Anteprima

Sniper: Ghost Warrior 2

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a cura di Mugo

Milano – All’interno del panorama degli sparatutto trova posto un particolare sottogenere con la sua fetta di appassionati, un sottogenere completamente dedicato agli amanti dei fucili da cecchino. Sniper: Ghost Warrior 2 si prepara ad arrivare sul mercato cercando di intercettare proprio questi giocatori e, magari, di suscitare l’interesse anche di chi pensa che fare il cecchino sia una gran noia, grazie a livelli di difficoltà scalabili e ad una struttura ludica capace di tenere alto il ritmo dell’azione. Namco Bandai, il distributore del titolo, ci ha invitati nei suoi nuovi uffici milanesi per provare due livelli della campagna principale e scoprire se la produzione City Interactive sarà capace di convincere, al di là del prezzo budget. 

Camper a chi? 
Chi macina ore nel mondo degli sparatutto online, generalmente, non ha tutta questa stima nei confronti dei cecchini, fastidiosi camper che attendono subdoli le prede rifuggendo lo scontro in campo aperto. Avvicinandosi a Sniper: Ghost Warrior 2, però, ci si rende conto di quanto possa essere attivo il ruolo di un tiratore scelto, ruolo che certo non si limita a mimetizzarsi tra le frasche per uccidere un nemico dopo l’altro.Il primo livello che abbiamo provato (dal titolo “Leave no man behind“) si trova all’interno del primo atto ed è ambientato nelle Filippine ai giorni nostri. Ci rendiamo subito conto di come il design del mondo di gioco sia un continuo susseguirsi di corridoi ed arene, è come se i vari gruppetti di nemici fossero dei puzzle ambientali uniti da sentieri per lo più privi di funzione se non quella di collegamento. Non si tratta di una caratteristica negativa, ben inteso, visto che ogni arena (e per arena intendiamo una sezione del livello aperta, come una radura od una spiaggia) offre sfide interessanti e, soprattutto, diverse opzioni per il giocatore. Certo, capire quale sia il percorso “base”, quello indicato dagli sviluppatori, è cosa di pochi istanti, ma non c’è niente che vieti una maggiore esplorazione e la sperimentazione di tattiche personalizzate.L’analogia con un puzzle da risolvere viene in mente visto che, prima di entrare in azione, è buona cosa prendersi un po’ di tempo per studiare i movimenti dei nemici e le loro caratteristiche: per primi andrebbero colpiti quelli fuori dal campo visivo dei commilitoni, ma può darsi che un intero gruppetto possa essere eliminato colpendo precisamente la granata attaccata alla cintura di uno degli avversari, facendola così deflagrare eliminando quelli circostanti. Peccato, però, che se il nemico viene abbattuto normalmente la sua granata diventi magicamente inerte, impedendo al giocatore di sfruttarla. 
Sarajevo, anni novanta 
Qualche giocatore ricorderà le drammatiche fasi della guerra nei Balcani durante gli anni novanta, un periodo storico che funge da ambientazione per gli eventi raccontati nel secondo atto di 
Sniper: Ghost Warrior 2, questo nonostante gli sviluppatori tengano a sottolineare come ogni situazione raccontata sia frutto di fantasia. Una scelta prudente, soprattutto alla luce delle (ignoranti) polemiche degli ultimi giorni, ma nonostante questo non possiamo dire che la violenza non manchi. Non vedremo solo fiotti di sangue, comunque opzionali, ogni volta che il nemico viene colpito, ma anche scene dal forte impatto che ritraggono gli esseri umani nei loro momenti più bassi. 
Il gameplay della seconda missione provata differiva sensibilmente da quello ambientato nella giungla asiatica, forte di ambienti chiusi, case squarciate dai bombardamenti e, soprattutto, dalla presenza sul campo di due NPC da seguire.L’azione si svolge dunque più rapida, chiamando il giocatore all’utilizzo di stealth-kill e pistola silenziata mentre ci si fa strada tra le stanze di una costruzione diroccata. Attenzione però, il cuore dell’esperienza è sempre il fucile da cecchino e gli scontri più aperti mettono in difficoltà il protagonista anche ai livelli di difficoltà più bassi. 
Ecco, i livelli di difficoltà, Sniper: Ghost Warrior 2 ne prevede tre: il primo è pensato per chi volesse l’esperienza più accessibile, con indicatori su ogni nemico e medikit ogni due per tre, il livello medio è solo marginalmente più complicato a causa di un minor numero di munizioni e medikit, mentre il livello difficile offre una sfida interessante grazie all’assenza di indicatori riguardanti la posizione del nemico, l’assenza del bullett-time quando si trattiene il respiro e, soprattutto, il fatto che le missioni vadano affrontate con il solo equipaggiamento iniziale. Il vento, la posizione che assumiamo sparando, la distanza dal bersaglio e l’intelligenza artificiale dei nemici, invece, non cambiano, garantendo sempre una sufficiente immedesimazione nei panni di un tiratore scelto. 
Acquattati sul Cry Engine 3 
Dal punto di vista tecnico non si può fare a meno di notare alcune incertezze nella gestione dell’immagine: il frame-rate zoppica, il pop-up non manca e l’aliasing non è sempre tenuto sotto controllo. Detto questo, bisogna comunque dare atto agli sviluppatori di avere creato un’ambientazione convincente soprattutto per quanto riguarda la giungla, piacevolmente lussureggiante e con una buona realizzazione degli specchi d’acqua. L’intelligenza artificiale dei nemici, uno degli aspetti più importanti in giochi di questo genere, ci è sembrata altalenante: in alcune fasi gli avversari hanno saputo rispondere alle nostre azioni con prontezza, mentre in altri frangenti abbiamo visto i nemici ignorare i compagni uccisi a pochi metri dal loro naso. Difficile dare un giudizio complessivo quando si giocano solo due livelli, anche se da quanto visto pare che qualche difettuccio qua e là sia sfuggito alle prove dei tester. 
Oltre alla campagna principale verranno prosposte due ulteriori modalità: si potranno provare i fucili in un campo da tiro pensato per permettere ai giocatori di familiarizzare con l’armamentario, e potremo affrontare altri giocatori tramite multiplayer online. Per quanto riguarda quest’ultima opzione sappiamo che si tratterà di tre arene nelle quali sarà possibile impersonare esclusivamente un cecchino, un’esperienza inusuale che rischia di trasformarsi in quella che gli sviluppatori chiamano simpaticamente “camperfest”, certo un esperimento del quale siamo curiosi di conoscere l’esito. 

– Tattico, ma con il giusto ritmo

– Diversità delle situazioni proposte

Sniper: Ghost Warrior 2 è finalmente in dirittura d’arrivo, la versione che abbiamo provato negli uffici di Namco Bandai si è mostrata come quasi definitiva ed ha saputo divertirci nonostante diverse incertezze tecniche ed a livello di intelligenza artificiale. Avendo provato solo due livelli è difficile dare un giudizio d’insieme, giudizio che però non mancherà in sede di recensione definitiva nelle prossime settimane.