daedalic avevano già dimostrato un certo talento con i Deponia, e anche se nel loro ultimo progetto lo stile è nettamente più serioso non mancano dialoghi leggeri e divertenti. In particolare il tutorial sopracitato ci ha tirato fuori una ghignata quando Will, il compagno di furti di Emily, ha pensato bene di introdurci alle meccaniche di gioco dando forzatamente le soluzioni dei primi enigmi, e arrivando persino a interrompere il mugugnare tra sé e sé della protagonista. 
Di qualità anche l’art direction: i disegni fanno sembrare l’avventura un cartoon in movimento (vicino per certi versi alle opere di Bluth) e gli sfondi disegnati a mano sono dettagliati e ricchi di personalità. Meno bene le animazioni, un po’ scattose, ma ci si fa rapidamente l’abitudine. 

– Enigmi interessanti di difficoltà crescente

– Ambientazione ispirata

– Narrativa che si modifica in base alle scelte del giocatore

The Devil’s Men ci ha fatto un’ottima impressione durante i Daedalic Days. L’ultima avventura della casa tedesca è chiaramente una punta e clicca vecchio stile, ma la narrativa ramificata, gli enigmi dalle soluzioni non regalate e l’ambientazione steampunk son tutte caratteristiche che ci attraggono non poco. Potrebbe essere un titolo di quelli memorabili per gli appassionati di questo storico genere. Non resta che attendere la fine del 2015 per scoprire se sarà effettivamente così.